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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Antonero del 11/02/2015 15:33:17
Ve(n)di Pogba e poi muori!
L’argomento principe del dibattito calcistico nostrano, in questo momento – considerato anche che parlare sempre e solo della Juve vincente, non piace alla maggior parte dei commentatori sportivi televisivi e giornalistici – è Paul Pogba.

In Italia non si vedeva un fuoriclasse di tali proporzioni dai tempi di Ibra. E visto il momento del calcio italiano, averne anche soltanto uno di un livello decisamente oltre la media, non può che produrre come effetto la convergenza costante delle attenzioni dei media. Ma a noi juventini la questione interessa solo ed esclusivamente in prospettiva bianconera.

Il dilemma è di quelli al limite del melodrammatico. Per un verso ci si chiede come potrebbe mai la F.C. Juventus rifiutare un’offerta economica astronomica qualora bussassero alla porta i club più danarosi d’ Europa, per altro verso, altrettanto legittimamente, permane la convinzione che vendendo Pogba la nostra squadra rinuncerebbe in modo clamoroso a ricollocarsi stabilmente, sotto il profilo dei risultati sportivi – che vanno a braccetto con quelli economici –, tra quelle stesse grandi che vorrebbero soffiarle il suo fuoriclasse.

Io non sono un economista né un “espertone” pallonaro come quelli della rosea, e quindi potrei grandemente sbagliare. Tuttavia, a naso, mi sembra improbabile che la Juve, perso Pogba, considerato che nei prossimi due anni con ogni probabilità dovrà salutare anche Tevez, Pirlo e magari Vidal, possa in futuro ambire a grandi performance europee. Di sostituti altrettanto forti non se ne vedono né in squadra e né in altri lidi, dove in ogni caso le nostre striminzite finanze difficilmente potrebbero avere la meglio sui ricconi del calcio continentale.

Stiamo parlando di giocatori fatti, non di promesse o scommesse come il ventenne Paul. La sottile linea rossa tra il diventare un Pogba e il rimanere un Balotelli è molto labile. Un’eccellenza calcistica come il nostro francesone, una squadra come la Juve, se le va bene, la scova ogni dieci anni.

Fatte queste doverose premesse, mi chiedo, come possa considerarsi credibile un progetto a lungo termine, anche sotto il profilo economico–finanziario, che non contempli tra i suoi principali obiettivi la vittoria e la consacrazione anche in campo europeo oltre che in quello nazionale. Soprattutto considerato lo stato comatoso del calcio di casa nostra.
Ma soprattutto, continuo a domandarmi, se l’Europa che conta è diventata esclusivo appannaggio di cinque/sei club, per quale motivo continuare a parteciparvi nelle forme e con le modalità attuali?

In altri termini, come può una società con il nostro blasone accettare di partecipare al massimo torneo europeo semplicemente come triste sparring partner dei soliti noti? È evidente che i problemi sono tutti legati agli introiti e alle capacità di investimento dell’attuale proprietà, la quale, così come si è accontentata di finire in serie B nel 2006 senza colpo ferire, si accontenta di raggranellare tutto quello che può dalla Champions, rinunciando a priori alla vittoria finale e a tutte le condizioni, compresa quella di tenere Pogba per almeno altri 2/3 anni, che potrebbero consentirle di raggiungere il tetto di Europa.

Ed allora, come vado dicendo da anni, per quale diamine di motivo la Fiat, o quello che è diventata, non cerca dei soci facoltosi ovvero, addirittura, non decide di vendere?

Concludo con una considerazione tranchant: coloro che pensano che i soldi incassati con la vendita del polpo Paul saranno utilizzati per costruire uno “squadrone” si sbagliano di grosso. Il paragone con la Juve di Zidane è improprio e bugiardo. Tanto per dire, in quella squadra, perso un Zizou ci rimaneva un certo Del Piero. Giocatori come Pavel, Buffon e Thuram, oggi guadagnerebbero stipendi che noi non ci potremmo permettere. Alla lunga, tenuto conto che anche in Italia gli altri affamati degli introiti Champions iniziano ad attrezzarsi, pena la l’irrilevanza sportiva, per arrivare tra le prime tre, finiremmo per diventare come i Napoli attuale: bilanci sani e zero tituli.

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