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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di francesco del 18/02/2014 00:01:17
Perugia: gli strani vuoti di memoria di Collina
Leggendo le dichiarazioni di qualche giorno fa di Collina sul diluvio di Perugia mi sono tornati in mente tutti i ricordi di quel giorno sportivamente indigesto. Quel fatidico 14 maggio del 2000 per me è non è stato un giorno come tanti altri, ma uno di quelli che segnano la fine di un periodo e l’inizio di un altro. Quel giorno è segnato nella mia testa in maniera indelebile e niente potrà cancellarlo. Quando il destino mette insieme ricorrenze di vita, episodi a essa legata e passioni, in questo caso sportive, la mente gioca brutti scherzi e tutto rimane impresso come se il tempo non passasse mai. Si dà il caso infatti che il giorno prima, cioè sabato 13 maggio 2000 fosse il giorno del mio compleanno, non uno qualunque, ma il compimento del mio trentesimo anno di vita. I festeggiamenti furono abbondanti, e il giorno dopo speravo di concludere un magnifico week end festeggiando anche la vittoria dell’ennesimo scudetto della mia squadra del cuore.

Di quel giorno ricordo tutto ciò che ho fatto e le sensazioni che ho provato, e potrei raccontarle sino allo sfinimento per noia di qualsiasi interlocutore. Ciò che però volevo raccontare sono solamente alcune immagini che vidi in televisione relative al lunghissimo intervallo di quella partita, che si trasformò in un vero e proprio diluvio universale e che Collina, a quanto pare, finge di non ricordare. Soprattutto finge di non ricordare una frase che disse, o si lasciò sfuggire inavvertitamente, durante uno dei tanti sopralluoghi del campo che lui stesso fece per valutarne le reali condizioni di praticabilità. Frase che venne casualmente filmata da una telecamera e che io vidi in televisione. Il labiale di tale filmato fu talmente chiaro che riuscii a leggerlo in maniera inequivocabile. Tutti i gesti che precedettero la frase imputata, la zona di campo in cui avvenne, le persone a lui vicine, se in quel momento stava ancora piovendo o no, i movimenti del pallone, insomma ricordo tutto come se avessi in testa un film masterizzato su un dvd. Comunque, per farla breve, Collina era in perlustrazione del campo insieme ai due capitani delle squadre, Conte e Olive, aveva smesso di piovere e aveva fra le mani il pallone che lanciava qua e là senza che questo avesse ancora mai rimbalzato, all’ennesimo vano tentativo il pallone si incollò al terreno di gioco fra mille spruzzi d’acqua, gli diede un calcione per osservare come scorresse sull’erba, ma dopo pochi metri si bloccò bruscamente in mezzo a una enorme pozzanghera, visto ciò Collina sgranò gli occhi e scosse le mani sconsolato, a questo punto disse la frase: “come si fa?”.

Chiaramente la frase era un commento alle condizioni del campo che stava ispezionando, e la sua interpretazione era immediata e logica: “come si fa” a giocare la partita. Compresi in quel momento che Collina non aveva nessuna intenzione di farla giocare. Mi allontanai dalla televisione e persi totalmente interesse alla partita perché sicuro che l’avrebbe rinviata; d'altronde il campo era una palese risaia. Dopo un po’, però, appresi fortuitamente dalla televisione che avevano ripreso a giocare. Rimasi sconcertato. Seguii rassegnato e confuso la rimanente parte della partita, sapendo benissimo che vincere in quelle condizioni e dopo tutto quello che era successo sarebbe stato difficilissimo. I miei pensieri però continuavano a ritornare sempre a quelle immagini e a quella frase detta da Collina, non riuscivo a capire perché un arbitro che manifestava con gesti e frasi palesi la volontà di non giocare, avesse poi fatto disputare la partita. Ho pensato a posteriori che quella frase potesse essere interpretata anche in: “come si fa” a far giocare la partita, in senso polemico verso chi era contrario al rinvio. Probabilmente quando vidi quella scena in presa diretta alla tv, Collina aveva già ricevuto l’ordine dall’alto di giocare a tutti i costi, anche se lui mostrava di essere molto perplesso. Qualunque sia l’interpretazione della frase, una cosa è certa: Collina non voleva giocare la partita. Ancora oggi sarei curioso di sapere chi impose a Collina di giocare; anche se un idea l’avrei. Ecco perché quando sento dire a questo soggetto indicibile che tutte le cronache dell’epoca erano in linea con la sua decisione presa, mi si girano i cosiddetti alla velocità della luce, perché si cerca di far passare come giusta una decisione allucinante che mai più è ricapitata su un campo di calcio.

Da tempo sto cercando di sbugiardare questo “arbitraccio” e tutti quelli che cercano di diffondere la stessa tesi. Ho cercato tante volte su internet se qualcuno avesse pubblicato dei video che ritraessero il momento descritto o se le immagini fossero presenti nelle teche Rai, per sbattergliele in faccia; ma non ho trovato niente. Quando si parla della piscina di Perugia, fanno vedere sempre le stesse immagini di Collina sotto la pioggia con l’ombrello che scodella il pallone a terra. Penso che sarà molto difficile poter rivedere da qualche parte quella scena. Se anche qualche giornalista l’avesse notata, dubito che abbia interesse a renderla pubblica; idem Collina. Bisogna ricordare infatti che per l'amico di Meani Perugia ha rappresentato una manna dal cielo. Prima di allora Collina era considerato solo un buon arbitro dal grande futuro, dopo, i soliti giornaletti, l’hanno eletto il miglior arbitro al mondo; è quindi molto difficile che faccia outing e riveli come siano andati veramente i fatti in quei lunghissimi 75 minuti di sospensione. Visto che è tanto attento alle cronache (di giornali) rosa, che hanno, appunto, l’attendibilità delle riviste di gossip, sarei curioso di sapere se si ricorda anche i motivi per i quali è divenuto il miglior arbitro al mondo, protetto dal palazzo e al disopra di ogni sospetto e critica.

Sono d’accordo con Collina solo su una cosa: è vero che tutti i giornali e le televisioni asserirono che era giusto giocare quella partita, e le motivazioni a sostegno della tesi furono assurde e ridicole, piene di odio nei confronti della Juve. Fu proprio in seguito a tale campagna mediatica antijuventina che vedeva in prima fila un giornale color rosa, che segui a quella sul rigore di Ronaldo e al gol annullato di Cannavaro, giusto la settimana precedente, che giurai a me stesso, da assiduo lettore della Gazzetta dello Sport quale sino ad allora ero stato, che lunedì 15 maggio 2000 dovesse essere l’ultima volta che avrei comprato in vita mia tale giornale. E così sino ad oggi è stato. Forse posso vantare il misero primato d’essere l’antesignano del boicottaggio all’acquisto della Gazzetta dello Sport in seguito alla deriva antijuventina, che poi anche molti altri juventini attuarono dopo Farsopoli. Le strane coincidenze della vita ti portano ad aprire gli occhi e a non vedere tutto con l’ingenuità dei bambini. Oggi posso essere orgoglioso di aver risparmiato 14 anni di soldi buttati nel cesso in acquisto della “Gazzetta”.

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