La settimana seguente, per i ragazzi, fu surreale. Tutti i media del Paese presentavano la partita che avrebbe avuto luogo di lì a poco, l'evento dell'anno. Roy e la sua squadra erano, probabilmente, i veri personaggi del momento. Ma non nel senso positivo del termine. Già, perchè i mezzi d'informazione governativi li stavano dipingendo come un manipolo di sovversivi, soggetti antisociali, degni figli dei costumi depravati tipici di chi sceglie una vita ai margini della legalità e dell'Ordine. E contro questi parassiti si sarebbe prontamente attivata la giusta cura: avrebbero affrontato la loro Nemesi, i Campioni della Federazione, coloro che li avrebbero schiacciati senza dubbio quale monito a chi osasse contrapporsi al Governo ed alle sue leggi. “Beh, una cosa buona c'è...” disse Fats a Pauli durante una pausa dell'allenamento. “Ah sì? E quale sarebbe?” “Almeno per questi giorni ci possiamo allenare senza dover temere che i Vigilantes arrivino a pizzicarci! Niente retate e niente controlli fino alla partita!” “Niente controlli? Ne sei proprio sicuro?” La voce, proveniente da dietro di loro, era quella di Roy, che poi indicò ai due ragazzi lo stradone polveroso dove anni prima la sua automobile stava per essere colpita da un pallone. Dietro la recinzione, due uomini in vestito gessato ed occhiali scuri seguivano con malcelato disinteresse l'allenamento della squadra. Se Fats e Pauli avessero potuto osservarli più da vicino, si sarebbero certamente accorti che uno dei due stava riprendendo tutto con una micro-camera installata al posto di una delle lenti scure.
“Non posso dire che non mi aspettassi qualcosa di simile” continuò Roy “ma in fondo mi fa piacere che quei due siano stati mandati qui apposta per spiarci...” Fats e Pauli si voltarono incuriositi verso il loro mister. “Pensateci, ragazzi... noi davanti a loro siamo zero. Siamo meno di zero. Come strutture, come mezzi, come... come tutto! Potrebbero fregarsene completamente. E invece mandano due Federali, a spese dei contribuenti, qui a seguire ogni nostro allenamento, ogni passaggio, ogni schema.” “Ma allora...” stava per interromperlo Pauli. “Già, Pauli... allora anche loro hanno paura di noi...”
Le immagini riprese dall'uomo in gessato nero erano ora trasmesse su di un grande schermo nella sala della Federazione.
Un team di tecnici le osservava, le rallentava, le rimontava insieme a modelli 3d olografici sovrapponendole ad immagini di altre squadre. Un potente elaboratore scomponeva una partitella cinque contro cinque in una mole impressionante di dati: passaggi effettuati, velocità del pallone, prestazioni atletiche di ogni singolo giocatore, zone del campo coperte e così via. Freddamente professionali nel loro lavoro, gli uomini in camice azzurro non si accorsero nemmeno delle immagini rubate dall'agente, durante le riprese, ad una ragazza che seguiva l'allenamento insieme ai ragazzi. La microcamera indugiava maliziosa sul fisico atletico della fanciulla, messo in risalto da una t-shirt sudata, ma quelli erano particolari di nessun conto ai fini del lavoro che si stava svolgendo in quel salone avveniristico.
Ore di riprese avrebbero fornito ai tecnici e, via loro, agli uomini della Federazione tutto quello che si poteva sapere riguardo ai ragazzi di Roy. Una dettagliata analisi riguardante sia la squadra nel suo insieme che ogni singolo giocatore.
“A ben guardare questi bambocci non hanno una posizione specifica, una vera e propria specializzazione. Quello che in un'occasione gioca a destra si sa adattare, la volta dopo, a giocare a sinistra. Quello che gioca in avanti la volta dopo si limita a coprire. Non dico che non ci siano attaccanti e difensori di ruolo, questo no, ma è fuori di dubbio che ognuno di questi bastardi, se ce n'è la necessità, si adatta a tappare qualsiasi buco. Tipico di queste squadrette di sovversivi” “Quindi?” “Beh, a dir la verità, c'è un ruolo dove -credo- avrebbero seri problemi a trovare un sostituto...”
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