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          IL MURO
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I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
 
#16592 CALO INTERESSE SERIE A
scritto il 29/01/2007 09:30:09 da ALARICUS
E' ORMAI DA UN PO' DI TEMPO CHE SI SENTE DIRE IN GIRO CHE IN SERIE A, GLI ASCOLTI SIANO CALATI E DI MOLTO, SARA' PERCHE' LA JUVE HA FATTO AUMENTARE GLI ASCOLTI IN SERIE B, MA GUARDA UN PO', UNA SOLA SQUADRA COSA E' CAPACE DI FARE!!!FORZA MAGICA JUVE
 
#16589 Telecom l’inchiesta si allarga...
scritto il 29/01/2007 09:09:47 da ALEXAMO J100003 - COSENZA
"Spiati i pm Colombo e D'Ambrosio". I nomi degli ex pm comparirebbero nelle carte dell'archivio del detective Bernardini, ingaggiato dalla Pirelli. Molte operazioni pagate con il fondo del presidente. di PIERO COLAPRICO e GIUSEPPE D'AVANZO (fonte: repubblica.it) MILANO - I pubblici ministeri di Milano stanno verificando se i detective, ingaggiati dalla Pirelli, abbiano spiato illegalmente tra il 2004 e il 2005 Gherardo Colombo (oggi giudice in Cassazione) e Gerardo D'Ambrosio (oggi senatore dei Ds), l'uno e l'altro tra i protagonisti della stagione di Mani Pulite. La necessità di un accertamento nasce dallo spulcio dell'archivio di Marco Bernardini, il private eye che con Emanuele Cipriani (Polis d'Istinto) e Gianpaolo Spinelli (Global Security Services) è stato il braccio operativo della Sicurezza di Pirelli/Telecom diretta da Giuliano Tavaroli. Dall'archivio sono saltate fuori le schede delle operazioni controllate dagli uomini di Bernardini. In ogni scheda, i nomi (in codice) degli "operatori", il nome (in codice) dell'"operazione" e, in molti casi, il nome dell'obiettivo. Nelle carte, che Repubblica ha potuto leggere, è possibile risalire anche al committente dello spionaggio. C'è una legenda del numero dei protocolli con cui le operazione vengono archiviate. Pirelli è "1". Telecom è "2". I lavori trasmessi dalla "Global Security Services" di Gianpaolo Spinelli a Marco Bernardini sono collazionati con la sigla "Gp". E' aggiunta la lettera "E" se è necessario allargare l'indagine abusiva all'estero e "R" se lo "studio" - par di capire così - è a "rete", da un personaggio all'altro, da una società all'altra, da un Paese all'altro. Alla fine del 2004, Marco Bernardini è alle prese con, per lo meno, venti "operazioni" commissionate dalla Cavi e Sistemi Pirelli. Ecco il codice delle operazioni: Monte; Garbo (Giorgio Garbellini); Cavallo (Andrea Cavalli); Profeta (Walter Giacobbe); Soda; Kuneo; Brigitte; Casanova; Moto; Akuel; Drago; Wolf (Wolf Gang Staele); Rose; Kazakistan; Slovacchia, Corona (in Lussemburgo); Cheope (in Egitto); Biscotto (in Togo); Duma (in Russia). E' in questo elenco che i pubblici ministeri hanno ritrovato le tracce dello spionaggio contro Gherardo Colombo e Gerardo D'Ambrosio. Con il numero di protocollo "1/5" è segnalata l'Operazione Piccione. E' una due diligence. La formula maschera, nei rapporti tra il detective e il committente, lo spionaggio che viene definito così: "Informazioni/investigazioni di ordine approfondito in area nazionale su persone fisiche finalizzate a poter tracciare un indice di affidabilità, con riferimenti patrimoniali e indicatori di rischio". C'è un altro modo, a quanto pare, per camuffare l'attività illegale di spionaggio Nell'archivio di Bernardini sono state rintracciate note in bianco in cui Pierguido Iezzi, già responsabile della Sicurezza delle Informazioni prima in Pirelli e poi in Telecom, assegnava a Bernardini un'indagine (preliminare) con l'obiettivo formale e giuridico di avviare una non meglio precisata "iniziativa legale". Nell'Operazione Piccione contro Gherardo Colombo, ancora in via di accertamento, sono coinvolti tre spioni. In codice, "C4", "K2" e "Chalet". Sono sei invece i "segugi" in azione nell'Operazione San Gennaro contro il napoletano Gerardo D'Ambrosio (numero del protocollo 1/6): "C4", "K2", "Chaled", "Shalom", "Diodo", "Az". Le schede Colombo (Piccione) e D'Ambrosio (San Gennaro) sono raccolte nello stesso file (e in una voce diversa) che custodisce le notule dello spionaggio contro Massimo Mucchetti, vicedirettore del Corriere della Sera. "Operazione Mucca Pazza", numero di protocollo 2 (Telecom)/2. Operatori "K2" e "Josef". La documentazione dà conto con minuzia delle spese sostenute per il lavoretto sporco. L'undici gennaio del 2005 è necessario seguire Mucchetti in auto (il pieno costa 78 euro) e stargli dietro in un ristorante (66 euro). Questa faccenda dei soldi non è un dettaglio trascurabile. Dalle carte dell'archivio, risulta evidente che la cifra destinata allo spionaggio da Telecom/Pirelli è ben superiore ai 20 milioni di euro in nove anni, di cui si è parlato finora. In un solo mese del 2004, Bernardini riceve 462mila euro e spiccioli da Telecom Italia. Importi simili si succedono nei mesi . E in più ci sono: 11.910 da Telecom Brasile; 105.500 da Pirelli; 22.270 per i mezzi e gli uffici di Roma e Milano. Eccentrici anche i modi di pagamento. Le "Operazioni" erano retribuite, come si legge da decine di note bancarie, presso un istituto di credito di Annandale, Virginia, la Suntrust Bank, 7617 Little River Turnpike (la Global Security Services di Gianpaolo Spinelli è nei dintorni, al 4504 di Mullen Lane). I saldi della Telecom agli spioni sono vari e anche cospicui. Si va dai 1.200 euro dell'"Operazione Pira" (3 marzo 2005, la distruzione dell'archivio della Security, una volta avviata l'inchiesta giudiziaria) ai 156 mila dell'Operazione Gancio (14 gennaio 2005) o ai 240 mila dell'"Operazione Zucca" (12 gennaio 2005). E' singolare che non ci sia un'unica fonte di pagamento. A volte il dovuto agli spioni è liquidato da Telecom Italia, via Torino 2. A volte, dal Centro servizi amministrativi della Telecom, piazza Affari 2. E' poi singolarissima la forma di pagamento. Niente "check". Niente "credit card". Sempre e soltanto "cash", come si legge nelle note della banca americana. Moneta sonante, dunque. La procedura inusuale conferma, comunque, che lo spionaggio non è stato retribuito da una sola sorgente di pagamento. Dunque, non solo dalla Security di Giuliano Tavaroli. Da chi, allora? Aiutano a sciogliere il nodo alcune lettere pre-stampate sequestrate a Bernardini. "Il vicepresidente per l'Europa della Global Security Services" (così firma le missive), il 15 febbraio 2005, spedisce un preventivo di 77 mila dollari per servizi di "competitive intelligence area nazionale e Svizzera, Inghilterra e Brasile" non a Giuliano Tavaroli, ma al "dott. Valente". Il "dott. Valente" è Giancarlo Valente, il gestore del "Fondo del Presidente" della Telecom, Marco Tronchetti Provera. E non poche operazioni di intelligence (sei su dieci, stando ai primi atti dell'inchiesta), sono state retribuite da Giancarlo Valente con risorse di quel "Fondo". (29 gennaio 2007)
 
#16587 NON ABBIAMO BISOGNO DI SQUILIBRATI
scritto il 29/01/2007 08:40:14 da GIANNA PAVLA
Leggo ke Vessicchio "sta dando i numeri", "è uscito pazzo", "ne dice di cotte e di crude", "kiede l'eliminazione fisica dei comunisti"...1. io sono juventina e comunista, da maggio lotto contro l'ingiustizia subita: il signor Vessicchio cominci pure da me la sua opera!2.I giocatori nn si toccano: senza penalizzazione avremmo già vinto il campionato; merito di Vessicchio? NO,di Deschamps, Balzaretti, Birindelli, Camoranesi, Trezeguet, cioè di tutta la squadra.IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI
 
#16575 Perché far finta di niente: il complotto è stato d
scritto il 29/01/2007 07:49:11 da CORSARO
Il nostro movimento è giusto che sia apolitico perché la Juve va oltre la politica ed il esso è giusto che trovino la loro casa Juventini di tutte le razze ed orientamenti politici. Altra cosa è la lapalissiana matrice del complotto di cui siamo stati vittime: tutta di sinistra (ROSSI,BORRELLI,MELANDRI,PRODI). Uno degli errori commessi è stato quello che ha visto gli accusati accusarsi tra loro mentre invece dovevano coordinare le loro strategie disconoscendo Rossi e la sua "giustizia.
 
#16563 x marco
scritto il 29/01/2007 02:01:40 da PAOLO44
Già. mi ricordo la lettera di Gabriele Cagliari(93), lasciato in cella a ferragosto perché il giudice andava in vacanza, suicidatosi scatenando una mezza rivolta a S.Vittore. Atto d'accusa durissimo contro gli abusi di potere. Ma per la rivoluzione è tardi,in Italia. Siamo già in uno stato di polizia , ed il potere sta spandendo le sue grinfie clientelari sempre più a fondo. Anche la vicenda Juve gronda di arroganza del potere, economico politico e giudiziario, che schiaccia i non allineati.
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