Una qualunque persona che ragioni con la sua testa - cercando cioè di analizzare i fatti in modo obiettivo riportandoli alla loro giusta dimensione - non può che trovare assurdo il clamore suscitato da slogan artefatti e comportamenti abnormi, che hanno trasformato una partita di calcio (il derby di Torino) nella solita occasione di odiosa e odiante violenza anti-juventina, verbale e non solo.
Tuttavia, le ragioni di quest’indecenza non sono poi così difficili da comprendere, anche se è necessario introdurre alcuni brevi concetti di fisiologia umana per averne una più chiara visone.
Il nostro sistema nervoso centrale agisce, in risposta a uno stimolo esterno, secondo due modalità principali definite, rispettivamente, via piramidale e via extra-piramidale.
La via piramidale, come fa intendere la definizione stessa, è quella che passa attraverso tutta la gerarchia di elaborazione dati e conseguenti azioni, potendosi paragonare a un’azienda in cui è il direttore (alla cima della piramide) che esamina tutte le situazioni per, poi, impartisce ordini al vice-direttore che, a sua volta, li trasmette ai suoi vari subalterni, sino a quando questi ordini arrivano agli operai che li eseguono.
Invece, la via extra-piramidale si dirama a partire da subalterni al direttore (cioè al di sotto della cima della piramide), perché quest’ultimo sa che la sua supervisione non è necessaria alla loro attuazione, essendo situazioni regolate da codici comportamentali definiti e codificati in modo preciso e poco interpretabile.
Pensiamo, per esempio, alle prime volte che abbiamo guidato un’auto: ogni nostra azione è stata prima attentamente esaminata dalla nostra corteccia cerebrale (per esempio, come si deve schiacciare la frizione, come si deve inserire la marcia, ect) e poi, nell’ eseguirla, ci siamo mantenuti sempre concentrati e sul chi va là
In seguito abbiamo automatizzato le suddette azioni, il cui controllo extra-piramidale ci consente di guidare senza più dover pensare a tutti i gesti che comporta condurre un auto, per cui mentre lo facciamo possiamo osservare il panorama, ascoltare musica e parlare con chi ci siede accanto
Tornado al post-derby,
l’odio anti-juventino non è altro che una patologica via extra-piramidale o automatica con cui i tifosi più beceri reagiscono a ciò che essi, nel loro modo distorto di ragionare, considerano favori concessi alla Juve per il potere arrogante e autoritario dei suoi dirigenti e giocatori.Quale sia poi esattamente questo potere, che prima identificavano in Moggi e oggi ne er’ sistema o nel fatturato, a loro non interessa; non ha importanza individuarlo, per loro esiste e basta (come esiste il lupo cattivo) e si ritorce contro le squadre avversarie impedendo loro di vincere come meriterebbero.
Infatti, il pensiero infantile e preconcetto che questi tifosi elaborano non arriva dai centri della corteccia cerebrale (dove anche loro capirebbero le ridicolaggini che affermano), ma da centri secondari a essa sottostanti, in cui da generazioni hanno ormai automatizzato la loro realtà virtuale del calcio.
Ogni qualvolta sentono parlare di Juve, è questo centro extra-piramidale di realtà virtuale che li porta a scandalizzarsi della normalità con cui chi è più forte di loro trionfa e non lo accettano in alcun modo: si imbavagliano, chiedono interrogazioni parlamentari, organizzano sit-in, trasformano semplici episodi (quelli della Juve) in scandali e scandali (i loro) in semplici episodi.
Infatti, nella loro realtà virtuale falsificare bilanci e passaporti, regalare Rolex agli arbitri, collaborare in segreto con arbitri in attività (Nucini), organizzare ribaltoni e intercettazioni illegali e ascoltare magistrati inventare accuse supportate dal nulla, sono cose di secondaria importanza rispetto a una non-ammonizione di Bonucci; e così, al primo episodio favorevole alla Juve in un campionato condotto alla grande e con pieno merito, ecco scoppiare il solito polverone di accuse e rivendicazioni.
E’ di qualche giorno la notizia che i tifosi napoletani, se arrivano secondi, celebreranno in piazza lo scudetto dell’onestà,
sottolineando ancora una volta la loro mancanza di cultura sportiva che non riconosce i meriti dell’avversario, chiedendo alla magistratura di indagare sui presunti errori di Rizzoli (che hanno falsato il campionato) e ignorando i due regali con cui Gervasoni li ha aiutati a vincere con il Genoa (questi errori invece non hanno falsato nulla, proprio come quelli a favore del Bayern sull’eliminazione della Juve).
C’è da riconoscere, però, che è sin dall’infanzia (dove si formano gli schemi di pensiero) che questa gente viene educata da dirigenti e giornalisti faziosi a giustificare le sconfitte con arbitraggi avversi causati dal potere bianconero, per cui in un certo qual senso è da compatire.
Chi invece non è da compatire è chi sta dietro a tutto questo, chi non agisce in modo extra-piramidale ma in modo perfettamente cosciente sfruttando il sentimento popolare che alimenta di falsità; chi non riesce a mandar giù che la Juve sia diventata il modello di riferimento del calcio italiano in Europa, con bilanci in attivo, stadio privato e squadra all’altezza della situazione; chi si rode d’invia perché non sa starle alla pari con artifici contabili che hanno sostituito la rivendita a se stessi del marchio, con giocatori sopravvalutati e tecnici violinisti e piagnoni.
Si sta preparando una nuova farsopoli per cui sarebbe ora che Agnelli facesse qualcosa contro questa escalation di vergogne, invece di tacere e cambiare compagna.
L’anti-juventinismo ha raggiunto ormai un livello di pericoloso non ritorno, simile a quello del terrorismo fondamentalista, per cui quegli stessi tifosi che magari inneggiano alla pace nel mondo e celebreranno la Pasqua continuano a seminare odio e pregiudizi nell’ ambiente sportivo (che dovrebbe unire nel confronto sul campo e non sui social o nei media faziosi), pretendendo il riconoscimento della presunta verità che si sono costruiti nella loro testa, dove a commettere errori e misfatti son sempre gli altri.
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