Scrivo queste poche righe all'indomani di Italia-Olanda, partita che, sotto la guida del nuovo CT Antonio Conte, ha restituito una nazionale plausibile agli italiani, partita che ha finalmente dimostrato l'assurdità del postulato che la Nazionale italiana potesse giocare solo con Cassano e Balotelli, partita che ha dimostrato quanto conta avere alla guida di una squadra un fuoriclasse invece che un modesto travet.
Orbene, quel fuoriclasse, che in pochissimi giorni ha ridato gioco e dignità ad una compagine allo sbando aveva già fatto altrettanto tre anni addietro con la Juve e della Juve avrebbe dovuto essere l'allenatore anche quest'anno. Adesso è soltanto un ex e al suo posto abbiamo un personaggio che vale, grosso modo, quanto Prandelli, ovvero un modesto mestierante.
Ci hanno fatto credere che Conte fosse sull'orlo di una crisi di nervi e che non vedesse l'ora di ritirarsi in una casa di cura. Abbiamo visto che non è vero, ha una grinta e una voglia che Allegri e quelli come lui non si sognano neppure. Conte è andato a fare l'allenatore in una squadra che ha fatto e farà di lui il centro del progetto, nella Juve questo non era possibile; si devono fare gli affarucci come Zaza, Immobile, Morata col diritto di riscatto del Real, operazioni di piccolo cabotaggio, si vuole vendere Vidal e portare soldi alla Exor, si dice di puntare alla Champions ma non si vuole fare una squadra da Champions.
Conte è un allenatore che sta nel calcio professionistico da sette anni e ha già vinto cinque campionati, proprio perché non accetta un impegno blando dai calciatori e dai dirigenti, in cambio dà il 110%.
Alla Juve evidentemente gli obiettivi sono altri, va bene tirare a campare, raggiungere la zona Champions, lasciare vincere anche gli altri. Prima di conoscere Conte, si era persino ritenuto possibile affidare la squadra a Del Neri, con i risultati che tutti ricordiamo.
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