Era una grande occasione, un'enorme ed unica occasione per distinguersi definitivamente da tutti gli altri: lo Juventus Stadium nuova e stupenda casa bianconera agli antipodi da tutto quanto avevamo sopportato per lunghissimi anni nel vecchio Comunale e nel freddo Delle Alpi. Talmente diverso e talmente bello da farlo sembrare un sogno: ma presto il sogno è svanito, sono ricomparsi gli striscioni e le bandiere che non permettono la vista a chi sta dietro, nelle curve non puoi sederti al tuo posto e non puoi stare in alcuni settori, ultimamente sono ricomparsi anche i fumogeni, alcuni entrano con tessere e carta identità alla mano, perquisiti da cima a fondo, altri entrano senza biglietto accompagnati da “strani personaggi”, persino gli ospiti che dovrebbero avere biglietti nominativi e non avere conoscenze in loco, entrano con striscioni, petardi e si permettono di devastare tutto per tre anni di seguito senza che nessuno intervenga.
Peccato che una curva chiamata “Curva Scirea“ non abbia la capacità di meritarsi questo nome, di onorare un personaggio che avrebbe condiviso poco di quanto ci avviene dentro, non abbia la capacità di essere unica, come unico era il grande Gaetano, di onorarne la memoria amando i nostri colori al di sopra di tutto e di tutti.
Io ci vado ogni partita in questa curva e vi garantisco che ogni volta penso a come sarebbe meraviglioso che i ragazzi dei Viking, dei Drughi, dei Tradizione, del Nucleo , si sedessero ad un tavolo per pianificare coreografie e cori di solo incitamento per i nostri colori, senza badare a chi ti trovi di fronte perché sai che i ragazzi hanno bisogno di questo e non di sentire insultare gli altri.
Sono fuori per due partite e anche si mi separano 300 km da Torino andrò ugualmente allo Stadium, mi siederò fuori dall’entrata della mia curva e seguirò la partita sul mio telefono perché non saranno sicuramente le ”discriminazioni territoriali” a tenermi lontano da questa squadra, che non merita di giocare in una casa mezza vuota.
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