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Articolo di N. REDAZIONE del 13/08/2010 16:15:09
Noi Juventus. Nata bianconera

 

Avevo sei anni e due sorelle maggiori: una di 8 anni e l'altra di 15. Quella di 15 anni ossessionava mio papà perché le permettesse di uscire, quella di 8 chiedeva sempre di essere portata ai giardini in bicicletta. Io presi da parte mio papà, amante del calcio e (ahimè interista) e gli dissi: "Papà voglio andare allo stadio a vedere la Juve!".
Mio padre mi rispose che lo stadio non era posto per una bambina e che mi avrebbe portata ai giardini con mia sorella. Puntai i piedi, gli dissi che andare ai giardini andava bene, ma io alla domenica era allo stadio che volevo andare. E non solo: iniziai a raccogliere le figurine Panini, esultando ogni volta che aprendo il pacchetto tanto sognato ci trovavo dentro un giocatore vestito in bianco e nero: Bettega, Causio, Altafini, Zoff…questi erano i giocatori che allora trovavo così belli, così bravi, così grandi!

Alle 7 di sera, la domenica, replicavano un tempo di una partita di serie A e, quando la partita trasmessa era della Juve, mi sedevo sulle ginocchia di papà e la guardavo con lui, con un entusiasmo e una passione assai strana per una bambina così piccola. Ora ricordo con un sorriso la preoccupazione che questo mio comportamento suscitava in mio padre! Non ci misi molto a convincerlo che il calcio per me non era un capriccio, ma una vera passione! E così lo convinsi a portarmi finalmente allo stadio. Era il 1974, Juventus-Ascoli. Finì 4 a 0 per noi. Ero estasiata, incantata a godermi quello spettacolo che avevo tanto sognato. Ma mio papà mi portò in tribuna e io ad un certo punto gli indicai quella che allora si chiamava "curva Filadelfia" e gli dissi: "io voglio andare lì, lì fanno il tifo, qui non mi piace".
Inutile dire che la mia richiesta non fu soddisfatta. Andai ancora spesso allo stadio, ma sempre in tribuna. Finché non arrivarono i miei 15 anni e, con i soldi che faticosamente avevo accumulato nel corso degli anni, andai decisa ad acquistare l'abbonamento (rigorosamente in curva Filadelfia) e per i successivi 4 anni non ho mai perso una partita, con le conseguenti discussioni familiari che ben potete immaginare.

La Juve mi era entrata nella testa, nel sangue e nel cuore, come un qualcosa di grande, di immenso che niente e nessuno è mai riuscito a sradicare da dentro di me nel corso degli anni. Ecco perché il mio avatar è "mannouccisolanima" perché quel giorno ho pensato che non era stata uccisa solo l'anima di Moggi, ma anche quella di quella bambina che ha fatto della Juve la sua passione di vita.

Oggi mi rendo conto che quell'anima non è stata uccisa, è stata solo ferita da una risma di personaggi che non potevano sopportare la nostra grandezza, il nostro stile, la nostra unicità. Oggi sogno il ritorno di "quella" Juve, della mia, della nostra Juve. Ci hanno piegato ma non distrutto. Soprattutto non hanno distrutto un amore che dura da decenni. Quella bambina è diventata ragazza, poi donna. Ma la sua passione ha sempre e solo un nome: JUVENTUS.

P.S.: oggi mio papà è diventato il primo anti-interista presente sulla faccia della terra. Qualcosa di buono sono riuscita a farla anche io, non vi pare?

Di mannouccisolanima
 
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