Caro dottore, giornalista e torinista, chi Le scrive è un vecchio tifoso bianconero che è rimasto basito da quanto scritto da Lei per la Gazzetta. Dopo le velate accuse ricevute da Marotta si è difeso dicendo che Lei non è la genesi di quello che è accaduto prima e durante il derby. Ma sia sincero con me, perché spargendo i sentimenti che nutre per i colori bianconeri di Torino in fondo in fondo qualche responsabilità almeno morale deve prendersela per quei teppisti che tiravano pietre al pullmann della Juventus. Non fosse altro per il ruolo intellettuale che Lei ha.
Come giornalista è bravo, ma Le deve sembrare frustante dover ammettere che calcisticamente siamo superiori. Allora c’è un solo modo per difendersi: lanciare l'insinuazione, che si fa largo tra le file dei più facinorosi che hanno in odio la Juve, con un nuovo epiteto: prestigiatori! Così sistema la Sua coscienza perché qualcuno Le darà ascolto. I tre quarti degli sportivi sono antijuventini e quindi si sentirà protetto.
C’è poi la questione degli scudetti 33 per la Juve e 31 per gli altri.
Molti giornalisti sapientoni fra cui anche Lei invitano la società bianconera a rispettare le sentenze del giudice federale. Ma quando mai Ormezzano o altri hanno rispettato le decisioni dei direttori di gara? Anche loro sono giudici!E’ frustante dover sempre rosicare, vero?
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