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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Stefano Bianchi del 10/01/2014 18:10:43
Giustizia sportiva e Vulcaniani
La FIGC, che si è recentemente scoperta un ruolo educativo anche nei confronti dell’infanzia, vista la punizione inflitta a una nostra curva di bambini rea di cori offensivi, aveva squalificato la Curva Sud (due turni di campionato) e la Curva Nord (un turno) dello Juventus Stadium per cori anti napoletani. La stessa Federazione non ha preso in considerazione la devastazione dello spazio loro assegnato allo Stadium da parte dei tifosi napoletani e il relativo lancio di macerie, tubazioni, sacchetti di urina (e altro) verso i tifosi dei settori vicini, alcuni dei quali hanno avuto necessità d’interventi di pronto soccorso. Complimentoni: i bambini destinatari del messaggio educativo hanno capito che non si può offendere, mentre è permesso spaccare la testa alla gente e magari pisciare loro addosso.

Il tifo “contro” nasce parecchi anni fa. Se nell’antica Grecia i giochi di Olimpia vedevano la sospensione delle guerre tra le varie poleis e la celebrazione dell’armonia del gesto atletico in un’atmosfera a di pace e sacralità, il tifo da stadio come lo conosciamo oggi è nato nell’antica Roma. Qui il popolo (e gli imperatori) si svagavano a vedere gladiatori che si sgozzavano negli anfiteatri e a vedere corse di bighe e quadrighe nei circhi. Il fanatismo era di molto superiore all’attuale e le tifoserie erano già organizzate in gruppi detti “collegia”. Tutto ciò era fornito alla plebe come valvola di sfogo, tanto più necessario quanto più le precarie erano le condizioni sociali; gli eccessi erano tollerati fino a quando non degeneravano in veri e propri disordini di piazza: per questa ragione, tali manifestazioni sono state sospese più volte. Il tifo calcistico nasce invece nel Regno Unito, per il campanilismo esistente tra le varie città (e quartieri) e il senso di appartenenza che alcune industrie britanniche tentavano di incrementare sponsorizzando proprie squadre di calcio. Cosa che si è ripetuta anche in Italia, quando, ad esempio, il siciliano emigrato per lavorare in Fiat, tifava Juventus per amalgamarsi al meglio al tessuto sociale che l’aveva raccolto e quindi tifava contro le squadre dell’altra grande città del nord, Milano. Per non parlare del tifo per le squadre nazionali, in nome delle quali sono addirittura nate guerre, come tra El Salvador e Honduras, nel 1969.

Dal senso di appartenenza al sentirsi migliori dell’atro il passo è breve, e non sempre la competizione sportiva dirime la questione: ecco che nasce il tifo contro, le prese in giro, le offese anche pesanti. La federazione dice che in Inghilterra i tifosi sono tanti agnellini. A me, che il calcio inglese non lo vedo solo in televisione, risulta che allo stadio se ne dicano di tutti i colori, da “we will rock you” (“vi faremo tremare”) a “sheet you are” (letteralmente: “siete delle mrd”, liberamente tradotto in: “ora si viene”), il tutto con ovvie connotazioni di minaccia. Tranne poi dimenticare tutto e andarsene a bere una birra insieme. Anche i nostri proverbi non sono cordiali con alcune zone (“le parole le porta via ‘r vento, le bicirette ‘e livornesi”, “visentini magna gati”, “torinese falso e cortese”), ma l’Accademia della Crusca non si è mai sognata di punire le città colpevoli di … discriminazione territoriale. Che cavolo sia poi questa discriminazione territoriale, di cui nulla sa nemmeno l’UEFA, quell’UEFA che giustamente condanna il razzismo, ma non le risibili e reciproche prese per i fondelli. La FIGC vuol essere più realista del re ed eliminare una delle cose belle del calcio: lo sfottò. La gente aspetta il lunedì, poi sul luogo di lavorio, al bar, per SMS, si scatena. Perché non allo stadio? La differenza sta nel buon gusto e nel numero di persone coinvolte. Lo sfottò deriva dal senso di appartenenza, dall’aver dimenticato spending review e recessione per una rete segnata più degli altri, e se non arriva alla violenza, prendiamocelo per quello che è: oggi ti sfotto io domani lo farai tu. Differente, e molto, la discriminazione razziale: io posso pensare che il Ministro Cecile Kyenge non sia all’altezza del suo ruolo (non entro nel merito, è solo un esempio), e in un eccesso d’impeto politico potrei arrivare a dire che è un ministro di mrd; ma se com’è avvenuto, per esprimere lo stesso concetto, un politico la paragona a una scimmia, fa discriminazione razziale. Per lo stesso motivo, il fatto che sia nero, non mi può impedire di criticare il Signor Balotelli (che peraltro stimo molto come calciatore) quando mette in atto comportamenti da imbecille; metto invece in atto un’odiosa e inammissibile discriminazione razziale se gli faccio il verso della scimmia o gli tiro le banane.

Infine questa responsabilità oggettiva, antico mostro giuridico che colpevolizza le squadre per i comportamenti dei tifosi, con questo più recente aborto giuridico della discriminazione territoriale, non altro che nuova arma in mano ai ras delle curve per ricattare le società. Chi discrimino a non essere napoletano (magari scandendolo allo stadio: “io non so-no na-po-le-ta-no!”): si deve essere napoletani per decreto? E il non essere interisti, sarà mai considerata discriminazione affettiva, nuovo reato che ci farà chiudere tutto lo stadio quando ci sentiranno cantare “chi non salta interista è”? Pur nella certezza che i cori fossero un tantino meno innocenti, come si sa, il signor Tosel, (che anagrammato fa Lesto) si è precipitato squalificare le curve dello Stadium per cori anti napoletani. Tranne diventare lentissimo, anzi immobile, quando si è trattato ci comminare sanzioni nei confronti del Napoli per i noti atti di violenza a persone e strutture. Vi stupite? Io no: si tratta di quella stessa giustizia sportiva che, ormai edotta non certo grazie alle intercettazioni Telecom – Auricchio, delle malefatte della dirigenza interista (vedi atti del processo Napoli bis), continua a non revocare loro il cosiddetto scudetto di cartone.

PS. Comunico che col presente articolo ho discriminato la FIGC e tutti i suoi dirigenti ed essendo recidivo, mi squalificheranno la camera matrimoniale per due turni. E io lo faccio in salotto!
PS numero 2. Se chiamo Vulcaniani quei partenopei che hanno eruttato macerie ed urine tutt’intorno, discrimino il Vesuvio, la città di Napoli o gli autori di Star Trek?

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