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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di G. FIORITO del 17/01/2011 07:51:32
Quelle partite particolari - Parte II

 

Le ammonizioni mirate

Uno dei sistemi utilizzati per mettere a frutto la realizzazione o la tentata realizzazione della frode sportiva nel corso del campionato di calcio 2004/2005 finito sotto inchiesta con calciopoli, è stato individuato nell’alterare e cercare di alterare il risultato delle partite attraverso le ammonizioni mirate.

Esso consiste nel fare in modo che un giocatore già diffidato, a carico del quale sia cioè già stata sanzionata durante una partita precedente un’ammonizione, ne subisca un’altra affinché sia costretto ad osservare il successivo turno di squalifica e sia dunque assente nella giornata di campionato successiva, quando la squadra interessata a compiere la frode sportiva incontrerà quella del giocatore in questione.

Stando alle indagini condotte dai carabinieri e alle accuse formulate dai pubblici ministeri dei processi di calciopoli, Moggi era un vero esperto del settore. Il sistema delle ammonizioni mirate era uno dei tre individuati nella sentenza Giraudo, quella scaturita dal primo grado di giudizio, gli altri due erano la formazione delle griglie e i sorteggi truccati. Questi ultimi due sono essenziali per la riuscita del primo, per il quale necessita la complicità della terna arbitrale. Indispensabile sia che si voglia condizionare una partita indirettamente, attraverso le ammonizioni preventive o direttamente durante il suo svolgimento.

Sei sono le partite che sarebbero state oggetto di ammonizioni mirate per favorire la Juventus.


Udinese Brescia 1 – 2
del 26/09/2004. Arbitro Antonio Dattilo. Indagati Moggi Giraudo e Dattilo. L’accusa: atti fraudolenti consistiti, ad opera del Dattilo, nella dolosa ammonizione dei calciatori Pinzi, Muntari e Di Michele e nella dolosa espulsione del calciatore Jankulovski, tutti in forza alla squadra dell’Udinese – successivo avversario della Juventus […] La gara dell’Udinese risultava condizionata dalle tre ammonizioni e dalla espulsione inflitte dal direttore di gara.

Strettamente collegate con questa partita sono due intercettazioni. Nella prima, del 20/09/2004, Moggi dice a Baldas, moviolista del Processo del lunedì, prima che la trasmissione vada in onda: “Mi devi salvare Bertini, Dattilo e Trefoloni” . Nella seconda ascoltiamo un dialogo con Giraudo che ha alzato un polverone per nulla. Giraudo chiama Moggi e alludono a un tagliare le gambe all’Udinese durante la partita con il Brescia. La Gazzetta dello Sport scrisse: " Settembre 2004: Giraudo parla con Moggi in vista di Udinese-Juventus". Invece l’intercettazione è successiva allo svolgimento della partita. La telefonata è uno dei cardini sui quali si è basata la condanna in primo grado registrata ai danni di Giraudo nel processo breve, riguardo alla frode sportiva. L'arbitro Dattilo aveva in questa partita espulso il terzino ceco Jankulovski e ammonito Pinzi, Muntari e Di Michele. Peccato che i tre giocatori ammoniti non fossero diffidati e giocarono contro la Juve. Inoltre Pinzi è risultato essere il giocatore più ammonito della stagione (Campionato di serie A 2004-05), collezionando 13 cartellini gialli e 2 espulsioni in 30 partite. In questa speciale classifica il compagno di squadra Muntari si classifica all'ottavo posto, collezionando 14 cartellini gialli in 33 presenze. Quanto a Jankulovski, espulso insieme al tecnico avversario De Biasi per reciproche scorrettezze, fu protagonista di una vera rissa scatenatasi negli ultimi minuti della partita, quando il bresciano Mannini insaccò nella porta dell’Udinese il 2-1 finale, nonostante il portiere friulano De Sanctis giacesse infortunato a terra. Jankulovski fu espulso fraudolentemente, secondo i Pm. Tanto fraudolentemente che il tutto avvenne su segnalazione del guardalinee, a cui non venne imputato assolutamente nulla. Dattilo avrebbe avuto tutte le ragioni di espellere metà squadra, ma non lo fece. Ecco, questa stessa considerazione venne fatta da Giraudo al telefono con Moggi al termine della partita: "Dattilo è stato molto bravo, ma se Dattilo è un po’ più sveglio, dimezza l’Udinese”.

Per la cronaca: voto Gazzetta dello Sport per l'arbitro Dattilo: 4,5 Sbaglia a non fischiare il gioco pericoloso di Sculli su De Sanctis. Punisce solo Jankulovski nella rissa generale. Dopo non dà al Brescia un rigore per fallo su Domizzi. In Juventus Palermo 1 - 1 (25 settembre 2006, preludio di Udinese-Juventus, furono ammoniti per i bianconeri Zambrotta e Blasi).


Messina Reggina 2 – 1
del 31/10/2004. Arbitro Salvatore Racalbuto. L’accusa: Moggi in qualità di istigatore, Racalbuto quale direttore di gara dell’incontro, compivano atti fraudolenti consistiti nella dolosa ammonizione del calciatore Mesto della Reggina.

Partiamo con la considerazione che l’intervento di Mesto avrebbe potuto essere anche sanzionato con un’espulsione. Ma quello che conta è che la Reggina rientrerebbe nel gruppo di squadre favorite dall’associazione creata da Moggi e soprattutto che la partita precede la famosa Reggina Juventus 2 -1 del 6 novembre 2004 in cui fu annullato un goal regolare alla Juventus e non le fu assegnato un rigore. La partita è celebre per l’episodio secondo il quale Moggi e Giraudo si recarono a fine partita nello spogliatoio della terna arbitrale e vi rinchiusero Gianluca Paparesta, secondo alcune intercettazioni che riguardano Moggi. In realtà l’episodio è stato esagerato dalle dichiarazioni di Moggi e contemporaneamente sminuito dall’osservatore Pietro Ingargiola e dal presidente dell’AIA Tullio Lanese, che evitarono ai dirigenti juventini la squalifica. Nel 2007 la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, dopo aver svolto indagini, ha chiesto l’archiviazione del caso relativo al sequestro di persona dell’arbitro Paparesta, avvenuto presumibilmente negli spogliatoi dello stadio Granillo, perché "il fatto non sussiste". Il 30/01/2009 Gianluca Paparesta, nel corso della trasmissione televisiva Niente di personale, condotta da A. Piroso su La 7, ha detto testualmente: “Non mi va di essere catalogato come l’arbitro rinchiuso nello spogliatoio” , poiché quello che accadde furono soltanto le vivaci proteste di Moggi e Giraudo per la sconfitta rimediata a seguito degli episodi contestati.


Fiorentina Bologna 1 – 0
del 5/12/2004. Arbitro Massimo De Santis. Indagati Moggi De Santis, Bergamo e Pairetto. L’accusa: dolosa ammonizione dei calciatori Petruzzi, Nastase e Gamberini, difensori del Bologna F.C, successivo avversario della Juventus.
Notiamo subito un altro errore: Gamberini non era diffidato. Ma ormai Auricchio lo ha ammesso anche nella deposizione di Napoli: copia incollava dai tabellini della Gazzetta dello Sport e non si preoccupava di fare delle verifiche, come tutti gli altri che in seguito hanno avuto a che fare con le informative dei carabinieri, fino a quando non sono venute in possesso delle difese degli imputati di Napoli e dei tanti tifosi di buona volontà che in questi anni hanno cercato di ricostruire un’altra calciopoli. Molto spesso più vicina alla verità dei fatti.

A proposito degli errori presenti nelle informative dei carabinieri e di conseguenza nei capi di imputazione, una piccola nota. Il GUP De Gregorio nelle motivazioni della condanna penale nel processo abbreviato di primo grado nei confronti di Dondarini, scrive a pagina 157: D’altra parte in questa fattispecie deve sottolinearsi che Dondarini, annullando un gol al Chievo per motivi non chiari ed addirittura nei minuti di recupero, adottò una decisione determinante del risultato favorevole alla Fiorentina e compatibile con la ritenuta sua parzialità. Ebbene, Dondarini non annullò nessun goal semplicemente perché nessun goal era stato segnato. In Chievo Fiorentina 1- 2 del 08/05/2005 Dondarini non concesse un rigore nei minuti di recupero al Chievo per un fallo di Ujfalusi su Cossato.

Inoltre c’è un dato importante da considerare, che spezza una lancia in favore di M e della sua abitudine fraudolenta a congegnare con Bergamo il sistema delle ammonizioni mirate. L’ex DG della Juventus è protagonista di un’interessante e se vogliamo divertente intercettazione con il giornalista Tony Damascelli, nel corso della quale si mette a nudo una realtà nuova: non sapeva nemmeno chi fossero i giocatori diffidati, almeno di questa partita e di certo non si rallegrava di queste ammonizioni preventive.

Damascelli: Oh, comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh?
Moggi: Che ha fatto?
Damascelli: Eh, c’abbiamo i tre gio… i tre difensori del Bologna fuori, squalificati tutti e tre!
Moggi: … ma… perché, chi c’avevano loro diffidato?
Damascelli: Tutti e tre! Ehm, come si chiama: Petruzzi, Nastase e Gamberini.
Moggi: Uhhh!
Damascelli: Non male, no?
Moggi: Eh, aho… meno male, che ti devo di’?



Roma Parma 5 – 1
del 06/01/2005. Arbitro Salvatore Racalbuto. Indagati Moggi e Racalbuto. Per l’analisi di questa partita possiamo contare sulla deposizione resa a Napoli nel corso dell’udienza del 26 ottobre 2010 dall’ingegnere Pietro Nicolosi, ex arbitro, consulente della difesa di Racalbuto, il quale ha risposto alle domande dell’avvocato Giacomo Mungiello, del collegio difensivo dello stesso Racalbuto e ha poi consegnato una relazione scritta su quanto esposto da aggiungere agli atti del processo. Alla domanda di Mungiello riguardo alla sua esperienza nel mondo del calcio e rispetto ai ruoli degli assistenti di gara, con particolare attenzione a una diversificazione tra gli anni della sua attività di arbitro e quegli odierni, risponde di essere da 50 anni nel mondo arbitrale e di aver collaborato per 6 anni con Concetto Lo Bello. Dichiara poi di essere stato dirigente arbitrale per molti anni, partecipando alle varie commissioni designatrici di arbitri di serie A e B.

Afferma che recentemente le competenze degli assistenti di gara sono aumentate in virtù del regolamento che ha conferito loro più poteri e che il fischio dell’arbitro determina ancora le decisioni, al 99% per cento di pertinenza degli assistenti di gara.

Elenca le competenze degli assistenti: segnalazione del fuorigioco; uscita del pallone dall’area di gioco; eventuali violenze avvenute sul campo; consulenza su tutto ciò che l’arbitro non vede; segnalazione del fallo in merito alla posizione del giocatore da considerarsi dentro o fuori rispetto all’area di rigore; segnalazione dell’avvenuta segnatura di una rete.

Si passa poi all’esame di Roma Parma 5 -1 del 6/01/05, compresa tra i capi di imputazione a carico di Racalbuto.

L’accusa: è contestato a Racalbuto con atto fraudolento di aver ammonito Contini e Pisanu già diffidati ai fini della squalifica che ne avrebbe precluso la presenza nella partita successiva del Parma contro la Juventus .

Nicolosi riferisce che ha preso visione tante volte della registrazione filmata della partita trasmessa da SKY. Non della partita in diretta. Nel corso dell’incontro si ebbero due ammonizioni, di cui una doppia e corrispondente a un’espulsione. Si tratta di trattenute vistose sulla maglietta di giocatori avversari, di conseguenza di un caso classico in cui il regolamento prevede l’ammonizione. Il regolamento viene riscritto con cadenza biennale e quello vigente all’epoca della partita era dell’anno 2002/2003, che a pagina 113-115 codifica questo tipo di fallo. Fallo per il quale l’arbitro ha il dovere e non la facoltà di ammonire.

Pisanu fu ammonito al 39’ del primo tempo. Contini al 10’ del secondo tempo. Successivamente, al 30’ del secondo tempo, Pisanu fu espulso a causa della seconda ammonizione causata da altro tipo di fallo. Dovendo muovere una critica a Racalbuto, direbbe che il suo comportamento nei confronti di Pisanu è stato magnanimo, dovendo essere stato espulso il giocatore a causa di un ulteriore fallo prima del 30’ del secondo tempo.

Osserviamo che la partita precedeva Parma – Juventus, nel corso della quale l’arbitro De Santis, considerato l’arbitro perno del sistema moggiano, non concesse alla Juventus un rigore per un fallo di mani di un difensore gialloblu in area di rigore.


Sampdoria Siena 1 - 1
del 30/01/2005. Arbitro Gianluca Paparesta. Indagati Moggi, Fabiani e Paparesta. L’accusa: aver provocato l’ammonizione fraudolenta di Simone Inzaghi della Sampdoria, prossima avversaria della Juventus . Simone Inzaghi, per la cronaca, entrò in campo solo al 68’ del secondo tempo, ma la cupola riuscì evidentemente a prevederlo, nonostante il giocatore nel corso della stagione 2004/2005 si fosse reso protagonista di lunghe permanenze in panchina. Inoltre al turno successivo di campionato la Juventus perse per 1 a 0 contro la Sampdoria, risultato che però risulta registrato al contrario negli atti di Beatrice e Narducci. Hai visto mai a qualcuno venisse in mente di affermare la non fraudolenza dell’ammonizione preventiva?


Inter Fiorentina 3 - 2
del 20/03/2005. Arbitro Paolo Bertini. Indagati Fabiani e Bertini. L’accusa: aver provocato l’ammonizione fraudolenta di Obodo e Viali, esclusi dalla prossima di campionato della Fiorentina contro la Juventus . Naturalmente non si capisce perché l’arbitro Bertini, opportunamente ragguagliato, non avrebbe dovuto provocare direttamente una sconfitta dell’Inter, rivale in campionato della Juventus per la vittoria finale, visto che poteva scatenarsi per esempio con un rigore inesistente o con un paio di espulsioni a carico dei nerazzurri. Forse perché la prossima avversaria della Juventus sarebbe stata proprio la Fiorentina, in una partita che finirà 3 a 3, arbitrata da Collina che non convaliderà un goal fantasma di Cannavaro.


Brescia Bologna 1 – 1
del 6 gennaio 2005. Arbitro: Gianluca Paparesta. Indagati Moggi, Fabiani e Paparesta. L’accusa: aver provocato le ammonizioni fraudolente di Guana e Mannini già diffidati, in modo che fossero squalificati per la successiva partita che il Brescia avrebbe dovuto giocare contro il Messina il 9 gennaio, finita 2-0 per i siciliani . Evidente che qui si intende rimarcare che la cupola proteggeva la squadra di Fabiani.
Come ci siamo già chiesti con riferimento alla partita citata tra Inter e Fiorentina, non si capisce perché Moggi potendo avere al suo servizio ben otto arbitri, non decidesse di far penalizzare direttamente le rivali dirette, le squadre più titolate, le più forti insomma, ma escogitasse un sistema per danneggiare le piccole. Forse perché secondo un luogo comune ricorrente il campionato si vince battendo le piccole? In Fiorentina Milan 1 – 2 che precede di una settimana il match scudetto contro i rossoneri, l’arbitro De Santis non pensa nemmeno ad ammonire almeno uno dei tre diffidati Stam, Rui Costa e Seedorf. Mentre qualcuno forse si preoccupa di produrre prove televisive che escludano Ibrahimovic dall’incontro clou della stagione. Nonostante tra i capi di accusa di Moggi e Giraudo ci sia quello di servirsi di trasmissioni televisive o emittenti private al fine di indirizzare l’utilizzo delle moviole e i servizi giornalistici sportivi in favore della Juventus. Ma si sa anche questo. Auricchio copia incollava dalla Gazzetta dello Sport perché Tuttosport era Juventino, ma non afferrava il nesso tra il Milan e Mediaset.

Altra osservazione può essere fatta riguardo al metodo di selezione delle partite in base ai giocatori ammoniti. Non è formulato alcun dato comparativo con altre squadre di serie A. Non è verificato se il metodo era applicato a tutti i diffidati. Non si procede ad individuare se effettivamente la Juventus beneficiasse attraverso le ammonizioni mirate e ritenute fraudolente di un consistente vantaggio rispetto alle altre squadre. Non si capisce cioè se alla fine il metodo ipotizzato dalle accuse funzionasse oppure no. Ebbene, non è la Juventus la squadra che nel corso del campionato di calcio 2004/2005 ha beneficiato del numero maggiore di calciatori avversari squalificati per somma di ammonizioni. Atalanta, Brescia e Reggina potevano contarne parecchi di più, l’Inter 17 quanti la Juventus. Tanto per fare un raffronto con un altro campionato, nel 2006/2007, solo nelle prime venti partite, l’Inter usufruì di ben 18 squalifiche preventive. Volendo poi fare un controllo sugli squalificati provenienti da espulsione diretta, troviamo la Juventus solo all’ottavo posto, con un risultato di 7, contro i 12 della Reggina, prima. Se poi desiderassimo anche scoprire quanti gialli siano stati dati complessivamente in quel campionato a ogni squadra, scopriremmo che i bianconeri risultano settimi a pari merito con i rossoneri con 84 giocatori sanzionati, mentre la Roma prima può esibirne 108. E per togliersi l’ultimo dubbio lasciatoci dalle informative dei carabinieri, ecco anche la speciale classifica delle squadre che hanno usufruito dell’espulsione di un avversario. Si piazza primo il Cagliari, con 11 volte. Ultima proprio la Juventus, che ha giocato in superiorità numerica nel corso di quel campionato soltanto due volte. A me la cupola di Moggi fa sempre l’effetto di essere “sgarupata”.

Ma una domanda soprattutto non si può proprio fare a meno di porsi. Pinzi, Muntari e Di Michele, Mesto, Petruzzi, Nastase e Gamberini, Contini e Pisanu, Simone e non Filippo Inzaghi, Obodo e Viali. Con tutto il rispetto dovuto a quei giocatori che riuscendo ad emergere arrivano a giocare in serie A, a guisa di novelli Don Abbondio ci domandiamo: ma chi sono questi Carneadi? Come mai Moggi, che poteva contare su ben otto arbitri e parlare secondo le accuse disinvoltamente con loro come e quando gli pareva attraverso le famigerate sim svizzere, in verità intercettabili anch’esse solo a volerlo fare e non proibite, non si adoperava per impedire che contro Del Piero e compagni si schierassero i Totti, gli Schevchenko, i Recoba, i Veron? Ancora una volta ci viene in aiuto De Gregorio, che a pagina 106-107 della sentenza Giraudo afferma senza tema di smentita: “Devono ribadirsi le considerazioni già fatte sul perfezionamento del reato che non richiede il verificarsi dell’evento e per completezza, sul piano del mero apprezzamento di fatto, considerarsi che in questione non è il valore tecnico individuale del giocatore ma il suo ruolo all’interno della squadra, essendo il calcio uno sport collettivo, la mancanza di un tassello dell’organizzazione, incide negativamente sui meccanismi di funzionamento della squadra nel suo insieme, dovendo solo aggiungersi che qualsiasi calciatore schierato titolare è un elemento importante per il migliore rendimento della sua squadra e, quindi, la sua assenza la indebolisce a prescindere dalla sua cifra tecnica personale”.

Non dovrei più rammaricarmi perché nella Juventus non giocano Messi, o Iniesta o Xavi, né Rooney o Bale? La cifra tecnica personale di questi campioni non fa la differenza?

De Gregorio, le piaccia o non le piaccia, la responsabilità di ciò che ha scritto è sua. E certifica la cifra della sua competenza calcistica.

Sentenza Giraudo svelata
Quelle partite particolari - Parte I: partite a parte
 
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Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?
 
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