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Articolo di L. BASSO del 04/12/2010 09:09:33
Kick it! 10- A FOREST

 

“Dove diavolo sarà andato quel cretino... con questo freddo, poi... Signore, cosa ho fatto di male per meritare un fratello così?” Patty borbottava tra sé mentre percorreva la scorciatoia che da casa sua, tagliando attraverso la vecchia centrale elettrica, portava fino al campo d'allenamento. I passi della ragazza risuonavano nel buio, mentre le sue imprecazioni producevano bianche nuvolette di vapore davanti alla sua bocca.
Pauli non era ancora rientrato a casa dall'allenamento; suo fratello le aveva detto di anticiparlo a casa, e che lui si sarebbe fermato ancora un attimo, ma ormai erano passate più di un paio d'ore e Pauli non si era ancora fatto vivo.
Il sentiero attraversava un boschetto composto da alberelli malaticci, ed il clima invernale contribuiva a rendere l'ambiente ancora più spettrale.
“Il tipico posto dove la ragazza del film, a un certo punto, inciampa in un cadavere” pensò Patty.
Improvvisamente il silenzio fu rotto da uno schiocco e da un tonfo improvvisi. Suoni ben noti alle orecchie di Patty, i rumori prodotti da un pallone calciato da un pallone contro un muro.
E infatti, appena arrivata al recinto della vecchia centrale, la ragazza vide Pauli e tirò un sospiro di sollievo. Il fratello stava allenandosi a battere calci piazzati verso una porta tracciata sul muro di uno dei vecchi capannoni.
Soffocò il primo impulso, che era quello di raggiungerlo e ricoprirlo di insulti per averla fatta preoccupare, e restò in silenzio a guardarlo: il ragazzo davanti a lei non era più lo sbruffone senza pensieri con cui aveva diviso la camera per tanti anni.
Di fronte a lei c'era un uomo.
Un uomo che vuole a tutti i costi conquistare il suo sogno, e si allenava in quello spiazzo gelido e buio concentrandosi tanto da perdere la nozione del tempo.
Decise così di non disturbarlo, prima o poi sarebbe stato lo stomaco a ricordargli la strada di casa.
Patty cominciò la strada del ritorno verso casa, ma presto si accorse di un'altra ombra che assisteva alla scena, seduta su di una panchina nascosta tra gli alberi. Sicuramente non era un Federale, non se ne sarebbe stato lì con le mani in mano, e perciò la ragazza decise di avvicinarsi.
L'ombra non si mosse, e presto Patty riconobbe i lineamenti di quell'uomo robusto che aveva osservato in silenzio gli allenamenti del fratello.
“Cosa fa qui, Mister?”
“Certo che tuo fratello ce la sta mettendo tutta, vero?”
“Beh, è facile sentirsi il migliore quando sei il più bravo della Compagnia, ma una cosa è affrontare i teppistelli della stazione della metropolitana, un'altra è scontrarsi contro dei professionisti...”
“Non sottovalutare la forza di quel ragazzo. Quando, due anni fa, ho cominciato quest'avventura, ammetto che non ci avrei scommesso un credito. Ma partita dopo partita, allenamento dopo allenamento, l'ho visto maturare come persona e come giocatore.”
Poi Roy continuò:
“E poi c'è un'altra cosa che gioca a suo favore.”
“Cosa?”
Roy si alzò dalla panca e fece due passi in avanti. Poi, dando le spalle alla ragazza, rispose:
“A vent'anni vivi di sogni. A trenta, vivi di desideri.”
Poi, in un soffio: “...e dopo, a quarant'anni, finisci a vivere di rimpianti”

Patty si avvicinò a Roy, ed i due rimasero in silenzio ad osservare in silenzio Pauli che continuava a battere calci di rigore verso la porta dipinta sul muro.
“A destra” disse ad un tratto la ragazza.
Dopo una breve rincorsa, Pauli calciò il pallone con potenza e lo mandò a sbattere nel rettangolo tracciato sul muro, vicino al bordo destro.
Patty si voltò verso l'allenatore. “Visto?”
Poi, al suo sguardo interrogativo, di voltò a guardare di nuovo Pauli che si preparava ad un nuovo tiro.
“Adesso a sinistra”
Rincorsa. Calcio. E pallone che sbatte sul muro vicino alla linea di sinistra.
“Non so nemmeno io come sia...un giorno mi sono accorta di riuscire a capire da che parte mio fratello stesse per tirare. Lì per lì pensavo fosse un caso, poi ho visto che ne azzeccavo nove su dieci... hmmm... adesso di nuovo a sinistra...”
Sotto gli occhi di Roy, il pallone calciato da Pauli colpiva un angolo della porta tracciata sul muro.
Naturalmente quello in basso a sinistra.
 
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