Ospite telefonico alla trasmissione di radio radio, "il Bianco e il Nero", M. Crosetti, giornalista di Repubblica, ha così commentato calciopoli, stimolato dalla domande di Massimo Zampini e Antonello Angelini:

«Indubbiamente sono venute fuori cose nuove e non si possono ignorare quindi.. Io in questi casi sono tra quelli che aspettano il lavoro dei giudici prima di commentarlo o prima di sostituirmi a loro..
Secondo me il giornalista, il tifoso, o il direttore sportivo, o il dirigente, o calciatore, non devono scrivere le sentenze prima che le scriva il tribunale.. Vediamo cosa succede, ovvio che calciopoli, che sembrava circoscritta solo ad al alcuni organi del calcio, di questo corpo malato del calcio, andando avanti le indagini e acquisendo nuove intercettazioni, pare che siano più malati..più organi malati.. »
Io ho sempre scritto che lo scudetto di cartone non andava assegnato, è stata una decisione affrettata da parte di Guido Rossi e anche sbagliata, nel senso che quello scudetto li, andava non assegnato.. »

In questo caso, il buon giornalista, aspetta il lavoro dei giudici e preferisce non commentarlo prima.
Faccio anche io la stessa cosa, non commento, ma lascio a voi solo qualche spunto di riflessione.

Quell’ombra su società e scudetti
Che brutta storia, e che finale oscuro. Colpevoli ma non più punibili…. E allora, dal '94 al '98 gli juventini erano dopati o no? Prendevano l' Epo? Erano come certi ciclisti col motore truccato? Tre scudetti, una Champions League, una Coppa Intercontinentale e altre svariate vittorie devono essere considerate, adesso, delle vergognose patacche? ….Ecco perché questo processo resterà il capitolo peggiore in oltre cent' anni di storia bianconera, forse peggio delle griglie arbitrali e dei telefonini di Moggi. Roba brutta, roba vecchia. A parte il dottore degli psicofarmaci, nessuno della Juve delle ombre è rimasto: meglio che niente. E' rimasto solo il sospetto, ma quello purtroppo non si smaschera con un' intercettazione…

Chiamiamola scontopoli
Dunque, lo strumento più usato dai giudici del calcio è la spugna. Non per pulire, purtroppo, ma per cancellare. In ogni grado di giudizio si è passati dall' inquisizione al perdonismo spinto: prima si grida all' untore, poi si assolve chiunque. Ed è tale la distanza tra i verdetti che occorre chiedersi quale sia il più credibile, se non il più giusto. Leggendo le intercettazioni, il quadro generale era da brividi e nausea insieme; leggendo i dispositivi delle sentenze, sorge il dubbio che il più grave scandalo della storia del calcio non ci sia quasi stato, niente Cupola, niente "illecito innalzato a sistema", solo qualche dirigente un po' troppo disinvolto col cellulare o forse distratto. Griglie arbitrali precotte da Moggi? Tessere telefoniche regalate ai designatori per non farli intercettare? Arbitri chiusi nello spogliatoio? Scherzi, facezie, stupidate. Va quasi a finire che avranno ragione i tifosi bianconeri nel dire "abbiamo pagato solo noi", sebbene la stessa Juventus sia stata non poco premiata da Scontopoli.

Juve all' attacco 'Vogliamo giustizia' l' obiettivo è punire l' Inter
Ma cosa vuole veramente la Juve? Che la giustizia non abbia due pesi e due misure, e che nel caso punisca l' Inter come ha punito lei. Insomma, la revisione del primo processo. Scegliendo di non ricorrere al Tar dopo la condanna del 2006, la società bianconera non è uscita dalla giurisdizione sportiva federale e ora si aspetta equità. Non per riavere i due famosi scudetti («Quella è un' altra storia», commenta il club), ma per vedere sul banco degli imputati altri soggetti coinvolti in un sistema che prevedeva che tutti parlassero con tutti, non solo Moggi, il quale però, va ricordato, non si limitava a parlare.

Mi fermo qui, è sufficiente per capire che essere garantisti a corrente alterna non da l’idea della correttezza.

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