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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Mauro Nero del 12/11/2013 21:10:55
Venticinque centimetri... sopra il cielo
Sono bastati venticinque miseri, impalpabili centimetri per rianimare gli antijuventini a tempo pieno.
Distratti ed illusi, fino ad oggi, dalla cavalcata romanista, loro malgrado, sono stati rigettati nella realtà cupa di una supremazia che dura indisturbata da più di due anni.
E allora, giù di sciabola e fango, i nostri sprovveduti commentatori della domenica, scribacchini in cassaintegrazione perpetua, hanno immediatamente riaffilato gli strumenti della menzogna e della mistificazione, per cercare di fare passare il messaggio che in quei venticinque centimetri si sia risolta un’intera partita.
Il dominio territoriale pressoché costante dei ragazzi di Conte e i capolavori di Pirlo e Pogba non contano nulla, ovvero mai sarebbero esistiti se non ci fossero stati quei dannati venticinque centimetri.
Veri filosofi di un originale rapporto di causa ad effetto.
Gli stessi che di fronte al rigore immenso non concesso alla Fiorentina nella partita contro i partenopei avevano commentato, laconici, che gli arbitri possono sbagliare, oggi ammiccano, insinuano; rispolverano il furbo e vigliacco armamentario antibianconero.
Cercano con mezzi diversamente calcistici, di orientare coscienze e condizionare soggetti e protagonisti che verranno.
Un gioco sporco al quale siamo da tempo abituati. Lo stesso espediente ci viene scatenato contro da quando esiste il calcio italiano e chi lo domina.
Le curve della Juve – peraltro, nessuno lo dice, quasi per intero affollate da meridionali – insultano i tifosi del Napoli? Anatema! Squalifiche e commenti caustici piovono da ogni dove.
I tifosi del Napoli mandano all’ospedale quelli avversari, lanciando oggetti frutto del saccheggio di parte dell’impianto? Chissenefrega!! Ci sono sempre quei maledetti 25 centimetri che possono condizionare un intero campionato.
Striscioni e cori contro i morti dell’Heysel? Ma dai! Vuoi forse paragonare questi sporadici episodi agli insulti sull’igiene personale di un intero popolo?
Veri filosofi di un'etica ed estetica a colori alterni.
Insomma, per nostra fortuna, stiamo parlando del vecchio, trito e ritrito ciarpame che riempie le bocche di fuoco – dopo il 2006, ad onor del vero, ormai sfiatate – dell’altra metà del mondo calcistico tricolore.
Nulla di nuovo sotto il cielo. Il solito “nientismo” che cerca di sdradicare dal campo padrone il più bel gioco del mondo per dare un senso a ridicole professioni e ad ancor più risibili passioni calcistiche.
Poveretti! In fondo mi fanno pena.
Si erano convinti che con l’aiuto di pubblici ufficiali disattenti, aziende di telefonia, istituzioni sportive pregne di “incompetenza” e qualche infiltrato in famiglia, sarebbero riusciti ad estrometterci definitivamente da una storia che ci appartiene per diritto dinastico.
Invece, siamo di nuovo su, in alto. Vincenti e fieramente antipatici, proprio come non piaceva ai simpaticoni che un giorno si misero in testa di farci diventare un inter qualunque; simpatici e perdenti.
Juventini ed antijuventini, tertium non datur: magari potrebbe essere l’idea per qualche scritta estemporanea sulle nostre maglie.
Il nostro scaltro condottiero tutto questo lo aveva previsto dal principio. Lui il mondo Juve lo ha vissuto in tutti i suoi aspetti. La spia rossa è accesa da tempo. Ma noi, come sempre, rispondiamo con l’unica cosa che sappiamo fare meglio di tutti, giocare al calcio e vincere.
Noi siamo la Juve.
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