Gli occhi di tutti i ragazzi erano fissi su di Roy, le bocche aperte in un'espressione di puro sbigottimento. Senza dubbio più di uno si stava chiedendo se non fosse tutto un sogno, ovviamente non uno dei migliori. Altri immaginarono per un attimo di essere su uno di quei programmi olovisivi molto in voga anni prima, dove un personaggio celebre veniva ripreso a sua insaputa mentre era vittima di uno scherzo ai suoi danni. I restanti pensarono semplicemente che il loro mister doveva essere impazzito.
Giocare una partita ufficiale, in un vero stadio, contro una squadra vera. “Non l'avrei proposto, se non avessi avuto fiducia nei vostri mezzi.” disse Roy. Già. Purtroppo erano i ragazzi a non averne abbastanza. “Aspetto una conferma, ma credo che accetteranno. Dopotutto per loro è una ghiotta occasione per fare propaganda politica, per noi è l'unica occasione per ottenere la libertà di Tom... e, forse, per cambiare qualcosa.” Nello stanzone c'era ora un silenzio irreale; da qualche parte, là fuori, un uccello, forse un rapace, lanciò il suo grido stridulo; Fats pensò che erano anni che non ne sentiva uno, eccezion fatta per i suoni sintetizzati all'interno dei padiglioni del museo di scienze naturali. Poi, all'improvviso, Patty si alzò in piedi e sbottò: “E allora? Ci state ancora pensando?” Tanto i ragazzi quanto il mister non si aspettavano quest'uscita della sorella di Pauli, che continuò: “Già, voi siete i campioni in carica... ma quanto siete belli... ma quanto siete bravi... siete capaci solo a fare i grand'uomini con quelle zoccolette delle vostre compagne della scuola, ma come vi trovate davanti un ostacolo serio, ah, no! Fate l'unica cosa che siete davvero abituati a fare sempre... scappate!” Gli occhi della ragazza erano di autentico fuoco. Qualcuno la ascoltava guardandola senza parlare, mentre altri, tra i quali Paki, tenevano la testa bassa fissando il pavimento. Tom in fin dei conti era con lui, quando lo arrestarono. Ma Paki era riuscito a scappare, forse anche grazie alla caduta dell'amico che rallentò gli inseguitori. “Da una vita giocate a football di nascosto, maledicendo la Federazione, il Governo e chissà chi altro. Continuate a menarla su come meritereste di giocare coi professionisti, su cosa fareste, su cosa vorreste... bene! Intanto continuate a stare qui nascosti come topi, a fumarvi quello schifo di Erba del Paradiso, e vi piangete addosso perché un vostro amico, uno di voi, è finito all'Hotel. Adesso il tempo delle chiacchiere è finito. Dimostrate che siete uomini e non pupazzi! ...sempre se è così, s'intende!” Pronunciando queste ultime parole, la ragazza si voltò ed uscì dallo stanzone; passando vicino a Roy, gli strizzò l'occhio e gli sussurrò: “Mister, ora sono tutti tuoi...”
Roy si schiarì la voce... guardò i ragazzi davanti a lui e non trovò altro da dire se non: “Beh... penso che al massimo domani ci faranno sapere...”
La sera seguente, i ragazzi erano al solito campo d'allenamento. Improvvisamente una grossa moto ad idrogeno liquido si fermò ai bordi del campo. L'uomo che era alla guida scese e si incamminò verso i ragazzi, che nel frattempo avevano smesso di palleggiare; Roy gli si fece incontro, ed i due parlarono tra loro per qualche minuto. Poi, Roy si staccò da lui e si diresse verso i ragazzi: “La Federazione ha accettato la nostra proposta... si giocherà tra una settimana...” Un brivido corse lungo la schiena dei giovani calciatori. Quello che era sempre stato il loro sogno fin da bambini ora si stava avverando, ma i suoi lineamenti erano sempre di più quelli di un incubo. L'uomo della moto, nel frattempo, si era avvicinato alle spalle di Roy, sempre tenendo il casco sulla testa e la visiera semi-sollevata. Pauli, forse per darsi un tono, chiese: “Sempre se tra una settimana saremo ancora liberi... dopotutto questo signore dev'essere uno di quei bellimbusti della Federazione, e visto che ora -a quanto pare- sanno dove trovarci, penso che una di queste sere ci verranno a prendere tutti coi furgoncini...” Prima ancora che il ragazzo finisse di parlare, l'uomo col casco si era già mosso. Rapido come un fulmine, aveva letteralmente sradicato il pallone che Pauli teneva fermo sotto la suola dello scarpino, aveva fatto un passo ed aveva lasciato partire una fucilata verso la porta del campo di allenamento. I ragazzi, o almeno la maggior parte, avevano fatto appena in tempo a vedere la palla che si insaccava appena sotto la traversa. Poi, con calma, l'uomo si tolse il casco rivelando un volto ben noto a tutti. “Non vi succederà nulla, avete la mia parola.” disse, guardando Pauli negli occhi “per questa settimana tutte le operazioni di polizia contro il football clandestino saranno sospese. Hasta luego...” E, dopo essersi rimesso il casco, se ne andò.
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