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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Vito Cavarretta del 07/02/2014 17:45:10
Pappagalli ammaestrati
Pochi giorni prima della terza di ritorno del campionato, giornata che aveva in cartellone l'incontro Juve-Inter, abbiamo appreso che era in vendita nelle migliori librerie l'ultima fatica letteraria (sob!!) del signor Mazzarri, tecnico dell'ambrosiana da pochi mesi. Benchè appena approdato all'inter, il suddetto era già in grado di dare alle stampe la sua autobiografia dal titolo "Il meglio deve ancora venire", con tanto di prefazione del suo neo, ma anche ex, presidente, Massimo Moratti, uno che, a suo dire, lo avrebbe ingaggiato con un contratto pluriennale senza comunicargli nulla circa l'imminente vendita della società ad un imprenditore indonesiano.
Inutile dire che la parte più avvincente di una vita e una carriera da mediocre è quella che narra del grave ratto subito dal fumantino livornese quando era alla guida del Napoli da parte della Juve che, udite udite, lo privò della supercoppa italiana in versione cinese, partita nella quale le sue geniali strategie tattiche furono vanificate da un comportamento gravemente scorretto dell'arbitro e dei suoi collaboratori. Ovviamente l'imputata occulta di detta intemerata è la Juve, beneficiaria delle sviste, vincitrice del titolo e destinataria di non poche ulteriori frecciate polemiche.
L'operazione mi è parsa sospetta sotto diversi profili. Mi è parso molto strano che prefatore fosse un tizio (Moratti) che, in teoria nulla aveva a che vedere con la carriera narrata nel libro e che avrebbe dovuto guardarsi dal mettere altro combustibile sul fuoco della polemica che da anni divampa tra Juve e Inter, tanto più in una fase in cui dovrebbe fare un passo indietro nella gestione. Strana la tempistica della pubblicazione, guarda caso a pochi giorni dalla partita con la Juve. Risulta peraltro difficile immaginare che Mazzarri l'abbia scritto interamente dall'agosto a ottobre dello scorso anno. Aveva scelto il prefatore della sua autobiografia mentre era ancora dipendente di De Laurentis o questa collaborazione editoriale si è materializzata nei pochi mesi successivi al suo ingaggio? Ovviamente nessun giornalista gli ha chiesto alcunchè e tutta la storia del libro è servita unicamente per cercare di aumentare la temperatura in vista dell'incontro con la Juve, operazione che, come sappiamo, non ha minimamente aiutato quei brocchi dei suoi giocatori, che hanno preso la solita ripassata.
Pochi giorni dopo la società ambrosiana, dopo un mercato invernale delirante, riesce ad acquistare Hernanes dalla Lazio. Questi, accompagnato da tutti i dirigenti preposti da Moratti, racconta la solita favoletta morattiana delle vittorie specchiatissime e oneste, riesumando necessariamente la mai sopita dicotomia tra vittorie oneste (le loro) e le vittorie disoneste, immagino juventine.
Tante volte ci sentiamo dire che siamo noi juventini rancorosi a non volere chiudere la parentesi di calciopoli e a rinfocolare le polemiche. Viceversa, caso unico nello sport mondiale, da vent'anni c'è un dirigente (ormai forse ex) che continua a seminare la mala pianta del sospetto, sostenendo che tutte le sconfitte della sua squadra stracciona sono il frutto del malaffare e delle truffe mentre i loro rari successi avrebbero i crismi della illibatezza. Mi chiedo quando il calcio italiano riuscirà a liberarsi di questo malfattore e dei suoi pappagalli ammaestrati?

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