C’è un precedente dell’osceno Replay di ieri sera su Rai 3 (non a caso l’han chiamato Replay: robe da comici inconsapevoli). Direttore del Tg1, dal settembre 2006, era Gianni Riotta, nerobuzzurro di rara faziosità .
Le polemiche su Moggi e la Juve erano al diapason e lui, da bravo dirigente del servizio pubblico, stipendiato con i nostri soldi, pensò bene di organizzare un mini talk- show invitando a discutere del fatto del giorno Gianni Minà, torinista da sempre e Maurizio Mannoni, interista storico di Rai 3.
L’ineffabile dirigente Rai a moderare (si fa per dire).
Di contraddittorio neanche l’ombra. Disgustato, espressi la mia indignazione con una mail alla quale il Riotta ebbe la bontà di rispondere, usando la classica formuletta ipocrita del giornalista che vuole dimostrarsi sensibile alle critiche degli ascoltatori. Scrisse: Prendo atto delle sue osservazioni. Punto.
Quanto al giudizio sui comici di ieri sera voglio sottolineare l’ignoranza crassa di Galeazzi, che ha avuto la sfrontatezza di chiedere l’ergastolo per Moggi, per quanto da lui combinato dimenticandosi di precisare dove, quando, con chi. Se avesse il cervello pari al volume della panza sarebbe un genio. Boniek potrei paragonarlo a Emilio Fede. La squadra della città dove vive e lavora (a proposito, che fa?), diventa la propria squadra. Squallida genìa di banderuole che sputacchiano sul piatto dove hanno mangiato. Di lui va ricordata (sempre in un talk-show Rai), la seguente affermazione “Cosa altro c’è da discutere di uno (Moggi) che ha telefonato 29 volte, in un solo giorno, all’arbitro XY (non ricordo come si chiamava), per aggiustare quella tal partita della Juve?”. Senza pudore.
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