Sono eccentrico? Forse lo sono tre volte. Il primo motivo di possibile bizzarria risale al 2006: da allora non riesco più a entusiasmarmi come prima per la Nazionale, espressione di quella Federcalcio e di quel “sentimento popolare” che, con Calciopoli, hanno tentato di distruggere una delle entità che più amo, la terza in ordine di tempo, dopo mamma e babbo. Certo, se la Nazionale vince, non mi dispiace, ma per vederla vincere non sono rimasto alzato fino alle due di notte: il risultato di Italia-Inghilterra l’ho saputo a colazione, alle dieci di domenica mattina.
Questa mia stranezza forse deriva anche da un secondo motivo: non gradisco vedere i “miei” bianconeri schierati secondo una lavagna tattica a loro estranea, che non gli consente di brillare come in bianconero. Di solito, i C.T. reclutano i giocatori della squadra più in forma del campionato, schierandoli in campo secondo lo schema con cui sono abituati a giocare: non è avvenuto con Inghilterra e Costa Rica (e con un Chiellini che non gioca più laterale dal primo anno in bianconero). E’ vero che i giocatori devono fare quanto chiede loro l’allenatore, ma vederli così dis-utilizzati, in un gioco meno brillante rispetto a quando indossano il bianconero, mi deprime e usualmente vado a letto prima del novantesimo.
Il terzo motivo di possibile stravaganza è il mio giudizio sull’utilizzo della bandiera nazionale che viene fato in questo periodo. Su terrazzi e balconi è un fiorire di bianco rosso e verde: Tricolori dappertutto, molto di più di quanto non avvenga per il 25 Aprile o il 2 Giugno. Che il nostro essere italiani sia più sentito per questioni calcistiche che non etniche, sociali, morali e storiche, mi turba parecchio. Che un gol di Balotelli o di Marchisio unisca gli italiani più del ricordo della Liberazione e della nascita dello stato democratico, mi lascia perplesso e molto scettico sul futuro della nostra Nazione.
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