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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Mauronero del 09/06/2015 10:56:26
Fino alla fin..ale di Milano!
Quale infausta maledizione è calata sui nostri colori? Quale terribile sortilegio ci è stato lanciato? È mai possibile che l’odio e l’invidia dei nostri nemici, di chi ci è da sempre inferiore, produca un tale potere iettatorio? Ancora una volta, la maledetta coppa dalle grandi orecchie ci è sfuggita di mano per un pelo. Sì, perché la sensazione è proprio questa: potevamo farla nostra!

Chi di noi avrebbe mai pensato che dopo un’ora di gioco la Juve sarebbe rimasta in partita e, addirittura, avrebbe rischiato di andare in vantaggio? Nessuno!
Contro i marziani (il più forte giocatore argentino, uruguayano e brasiliano nella stessa squadra; neanche alla playstation ti è permesso!) pensavamo di subire una tortura medioevale. Temevamo un’umiliazione in stile Istanbul (ricordi Berlusca?). Invece, magia del calcio, abbiamo rischiato il colpaccio. A dimostrazione di quanto la Champions, a differenza del campionato, soprattutto nel suo ultimo atto, sia in gran parte condizionata da fattori non immanenti alle qualità tecniche dei contendenti – non sempre vince il più forte – quali il fato, gli episodi (ma il rigore su Pogba era così difficile da vedere?), la condizione atletica.

Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, ormai lo sappiamo. Tuttavia, non posso non pensare a cosa sarebbe stato il secondo tempo senza il confusionario Vidal e l’evanescente Pirlo. Bisognava sostituirli da subito, sfruttando, magari, il grande apporto tecnico e fisico che certamente avrebbero dato Sturaro e Pereyra.

Anche il bravissimo Allegri ha bisogno di migliorare sotto il profilo del “consolidamento degli attributi”. L’errore di Prandelli, in finale contro la Spagna, deve essere un eterno monito per tutti gli allenatori. Nella scelta dell’undici, non bisogna farsi condizionare da niente e nessuno. Vale unicamente l'assioma in virtù del quale gioca chi sta meglio in quel momento storico.

Per assurdo, allorché abbiamo provato a vincerla, l’abbiamo persa, subendo un contropiede incredibile. Ebbene sì! Come in una beffarda nemesi, quella che in ipotesi doveva essere la nostra arma principale, si è rivelata una condanna a morte. Dopo il pareggio, bisognava rimanere compatti. L’espediente di alzare improvvisamente il ritmo e schiacciare l’avversario, che tanto ha fruttato durante tutta la stagione, ci si è ritorto contro, perché, semplicemente, avevamo di fronte una squadra formidabile.

Vabbè, inutile recriminare su ciò che poteva essere (Carlitos perché ci hai abbandonati nella partita più importante!?). Ringraziamo questi splendidi atleti e la società tutta per una stagione straordinaria che, solo per un nulla, non è diventata magica.

Ora l’asticella si è alzata definitivamente. La Champions è e deve rimanere il principale obiettivo della stagione. Basta con i "sogni" e i settimi posti; con le giustificazioni preventive di contiana memoria. Siamo tornati lì dove ci spetta. Scendere un solo gradino sarebbe un fallimento. Fino alla fin…ale di Milano del prossimo anno.

Noi siamo la Juve.

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