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Articolo di G. FIORITO del 09/09/2012 14:26:11
Tutta colpa di calciopoli. 14° L’altra Calciopoli

 

Parte I - Genesi e sviluppi

4) - Intrecci Telecom, Inter, calciopoli. Piaccia o non piaccia

Nel caso di calciopoli questo punto di non ritorno sembra raggiungere l’abisso dove convergono il processo Telecom di Milano e quello conosciuto come calciopoli di Napoli. Indizi, coincidenze. Fatto è che Guido Rossi, il commissario straordinario nominato alla FIGC quando scoppia lo scandalo, arriva diritto dai consigli di amministrazione di Telecom e Inter. Non è un esperto di diritto sportivo, ma societario. Nomina capo dell’ufficio indagini Saverio Borrelli, che si porta dietro un tenente colonnello della finanza: D’Andrea, poi capo dell’intelligence interna di Telecom. In pratica prenderà il posto di Tavaroli, un ex brigadiere dei carabinieri che a sua volta Tronchetti Provera, arrivando alla Telecom (privatizzata alla fine degli anni ’90) e diventandone presidente, porta con sé essendo stato il capo della security di Pirelli e suo uomo di fiducia.

Parafrasando Giuseppe Narducci, si potrebbe dire piaccia o non piaccia. Le parole famose pronunciate dal pm in data 27 Ottobre 2008, nella sua requisitoria di apertura del processo celebrato con rito abbreviato nei confronti di 11 imputati, tra i quali Antonio Giraudo, furono: ”Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo…”. I fatti hanno provato il contrario, anche se in un’intervista del 13 settembre 2011 alla Gazzetta dello Sport l’ex pm ha provato a delegare le responsabilità della selezione delle telefonate alla FIGC, volendo dare alla frase il significato che le intercettazioni a carico dei tanti dirigenti non juventini emerse a Napoli non avessero a suo avviso rilevanza penale. Smentendo le dichiarazioni dell’altro pm Beatrice, nel 2008 al suo fianco di fronte al gup De Gregorio, che ha invece dichiarato il 6 luglio 2010 al Corriere della Sera di non esserne a conoscenza fino a quando il lavoro delle difese le ha rese fruibili al processo di Napoli.

Nicola Penta, il consulente informatico di Moggi, ha trovato persino una telefonata che vede protagonista proprio Campedelli. Ma ciò che più conta, non solo sono emerse le telefonate del signor Massimo Moratti e del signor Giacinto Facchetti con i designatori arbitrali, ma persino con l’arbitro De Santis, che si sono curati di far pedinare e spiare, come il signor Vieri, per non citare le frequentazioni con l’arbitro Nucini. In un’intervista telefonica a Claudio Zuliani, il giorno dopo l’arringa di Prioreschi, Nicola Penta ha dichiarato: “Oggi a Milano c'è un processo Telecom, i maggiori intercettati sono Moggi e De Santis, la Juventus è parte lesa insieme alla Federcalcio, De Santis, Palanca e Gabriele. De Santis è stato pedinato da 6 persone al giorno per un anno, costo 65.000 euro con fattura intestata alla Pirelli, queste sono le cose importanti, la security Telecom pagata da Pirelli (ancora sponsor dell'Inter con 12,7 milioni di euro nel campionato 2011/2012), per quale motivo e perché? Ad un certo punto il signor Moggi, e ciò risulta dalle intercettazioni, aveva degli amici che gli hanno detto che avevano intercettato e parliamo del 2003; Moggi parlava di spionaggio industriale. Ecco perché venne quest'idea di utilizzare queste schede, questi sono forti su Telecom. . . ma si utilizzano ponti Telecom e anche con schede straniere chi comanda (e ricordiamo che Tavaroli era capo del Cnag centro di controllo di intercettazioni per le Procure della Repubblica) poteva intercettare chiunque; e queste cose le ho lette negli atti del processo Telecom e non me le invento io”.
 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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