Sembra che ognuno continui a costruirsi la propria verità di comodo su calciopoli, interisti e non. Forse anche perché in questo paese le sentenze (emesse da qualsiasi tipo di tribunale, sportivo e/o ordinario) non solo sono sempre meno degne del minimo rispetto, ma addirittura oscillano tra il grottesco ed il ridicolo.
Per me i tifosi possono pure continuare a scannarsi come preferiscono, sventolando brandelli di verità (o pseudo-verità) per costruire teorie a proprio uso e consumo. Dalla mia posizione privilegiata di juventino, posso soltanto dire che quanto è emerso negli anni su calciopoli (emerso non di certo grazie ai giornali di potere romani e milanesi) è raccapricciante per un paese che continua a millantare la propria democrazia e libertà.
L’impianto accusatorio di calciopoli è vergognoso, la parzialità con cui sono state condotte le indagini e raccolti gli elementi (e che elementi incontrovertibili!!!) di prova gridano vendetta, le astrazioni giuridiche con cui è stato inventato un teorema di colpevolezza tanto ardite da far impallidire la Santa Inquisizione.
Per non parlare poi del comportamento di certi esponenti dell’Arma… E come se non bastasse, elementi di colpevolezza (sportiva) ben più gravi di quelli che sono stati utilizzati per fare fuori la Juventus non sono stati neppure impugnati contro Inter e Milan.
Il tutto condito con il colossale conflitto di interessi dei principali attori di questa buffonata: Telecom utilizzata come veicolo selettivo di presunte prove di colpevolezza, i giudizi dei giornalai della Gazzetta dello Sport tenuti di conto non solo come verità insindacabile, ma addirittura come ulteriore elemento di prova, l’egregio e specchiatissimo Dott. Rossi, ex-consigliere di amministrazione Inter, chiamato a reggere la FIGC mentre si pronunciava la sentenza sulla Juventus, ecc. ecc.
Tutti questi aspetti sono sistematicamente trascurati nel dibattito su calciopoli. Ed invece sono i pilastri fondamentali per avviarne una critica e sperabilmente drastica rivisitazione. Come sportivo ed appassionato di calcio, sono infinitamente più addolorato per il quinquennio di titoli di cartone costruiti con calciopoli che per i due scudetti (vinti dalla squadra di gran lunga più forte dell’epoca) revocati.
Trovo disgustosa la parabola del ricco, arrogante e mediocre signorotto locale che con l’applauso di tutti riesce a far passare per delinquente l’avversario che viene accusato (ma non ha commesso) della metà dei suoi reati. Se non ricordo male ad una presentazione di un libro sui desaparesidos oltre a Narducci c’era anche Moratti ed il maggiore Auricchio quello che non riusciva a collegare il Milan a Berlusconi. Più provolone di così?
Ci sono le prove che non hanno indagato sull’Inter quindi se non sono interisti poco ci manca. E poi è molto strano che a giudicare al processo di farsopoli ci siano donne che di calcio forse capiscono come gli uomini di uncinetto.
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