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Articolo di G. FIORITO del 22/06/2012 10:43:11
Tutta colpa di calciopoli. 14° L’altra Calciopoli

 

Parte I - Genesi e sviluppi

3) – La scoperta delle intercettazioni nascoste. Il limbo dove la giustizia si smarrisce

I tanti “si dice” ascoltati anche a Napoli hanno alzato il sipario su alcune consuetudini a suo tempo giudicate abbastanza lontane dall’etica sportiva, ma abbastanza comuni a tutti i dirigenti di squadre di calcio.
Chi più chi meno. Emerse alla fine di marzo del 2010 e non nell’estate del 2006, perché Luciano Moggi ha deciso di andare fino in fondo a questa storia, dotandosi di un ottimo collegio di difensori e di un consulente informatico che sciogliesse il nodo cruciale: come potesse essere possibile che esistessero intercettazioni che coinvolgessero soltanto la Triade juventina.
Come ha spiegato Prioreschi nell’arringa difensiva del processo di primo grado, la scoperta avviene seguendo l’indizio di un’informativa nella quale si faceva riferimento a un’intercettazione del 5 gennaio 2005 nella quale Bergamo comunicava alla Fazi che nel corso di una telefonata con Moratti, questi gli aveva parlato di una cena con Facchetti. Ma di questa telefonata non c’era traccia.
C’erano circa 170.000 intercettazioni, ma di fatto ne mancavano molte. Secondo i consulenti i progressivi saltavano diversi numeri e si rendeva necessario chiedere i tabulati ai gestori. I brogliacci erano di scarso aiuto, apparivano incompleti, erano illeggibili e quando contenevano l’oggetto, era sbagliato.
I consulenti di Moggi hanno iniziato a sbobinare i cd e hanno reso noto tutto quello che non era stato scoperto o diffuso in seguito alle indagini dei carabinieri e all’inchiesta della procura di Napoli. Chi sa se il pm Narducci si aspettava questo colpo basso quando prese per buona l’inchiesta di quelli che la stampa ha definito “I magnifici 12”, capitanati da Auricchio, Arcangiolo e Di Laroni, esponenti dell’arma dei carabinieri che in questi sei anni hanno anche beneficiato di qualche avanzamento in carriera. Come il pm Filippo Beatrice, nominato dal CSM sostituto alla Procura Nazionale Antimafia e rimpiazzato da Stefano Capuano. Come l’ex maggiore Auricchio, frattanto divenuto colonnello e come Narducci, che ha abbandonato il processo appena conclusa l’arringa di 18 ore che egli stesso ha definito da record.
Dal giugno 2011 sono entrati a far parte della giunta comunale di De Magistris a Napoli nelle funzioni di capo di gabinetto e assessore alla sicurezza. Tutti compresi in un elenco di gratificati per aver contribuito ad affossare una delle squadre di calcio più nobili e ricche di fascino, gloria e trofei e tutti provenienti da settori investigativi e dell’amministrazione della giustizia dello stato.
Persone in mano alle quali l’Italia e gli Italiani mettono le loro sorti per la salvaguardia del paese e la garanzia di una giustizia equa per tutti. Sentinelle della democrazia e dei diritti dei cittadini. Costretti a volte a lavorare sul limite di una deviazione inquietante. Nei territori oscuri dove hanno trovato la scena più propizia gli scandali più noti e meno chiari della Repubblica Italiana.
Sul confine labile tra stato, servizi segreti, politica, massoneria, realtà e immaginazione. Un territorio incline alle nebbie dell’interesse, che frastaglia e muta i limiti e dentro il quale non si riesce a diradare le brume. A definire i contorni.
 
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