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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Picenus del 07/04/2009 00:27:17
Il regista che non c'è
Qualche riflessione, di carattere tecnico più che tattico, va dedicata, ancor più dopo il match col Chievo, ai problemi del centrocampo che aduggiano non solo la Juve, ma la stessa Nazionale.

Poster, nel suo commento, non a caso si sofferma sulle carenze della Juve nella zona centrale del campo e scrive che” Marchisio va rivisto in un centrocampo serio”; “centrocampo penosamente in difficoltà”; “Camo prende in mano la squadra” “Cristiano...ma quando torni?”.
E dunque, è dell'organizzazione del centrocampo in generale, che voglio scrivere, cominciando dalla Nazionale.

Non c'è dubbio, Lippi ha sbagliato nel secondo tempo contro l'Irlanda. Ogni tanto capita anche al tecnico campione del mondo di non “saper leggere la partita”. Dislessico anche lui come succede spesso a Ranieri nella Juve. L'errore (marchiano) lo ha commesso quando ha sostituito Pirlo. Bisogna riconoscergli onestà intellettuale per aver ammesso lo sbaglio. Con quella mossa sciagurata ha trasformato il nostro centrocampo in una zona buia, priva dell'unico faro in grado di illuminare la scena. Centrocampo, dunque, regalato agli irlandesi, anche se le consegne ai nostri centrocampisti, orfani di Pirlo, non prevedevano, suppongo, l'arrocco ai limiti della nostra area per limitare i danni.
Ma poi questo è successo.

Il fatto è che la botte dà il vino che ha (per usare un luogo comune). Assalto dopo assalto, spiovente dopo spiovente, alla fine la nostra fortezza è crollata. Inevitabilmente direi.

I vari Palombo, Brighi, Dossena, De Rossi, Perrotta , (gli stessi Aquilani, Montolivo e Marchisio, se ci fossero stati) sono ottimi mediani e interditori efficaci ai quali, ogni tanto, riesce pure il lancio geniale, ma si tratta di episodi rari. Non sono e non possono essere (poi spiegherò perché) dei creativi uomini-squadra (spero di sbagliarmi per quanto riguarda il futuro di Marchisio).
Il classico regista di centrocampo, quello che 'prende per mano' la squadra, è un'altra cosa.

I Boniperti, i Rivera, i Falcao, i Platini, i Maradona e via elencando, erano uomini-faro perché abbinavano intelligenza, cultura calcistica, capacità organizzative, visione di gioco, lancio lungo preciso, tempestivo e smarcante, personalità debordante (in campo e fuori), a una TECNICA DI BASE SUPERIORE.( Il portoghese che cura le regia del centrocampo della Juve possiede forse qualcuna delle suddette doti? sì, forse i piedi-buoni; ma più che buoni...dolci).

Un play maker non eccelso come i 'mostri' di cui sopra, beninteso, ma pur sempre in grado di dare ordine alla squadra dimostrando buona personalità e carattere, in possesso del lancio lungo e calibrato per il compagno lanciato in profondità, ce l'abbiamo...ma in infermeria, e risponde al nome di Zanetti. La mancanza di questo giocatore, ben dotato anche tecnicamente, ma dai muscoli di vetro, è stata esiziale per la Juve. Lui è il nostro Pirlo.

Ed ecco il punto: la tecnica, 'i fondamentali'; avere il piede magico, il sinistro di Dio, fare il metronomo ecc. Si tratta di 'stigmate' che affiorano (possono affiorare) se sono coltivate a tempo debito con costanza e convinzione.

Se Pirlo, oggi come oggi, è l'unico calciatore italiano in grado di ricoprire dignitosamente il ruolo assai delicato del regista ispirato, vuol dire che siamo messi male; il centrocampista del Milan è un'eccezione, una stranezza nel panorama poco esaltante del nostro calcio.
Ma perché? Io penso (e non da ora) che la colpa di questa situazione ricada sui tecnici delle giovanili che non curano, come invece succede all'estero (penso soprattutto alle scuole di calcio sudamericane), le tecnica individuale, i cosiddetti' fondamentali', per capirci.

Un centrocampista tecnicamente grezzo, non potrà mai assurgere al ruolo di facitore di gioco. E, se ci prova, l'orchestra stona.
Dare velocità, ordine, ritmo, rapidità di esecuzione al gioco, presuppone che la palla, prima di essere indirizzata con precisione e con tempestività al compagno che 'detta' il passaggio, ha da essere stoppata a dovere, addomesticata in tempi rapidissimi, sennò si perde l'attimo e si incassa la giusta protesta del proprio compagno che ha profuso energie in uno scatto inutile.

Questo è solo un esempio. Non si contano, nella nostra Nazionale , (ma anche le squadre di club non scherzano), i passaggi sbagliati a centrocampo, zona nevralgica come si sa. Le conseguenze? affannosi inseguimenti a caccia di avversari involatisi palla al piede.
Un grande campione del passato, mi pare fosse Maradona, raccontava che da adolescente, allenandosi nelle giovanili del suo paese, impiegava la maggior parte del tempo a ribattere , ora col piede destro, ora col sinistro, il pallone contro il muro, spesso ad occhi bendati. Per affinare la tecnica, per ammansire la sfera, capirla, 'assaggiarla', studiarne le reazioni anticipandone i movimenti, intuendo le direzioni verso cui si dirigerà, e così rendendo più reattivi gambe e piedi.
Per padroneggiare la situazione, assoggettando la palla al 'potere' del giocoliere, ancorché temporaneamente accecato.

Qui in Italia siamo estenuati (sui giornali, in Tv, nei blog) da stucchevoli logomachie sui moduli di gioco e sugli schemi tattici da adottare in campo: meglio il 4-4-2, o il 4-3-3, o il 4-3-2-1 o che altro?
Ora io non voglio dire che affrontare queste tematiche non sia cosa utile; il fatto è che si perde troppo tempo dietro ai tatticismi e agli schemi di gioco e si trascurano riflessioni sulle metodologie adottate per allevate le giovani speranze del nostro calcio. La tecnica, questa sconosciuta!

Occorrerebbe che la Figc si facesse carico di studiare in tempi brevi e di implementare un progetto ad hoc, con valore vincolante per tutte le società, che fissi tempi e regole da adottare nei settori giovanili di tutte le società professionisiche di questo Paese. Tale progetto dovrebbe, ovviamente, privilegiare un tipo di preparazione che dedichi un congruo numero di ore settimanali a sviluppare ed affinare la tecnica di base, in particolar modo di quei giovani vocati alle mansioni proprie del centrocampista d'ordine.

Lippi, per tornare alla Nazionale, utilizza quel che passa il convento.
Se poi gli capita di avere il quarto d'ora del coglione e mette Pirlo a fare lo spettatore, la frittata è servita.

P.S. Pare che Zanetti sia prossimo al rientro. Rinunciare contemporaneamente a lui e a Sissoko è risultato devastante per il nostro centrocampo e l'organizzazione della squadra ne ha risentito pesantemente. Questo al di là delle pochezze del tecnico.
 
 
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