“L’accelerazione dell’inchiesta non puo’ essere collegata in alcun modo a quelle dichiarazioni. La federazione e’ un soggetto di politica sportiva, gli organi di giustizia hanno una propria terzieta’ ed indipendenza ed e’ interesse della Figc supportarli, rispettandone tempistica ed autonomia”.

Il Presidente Abete, che rappresenta istituzionalmente la Figc, ci tiene a precisare che in alcun modo i preannunciati interrogatori di Palazzi della prossima settimana hanno a che vedere con le recenti dichiarazioni di Andrea Agnelli.

Siamo al paradosso, a dir poco irritante. Sono tante le cose su cui Abete dovrebbe pretendere un’accelerazione, anche facendo pubblica ammenda, invece preferisce rassicurare sull’autonomia della giustizia sportiva che dopo calciopoli è solo cosa ridicola da ribadire.

Vogliamo giustizia caro Abete, non chiacchiere senza senso! Vogliamo la cancellazione del processo sportivo perché é stata una buffonata scoperchiata dai fatti. E’ imbarazzante sentire che ci sono testimoni che fremono per essere ascoltati da 4 anni (non dovrebbe essere il contrario?), intercettazioni sparite, brogliacci errati, cd illeggibili e una pubblica accusa che si è sempre ed esclusivamente appoggiata ai media per poter arrivare ad una condanna, che viene difesa dalle istituzioni sportive.

Ed ancora parliamo di autonomia della giustizia sportiva? Ancora parliamo di rispetto per la tempista che ha partorito questa vergogna?

Le dichiarazioni di Abete non finiscono certo qui: “Quella di Palazzi non e’ una riposta, non bisogna creare un rapporto tra libere e legittime valutazioni di importanti dirigenti di società e le decisioni di organi di giustizia autonomi”.
Se pensiamo che il più grande processo per doping è partito dalle dichiarazioni di Zeman e calciopoli viene sostenuto dai “si dice” di figure che hanno fallito nella loro impresa all’interno del movimento calcistico, ci rendiamo conto di come il rapporto legittimo sia solo quello riservato a qualcuno….

Ma per favore ……anche solo un po’ di dignità basterebbe per essere meno ridicoli.

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