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Editoriale di R. GAMBELLI del 08/11/2008 11:12:46
Italia senza memoria

 

Dopo la grande vittoria del Bernabeu i giornalisti si sono impegnati nella ricerca dei titoli più accattivanti e fantasiosi e nel proporci dei pezzi che esaltassero, giustamente, la Juve ed Alex, facendo entrare il nostro numero 10, addirittura, nella storia del calcio moderno. Come se, Pinturicchio, avesse bisogno delle ennesime prodezze di Madrid per entrare nella storia del pallone. Per noi bianconeri c’era già da tempo. Sottolineato questo, figuriamoci quello che è stato inventato, dalle “penne bollenti”, per difendere Ranieri ed il suo operato. Proprio in data odierna ho letto un editoriale quantomeno “bislacco”. Mi sono annotato alcuni passaggi. “ Ranieri ha dovuto subire un linciaggio da parte di quella juventinità che rimpiange i tempi di Moggi e di chi ha ritenuto di rappresentarla”. Vorrei ricordare alla “penna bollente” che Ranieri è stato attaccato da un solo quotidiano, palesemente privo di nostalgia dei tempi moggiani. I tifosi bianconeri, al contrario, non si sono mai prestati a nessun linciaggio nei confronti di Ranieri, semmai contro la Società che lo ha scelto, pronta, probabilmente, a sostituirlo subito dopo un’eventuale sconfitta in casa contro il Real Madrid. Gli amanti della Juventus erano ancora tutti favorevoli alla presenza dell’allenatore romano sulla panchina della Signora, almeno sino alla fine della stagione. Tutto ciò è confermato da quello che abbiamo potuto leggere, in quei giorni, su tutti i più importanti siti e forum bianconeri. Non era certamente logico inserire un traghettatore per pochi mesi, e nemmeno giusto nei confronti di un uomo che aveva superato, addirittura, “l’end-point” finale che Cobolli, Gigli e Blanc pretendevano. Gli avevano chiesto l’ingresso in Coppa Uefa, lui gli ha regalato la Champions League. Quindi, consiglierei alla “penna bollente” di andare a rileggersi i forum bianconeri di quei giorni caldi e prenderne atto. Leggo ancora: “ Ranieri non è un venditore di fumo”. Sono pienamente d’accordo. Il tecnico di Roma è sicuramente un uomo vero; basti ricordare che è stato l’unico addetto ai lavori, nell’euforia della vittoria sul Real a Torino, a ricordare quelle povere anime che ci avevano lasciato, incastrate tra le lamiere di un autobus, mentre si recavano a sostenere la loro squadra del cuore. Bravo Mister! Uomini si nasce, allenatori si può diventare. Anche se, molte volte, mi tornano alla mente le parole del saggio Mazzone, che suggeriva di alternarsi con Capello e Lippi alla guida delle grandi squadre: come dire che i grandi allenatori nascono proprio da grandi squadre. Nel calcio, signori, non si può inventare più niente ed i maghi del calcio senza i grandi campioni faticano ad esistere. Anche Ranieri è schiavo della maestria, della forma e, soprattutto, della volontà dei giocatori. Tutte queste cose, noi tifosi bianconeri, le conoscevamo e non avevamo bisogno che la “penna bollente” ce le ricordasse. Concludo con l’ultima frase che mi ha colpito: “ L’Italia juventina adesso è senza memoria”, come dire che i tifosi bianconeri, dopo questa epica impresa del Bernabeu, hanno dimenticato quello che è accaduto due anni fa. Mi spiace deluderla, caro “penna bollente”, ma l’Italia Juventina, quella vera, non dimenticherà mai l’estate del 2006 e tantomeno gli attori che dettero vita ad una commedia che, tra non molti anni, sarà oggetto di argomento nelle scuole e nelle università come “ingiustizia” da non ripetersi, grazie ad un processo lampo, con la sentenza già scritta. Quella sentenza che ha infangato la storia della Juventus, la società più gloriosa d’Italia. La vittoria di Madrid è solo figlia di quell’ingiustizia. Del Piero, mentre il pubblico spagnolo gli dedicava una standing-ovation memorabile, di sicuro, con la sua mente sarà volato a Rimini, quel giorno che, con un clamoroso polsino tricolore in evidenza, conobbe il fango della Serie B. Una serie B voluta da tutto il popolo antijuventino e, forse, dalla stessa società con il condottiero Zaccone. No, caro “penna bollente”, Del Piero non dimenticherà e nemmeno noi juventini.
 
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