Il ministro di sport e giovani Giovanna Melandri e il sottosegretario Lolli danno una settimana in più alla Lega per trovare un accordo sulla bozza di decreti attuativi sui diritti tv, soprattutto sulla ripartizione dei ricavi. Se non riesce, il governo pensa anche a quello. Melandri chiarisce: «Senza furia riformatrice. Andremo avanti per una soluzione interna alla Lega fino al 4 novembre. Non tollereremo ulteriori ritardi perché entro il 9 novembre presenteremo in Consiglio dei ministri i decreti attuativi».
SORPRESA Si conclude così ieri alle 20 a Roma l'incontro tra i due politici e la Lega. Che fa una sorpresa. Alle 13.40 il presidente Matarrese lascia l'assemblea della B a Milano: «Parto per Roma per incontrare Lolli con Rosella Sensi, Lotito e Galliani». Chiamiamo Lolli, cade dalle nuvole: ha fissato un incontro tecnico. Se Matarrese viene con loro diventa politico. Informa la Melandri, che accetta la compagnia, ma decide di esserci anche lei: «E politico sia». Al termine: «Bene, così abbiamo fissato termini chiari. Non faremo decadere la delega del decreto che scade il 27 gennaio (ma ci sono i tempi lunghi del passaggio nelle commissioni parlamentari,
ndr). Noi i decreti attuati li abbiamo pronti, ma vogliamo rispettare l'autonomia della Lega, però sottolineando il rispetto "della valorizzazione del prodotto calcio e di una quota per dare una spinta a giovani e vivai e per gli stadi". La vendita individuale dei diritti è fallita, puntiamo a una commercializzazione collettiva e condivisa. La Lega, se vuole, resta autonoma nella redistribuzione delle risorse».
MATARRESE DOPO Il Matarrese politico: «Sono soddisfatto. Il ministro ci ha garantito che cercherà di venire incontro alle nostre esigenze, di riuscire a vendere meglio il prodotto. Speriamo di arrivare ad una cifra totale di un miliardo di euro. Ma sono passaggi sconvolgenti, la partita è difficile. I grandi hanno capito e agiscono per il bene di tutti. Non dobbiamo depauperarli, nè rallentare la velocità del calcio».
MATARRESE PRIMA Il Matarrese più genuino, bello carico alla partenza per Roma: «Andiamo a chiedere di questo esproprio che la legge vuol fare delle nostre risorse. Non dobbiamo distribuire i soldi alle altre categorie, ma al nostro interno. Abbiamo la B sull'orlo della catastrofe, prima di distribuire soldi fuori aiutiamoci fra di noi. Non vogliamo più fare opere di bene. Secondo la Melandri dovremo dare soldi alla C, ai dilettanti, al settore giovanile, alla Federazione, al Coni, metterli in un fondo per costruire stadi nuovi... Dopodiché noi restiamo con le pezze al sedere». E sulla violenza: «Le sentenze non si discutono, si accettano e sono amare. Però una partita senza pubblico non ha valore. Per questo ho chiesto un incontro di vertice con il capo della Polizia. Lo fisserà il presidente federale Abete. Non possiamo continuare a stare in un tritacarne che ci sta maciullando dentro. Questo non è più calcio, ma mortificazione: non ci divertiamo più, non si diverte nessuno. Abbiamo ancora la fiducia dei tifosi buoni, a quelli violenti ci devono pensare le forze dell'ordine e la magistratura non noi». |