Uno strano torpore si è impossessato dei tifosi juventini, simile a quello che coglie i grandi carnivori dopo essersi saziati abbondantemente delle loro prede. Ora abbiamo tre stelle pure per la Figc, abbiamo stracciato gli avversari lasciandoli indietro di decine di punti, siamo tornati ad essere la squadra egemone del movimento, sembrerebbe che tutto sia tornato a posto.
Se così fosse, sarebbe inspiegabile la ragione per cui non si possa dare uno sviluppo e un avvenire al rapporto con l'allenatore che ci ha portato fuori dalle secche e che è di gran lunga il migliore che c'è sulla piazza.
In realtà ci accorgiamo che il rapporto è sempre stato problematico e non solo da quest'anno.
Dopo il primo anno di gestione Conte, non avevamo ancora iniziato i festeggiamenti per il ritorno al successo, che il nostro allenatore veniva coinvolto in un'oscura vicenda ad orologeria orchestrata dal solito ineffabile Palazzi, con tanto di perquisizione domiciliare, sequestri, inibizioni. Già allora buona parte della stampa gazzettara e calciopolara oscillava tra le richieste di pene esemplari per Conte e gli inviti pelosi alla nostra dirigenza di sostituire immediatamente lo squalificando Conte. Ricordiamo tutti come all'epoca la vicenda disciplinare di Conte venne gestita da un avvocato dello studio Grande Stevens, che indirizzò Conte verso un patteggiamento assai simile a quello a suo tempo goffamente realizzato da Zaccone, suscitando poi "l'agghiacciante" reazione del tecnico.
Appena un anno dopo, nonostante la stagione estremamente positiva, tutta l'estate fu caratterizzata dal tira e molla tra società e allenatore sulle strategie, con un tourbillon di voci di crisi e di imminenti divorzi.
Dopo il terzo anno, in cui si sono stabiliti imperituri records di rendimento e di risultati, ecco che i venti di crisi soffiano ancora più impetuosamente.
C'è più di qualcosa che non torna. Sembra esserci una regia superiore che voglia Conte lontano dalla panchina della Juve e sembra anche che l'oscena proprietà della Juve abbia fatto proprio questo ordine superiore, anzi sembra quasi che la proprietà si muova di concerto con certe logiche che vorrebbero una Juve che ritorna nei ranghi e che si liberi di un allenatore scomodo in quanto troppo assatanato per le vittorie.
Ecco apparire i nomi di normalizzatori come Allegri o Mancini, ecco tornare di moda certe logiche asseritamente di riordino contabile, quando è sotto gli occhi di tutti che la Juve ha ripreso ad avere una prospettiva, anche in termini di profitto d'impresa, solo da quando ha ripreso a vincere, facendo impennare i fatturati e facendo tornare l'interesse intorno alla squadra.
Coloro che nel 2006 hanno realizzato il golpe che ricordiamo sono tutti vivi e vegeti, gli interessi che volevano una Juve più dimessa c'erano allora e ci sono ancora adesso, dovremmo ricordarci tutti di come siano state alimentate le polemiche antijuve nel corso di quest'anno, come gli ambienti romani e milanesi abbiano a più riprese soffiato potentemente sulle braci del sentimento popolare, i presidenti del Coni, passato e presente, hanno più volte ribadito l'opportunità che la Juve si scansasse. I grandi interessi (sul debito) che le banche hanno in tanti clubs indebitati non fanno altro che alimentare il sospetto che una Juve costantemente ai vertici pesti i calli a certi potentati.
Pertanto occhio signori, non caschiamo nella trappola, non beviamoci la bufale di Conte isterico e incontentabile e di una Juve vessata dalle sue irragionevoli pretese.
Conte è Juventino vero e dalla nascita e se lascia lo fa solo perchè lo vogliono far giocare a perdere, cosa che lui e noi non accetteremo mai.
Prepariamo i forconi.
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