Un brutto momento per i nostri colori, inutile negarlo. Il campionato va da schifo. La campagna acquisti è stata pessima. Insomma, la società, l’allenatore e persino lo staff tecnico (qualcuno avrà pure qualche responsabilità sulla valanga di infortuni che ci sta travolgendo) sono palesemente in confusione.
Ma quello che sconcerta maggiormente è il silenzio del nostro presidente. Eppure di cose ne sono successe.
La sentenza della Cassazione su Farsopoli, ad esempio, mi sembra un evento epocale nella nostra storia recente. Meriterebbe un minimo commento o no? Anche perché ci è stato detto in svariate occasioni che sarebbe stato il “dies a quem” dal quale partire per ripristinare la verità violata dallo scempio del duemilasei. Ricoso al Tar; richiesta di revisione; ricorsi ai giudici europei: come si sta muovendo la società?
Tornando al presente – anche se Farsopoli è un evento senza soluzione di continuità, che attraverserà per sempre ogni epoca futura finché giustizia non verrà fatta –, di fronte al clamoroso vacillare di allenatore e dirigenti, è mai possibile che l’unico a pronunciarsi debba essere il cugino che ha segnato uno dei momenti peggiori della nostra storia recente?
E' concepibile che colui che si rese corresponsabile dell’ingiustizia subita da Moggi, Giraudo e, soprattutto, dalla Juventus; la persona che ebbe il coraggio di mandare un avvocato difensore a chiedere condanne per il proprio cliente, è possibile che costui debba essere l’unica voce della proprietà a farsi sentire in questo momento?
E allora, caro Andrea, ultimo vero epigone di una dinastia che ha amato i nostri colori, rendendoli mitici, e che non ha mai considerato la Juventus semplicemente come uno squallido, insulso ed insignificante brand, è giunto il momento di pendere in mano la situazione e farsi coraggio.
Milioni di tifosi attendono di conoscere quale sarà il vero epilogo della farsa del 2006. Vogliono capire se anche il loro amato presidente, alla fine dei conti, appartiene alla stessa specie familiare che vorrebbe vederci simpatici e perdenti come un Inter qualsiasi, o se, al contrario, ama sinceramente la nostra squadra del cuore.
Milioni di tifosi, aspettano che sia lei a dire qualcosa in merito all'attuale momento critico della stagione. Siamo stanchi degli sproloqui di Allegri (un grande allenatore dovrebbe capire che il silenzio, in questi momenti, è il suo migliore alleato) e delle giustificazioni bofonchiate dal direttore sportivo.
Qualcuno ci dovrà pur spiegare come è possibile che la squadra vice campione d’Europa, che avrebbe dovuto puntare alla finale di Milano, si ritrova improvvisamente in zona retrocessione in un campionato di pensionati.
Si faccia forza presidente, e batta un colpo. Uno per noi, e uno per i suoi collaboratori, anzi come direbbe il nostro Antonuccio...sui suoi collaboratori.
Fino alla fine….
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