Leggiamo in questi giorni della vicenda Italpetroli-Unicredit, che come sappiamo coinvolge la società AS Roma in quanto “asset” (che brutta parola, per gli appassionati di sport, quello sport che ormai è solo assoggettato al vile danaro) del gruppo finanziario che fa capo alla Famiglia Sensi.
In poche parole, si tratta di una trattativa funzionale al recupero da parte del gruppo bancario degli enormi prestiti erogati in favore della Italpetroli (325 milioni di euro) e che in gran parte sono andati a coprire le voragini finanziarie della società calcistica, aperte in occasione dei campionati dei “fasti” sfociati nello scudetto 2000-2001 (quello della questione Nakata, tanto per intenderci) e mai colmate nonostante spalmadebiti, spalmaammortamenti, spalmanutelle varie.
La trattativa è affidata ad un collegio arbitrale il cui Presidente è un certo Cesare Ruperto. Ohibò, questo nome non mi è nuovo. Oddio, chi è che non mi ricordo... ah, ecco! Ruperto era il Presidente della C.A.F., che il 14/07/2006 emise la sentenza di condanna di primo grado (o meglio di secondo, in quanto fu misteriosamente eliminato un grado di giudizio) per alcune squadre coinvolte in calciopoli e in primis per la Juventus. Leggiamo la sentenza per quel che ci riguarda, quella della JUVENTUS.
Sentenza: - Revoca del titolo di campione d'Italia 2005. - Non assegnazione del titolo di campione d'Italia 2006. - Retrocessione all'ultimo posto del campionato appena terminato, con matematica retrocessione in serie B e 30 punti di penalizzazione. Motivazioni: Moggi e Giraudo "sono stati ritenuti responsabili di un solo episodio di illecito sportivo; tuttavia l'illecito è caratterizzato dall'attuazione di una condotta continuativa nel corso di tutto il campionato, programmata al fine di realizzare l'intento di procurare alla Juventus un vantaggio in classifica, mediante il controllo diretto o indiretto della classe arbitrale, secondo le modalità descritte in motivazione, e costituisce, quindi, fatto disciplinarmente più grave di quello che si realizza mediante la condotta diretta alla alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola partita". La Juventus "ha tenuto un comportamento processuale apprezzabile perché improntato a lealtà e correttezza; ha dimostrato inoltre, con l'opera di rinnovamento societario già attuata, di riconoscere gli errori commessi nel passato per il tramite dei suoi dirigenti e di avere iniziato un processo di rigenerazione; di conseguenza la sanzione richiesta dalla procura federale deve essere notevolmente attenuata". Bella, eh? Sentenza ridotta in terzo grado e così via, ricordiamo tutto.
C’è un altro fatto che non viene tenuto in evidenza, ma che alla luce della trattativa di cui si è detto sopra appare illuminante. Senza lo scandalo-farsa, la classifica del campionato 2005/2006 maturata sul campo era: Juventus 91 Milan 88 Inter 76 Fiorentina 74 Roma 69
Insomma, senza calciopoli la AS Roma non sarebbe entrata in Champions League. Quindi potrebbe anche essere che senza i danari della CL la stessa AS Roma avrebbe avuto ancor più problemi di quelli che vediamo oggi. E guarda caso chi ha presieduto l’organo che ha determinato quella classifica è la stessa persona che oggi presiede il collegio arbitrale. Ma guarda un po’.
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