Giulemanidallajuve
 
 
 
 
 
 
 
  Spot TV
 
 
 
 
 
 
 
Juventus
Domenica 06/04/2025 ore 20.45
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
          PRESSING.... Farsopoli a puntate

Articolo di L. BASSO del 14/01/2011 08:22:51
Kick it! 14-FIGHTING THE WORLD

 

Roy guardò verso la tribuna delle autorità, e vicino alla lugubre sagoma del Console i suoi occhi scorsero il volto di Estevel, che a sua volta lo guardava mascherando a fatica lo stupore.
“Loco... cosa diavolo è saltato in mente a quel dannato hombre loco?” Naturalmente l'uomo calvo ignorava che, a convincere l'amico ad indossare nuovamente i guanti da portiere, non era stato un attacco di follia o un'improvvisa smania di protagonismo, ma la vile aggressione ai danni di Sal da parte di uomini di fiducia del Governo.
Le squadre si stavano disponendo sul terreno di gioco, e nel silenzio irreale risuonò la voce stentorea di Roy che dalla porta incitava i suoi ragazzi.

Poi il Sistema Automatico di Controllo diede il segnale di inizio della partita.
E per lo stadio fu come un collettivo risveglio dall'ipnosi; centodiecimila voci ripresero a ruggire incitando i loro beniamini.

Superato il primo istante di timidezza, Push si lanciò a testa bassa in avanti, scambiò il pallone con Pauli, superò agilmente due centrocampisti ed aprì il gioco per il rapidissimo Paki. Questi stoppò il pallone e, con gesti ormai mandati a memoria dal suo cervello e dal suo corpo, partì verso la porta avversaria. Un difensore di colore lo attendeva all'ingresso dell'area di rigore, simile ad un grosso droide dagli occhi privi di qualsiasi emozione.
Paki stava ancora pensando di “puntarlo” per sfruttare la sua velocità, la sua arma migliore, quando il difensore si mosse.
Lo scontro fece volare letteralmente via il ragazzino, mentre lo stadio esplodeva di gioia per l'intervento del proprio campione.
Paki si ritrovò per terra, il sapore ferroso del sangue in bocca.
Ma nessun segnale dal Sistema Automatico di Controllo interruppe la partita. Il colosso d'ebano, probabilmente, aveva rubato regolarmente la palla al ragazzo, e solo la differenza tra il fisico statuario del primo e quello esile del secondo aveva causato quello sgradito volo con atterraggio sul prato sintetico.

Da alcuni anni, infatti, il mondo del football aveva conosciuto una delle più importanti rivoluzioni in campo regolamentare. Dopo secoli di discussioni sugli arbitraggi, e dopo milioni di episodi “dubbi” che ai più facevano sospettare connivenze e corruzioni, la figura dell'arbitro era stata eliminata.
A dirigere le partite, da qualche anno, era un sistema completamente automatizzato.
Decine di telecamere olografiche riprendevano il terreno di gioco da qualsiasi angolazione possibile, ed inviavano i loro dati ad un elaboratore centrale.
Qui le immagini venivano processate in frazioni di secondo con l'ausilio di simulatori 3D, ruotate, analizzate ed in men che non si dica il Sistema era in grado di valutare ogni episodio con una precisione del 99,999% (stando ai dati forniti dalla Ditta produttrice).
Con l'avvento di questa importante novità, come si può ben immaginare, avevano perso ogni significato le polemiche che, fino ad allora, avevano sempre viaggiato a braccetto col football.
Niente più proteste per le decisioni arbitrali, niente più moviole, niente più trasmissioni trash per discutere ore ed ore se la palla fosse entrata o no, se il giocatore fosse in fuorigioco o no.
Il football era un gioco finalmente pulito e libero da ombre e sospetti. Questo il messaggio che imperversava ovunque.

La palla, nel frattempo, era già nell'altra metà campo: due passaggi rapidi, la palla che passa come in un gioco di prestigio dal piede sinistro a quello destro ipnotizzando Fats, ed un'autentica sassata parte dal limite dell'area verso la porta difesa da Roy.
Nella vita ci sono cose che non si dimenticano. Una volta che hai imparato a nuotare, puoi evitare per anni di entrare in acqua, ma non per questo scorderai quei gesti, quelle meccaniche che ti consentono di restare a galla.
Roy, in tutti questi anni era invecchiato, si era appesantito, e tutta la sua attività sportiva si era ridotta alle poche partitelle con quel gruppo di impiegati, alla difesa di quella porta tracciata sul muro di un magazzino. Mai e poi mai avrebbe immaginato di ritrovarsi in uno stadio come tanti anni prima.
Ma come un computer rimasto a lungo in stand-by, che si accende in un attimo al primo comando, il suo cervello ed il suo corpo reagirono a quell'ordine scritto nel più profondo dei suoi neuroni; l'istinto animale, prima che la vista, avevano percepito quel pallone. I tendini ed i muscoli erano scattati come la corda di un arco, ed il pugno di Roy era andato a respingere il tiro.

Allontanata la palla, Roy si rialzò, e con un paio di urla delle sue mandò a quel paese ed incitò allo stesso tempo i suoi difensori. Poi diresse uno sguardo verso la panchina, dove una nervosa Patty seguiva la partita.
Le sorrise, e fece verso di lei il gesto col pollice alzato come a dire “tutto bene”.
Patty rispose al sorriso.

Ma entrambi, nel loro cuore, sapevano che non era proprio “tutto bene”. E centodiecimila voci urlanti erano lì a ricordarlo.


 
  IL NOSTRO SONDAGGIO
 
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
  TU CON NOI
   
 
   
 
  AREA ASSOCIATI
   
 
 
 
  DOSSIER
   
 
   
 
  LETTURE CONSIGLIATE
   
 
   
 
   
 
  SEMPRE CON NOI
   
 
   
 
Use of this we site is subject to our