Fin dalla presentazione della sua candidatura alla presidenza della Uefa, l'organismo più importante del calcio europeo, Michel Platini ha fatto discutere. La sua idea di riformare completamente il mondo del pallone ha spaccato in due fazioni i club del vecchio continente. Da una parte le grandi squadre unitesi nel G14 e dall'altra tutti gli altri club che vorrebbero acquistare una visibilità sempre maggiore a livello internazionale. I primi contrari al possibile cambiamento dello Staus Quo attuale. I secondi affascinati dall'idea di entrare nel calcio che conta. Nelle ultime ore l'ex fantasista transalpino ha voluto dare un'altra bordata importante ai suoi rivali con una missiva indirizzata a tutti i capi di Governo europei con l'obiettivo di combattere lo strapotere dei soldi nel calcio. "La nefasta onnipotenza del denaro", così viene definita da Platini la forza economica delle cosi dette big.
In casa nostra le reazioni non sono mancate, prima fra tutte quella del presidente del Coni Gianni Petrucci, intervenuto sulla vicenda dalle colonne de La Gazzetta dello Sport: "La lettera di Michel Platini ai Capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea testimonia, con l'intelligenza e la passione di un grande campione innamorato dello sport, lo stato d'animo di tanti dirigenti che vedono il nostro mondo sempre più ingabbiato da regole che sono state create, giustamente, per disciplinare altri settori e che, applicate pedissequamente allo sport, ne stanno determinando il progressivo snaturamento".
Reazione opposta, com'era ovvio e lecito aspettarsi, si è registrata dal presidente del G14 Aulas che all'agenzia Ansa ha detto: "Quelli che più traggono beneficio dal denaro sono le istituzioni del calcio. Porteremo anche un certo numero di argomenti per dimostrare che oggi, quelli che guadagnano più denaro, sono proprio loro".
Non ho la fonte, ma un’ottima ricostruzione
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