URUGUAY-GHANA 5-3 d.c.r.
A testa alta, con orgoglio e passione - Perdere l'appuntamento con la storia sbagliando un penalty al minuto centoventi ed uscendo dalla manifestazione alla lotteria dei calci di rigore, riassume tutto quello che č stato di Uruguay-Ghana. Una partita che ha visto gli africani coltivare un sogno, con il gol di Sulley Muntari a pochi secondi dal termine della prima frazione, che ha visto i sud-americani inseguirlo, con una punizione "magica" di Forlan, il tutto condito da un finale che solo il gioco del calcio č in grado di offrire. Minuto centoventi, appunto. Ultima chance di evitare i tiri dagli undici metri. Punizione dalla destra per i ghanesi, palla che finisce in area di rigore, Appiah colpisce a botta sicura con la porta sguarnita, Suarez (il centravanti uruguayano) ribatte sulla linea, pallone che si impenna finisce sulla testa di Adiyiah che di prepotenza rispedisce il pallone verso lo specchio della porta, e ancora Suarez, questa volta di mano, a ribattere il pallone fuori; calcio di rigore Ghana, Suarez espulso, partita praticamente finita. E invece la traversa dice di no a Gyan, al Ghana e ad un continente intero, fermati da un "legno" che porterā con se, e per ancora quattro lunghi anni, i sogni calcistici di un movimento cresciuto ma ancora alla ricerca del grande risultato, della grande impresa. La disperazione del centravanti ghanese a fine partita l'essenza di questo sport, capace prima di far credere, poi di far sperare ed infine di lasciare solo lacrime, ad un popolo, a milioni di persone che hanno creduto di vedere per la prima volta nella storia una propria nazione fra le prime quattro del mondo. Questo č il football, che in una notte africana ha visto l'Uruguay toccare il paradiso e il Ghana prendere l'ascensore per l'inferno, ma a testa alta, con orgoglio e passione.
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