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Farsopoli di G. FIORITO del 25/06/2013 07:59:15
Calciopoli. Quel colpo di tosse e i sorteggi

 

Commento alla trasmissione “Un giorno in pretura”del 22/06/2013. Parte I

L’ultima puntata del ciclo di tre di “Un giorno in pretura “ che RAI3 ha dedicato a calciopoli si è aperta con la testimonianza di Del Piero, costretto a fare la conta ignobile dei titoli vinti. Quindi è apparso ad introdurre il primo segmento di trasmissione dedicato al tema dei sorteggi truccati Zamparini , arruolato da Narducci in extremis al processo come testimone dell’accusa insieme al figlio di Facchetti , addirittura richiedendo un periodo di tempo extra per dare corso a un supplemento di indagini. Zamparini aveva raccontato alla radio che Moggi gli aveva procurato l’arbitraggio di Rizzoli per una partita del suo Palermo, ma come ha fatto ben rilevare la conduttrice, non è stato possibile ricostruire se al momento della presunta telefonata di Moggi il sorteggio non fosse già stato effettuato. Si è ragionato a lungo del fatto che Moggi conoscesse in anticipo le designazioni arbitrali, per poi scoprire che quando ne veniva a conoscenza, le notizie erano già di dominio pubblico.

Secondo l’accusa le partite del campionato di calcio 2004/2005 sarebbero state truccate pilotando il sorteggio delle designazioni arbitrali.
Come è avvenuto per il caso Paparesta, questo capo d’accusa non avrebbe forse nemmeno dovuto entrare a far parte delle accuse di calciopoli, esistendo già una precedente sentenza di un tribunale della repubblica italiana sulla questione e un’archiviazione, che non sono state prese in considerazione nemmeno questa volta. Ma come sappiamo, Auricchio si è dato un gran da fare a caccia di testimoni che portassero conferme alle tesi dell’accusa, uno dei quali era Manfredi Martino. Manfredi Martino era all’epoca dei fatti contestati il segretario della Commissione Arbitrale Nazionale. Secondo la sua testimonianza, resa con riferimento alla partita Milan Juventus del campionato 2004/2005 (quella per la quale la prova televisiva procurata da Mediaset si era premurata di far squalificare Ibrahimovic ), secondo le sue sensazioni, aveva udito uno strano colpo di tosse del designatore Bergamo nel momento in cui il giornalista designato dall’Ussi aveva estratto la pallina della partita da accoppiare alla pallina dell’arbitro estratta da Pairetto e l’aveva scambiato per un segnale convenuto. Da qui tutta una tesi sviluppata sulla base del riconoscimento delle palline che contenevano in un’urna i foglietti con le partite e nell’altra i nomi degli arbitri in griglia che dovevano esservi abbinati. Si è discusso a lungo dello stato delle palline, se fossero ammaccate, vecchie, scolorite, calde o fredde. Forse si sarebbe dovuto ragionare già in fase di indagine su altri fatti.

1. Nel 2007 una sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Roma alla quale si era rivolto il giornalista Gianfranco Teotino, querelato dagli allora designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, aveva stabilito che il sorteggio arbitrale non era truccato. Teotino è stato condannato al pagamento di mille euro di multa più le spese processuali.

2. Nel 2004 il pm Maddalena di Torino aveva già archiviato l’inchiesta sui presunti sorteggi taroccati, scrivendo tra l’altro:” “Data la presenza di un notaio e di un giornalista (mai lo stesso per ogni sorteggio) pare fortemente improbabile, se non del tutto inverosimile ritenere che i sorteggi fossero truccati”.

3. Il sorteggio era pubblico.

4. Avveniva di fronte a un notaio. E’ veramente strano, ma Auricchio e i Magnifici 12 non hanno ascoltato alcun notaio in fase di indagine. I notai Iole e Tavassi, che hanno testimoniato in aula, hanno non solo certificato l’impossibilità dell’alterazione del sorteggio, ma manifestato tutta la loro contrarietà rispetto alla scarsa considerazione riservata al loro ruolo.

5. Per truccare i sorteggi tutti i giornalisti italiani avrebbero dovuto essere complici della cupola, o quanto meno dei designatori, poiché il nome del giornalista designato per l’operazione si conosceva poco prima dell’estrazione. Al processo sono state ascoltate le deposizioni dei giornalisti, compreso Antonello Capone della Gazzetta dello Sport, Presidente in carica dell’USSI.

6. Durante il sorteggio erano presenti entrambi i designatori, ma Pairetto era lontano dall’urna per poter vedere con chiarezza le sfere dalle quali il giornalista avrebbe dovuto estrarre quella contenente il nome della partita da abbinare all’arbitro.

7. Ad essere truccati non erano i sorteggi, quanto piuttosto la sequenza di immagini che al processo è stata sostituita al video girato dai carabinieri il 13 maggio 2005 (prova principe nel processo sportivo e nel breve, che mai ha potuto essere visionata dalle difese degli imputati) nel centro tecnico di Coverciano. Il video è stato parzialmente trasmesso in il 15 dicembre 2009 in una fiction de La7 su Calciopoli, poche ore dopo le condanne del rito abbreviato. In esso si vedeva chiaramente che ad estrarre la pallina «incriminata» dall’urna trasparente non era stato Bergamo, ma un cronista, sotto l’occhio vigile di un notaio. La Corte d’appello di Napoli ha affermato che «il filmato da riprodurre non è in possesso di questa cancelleria», mentre il 23 gennaio 2012 la nona sezione del Tribunale ha rimarcato che il video è in possesso dell’ «ufficio di Procura dal 29 luglio 2009». Invano la giudice Casoria avrebbe chiesto di visionarlo, ma nelle motivazioni della sentenza di condanna di Moggi si legge: «che il sorteggio non sia stato truccato è emerso in maniera sufficientemente chiara al dibattimento. Incomprensibilmente il pm si è ostinato a domandare ai testi di sfere che si aprivano, di sfere scolorite, di altri particolari, se il meccanismo del sorteggio per la partecipazione a esso di giornalista e notaio era tale da porre i due designatori nell’impossibilità di realizzare la frode» (Link). Le anomalie di calciopoli consistono essenzialmente nelle anomalie delle procedure adottate da chi ha svolto le indagini. I carabinieri e i pm di calciopoli sono noti per aver prestato il loro lavoro ad inchieste importanti e scottanti su alcuni dei temi più scomodi e controversi della repubblica italiana. Dovrebbe essere interesse dei vertici delle istituzioni dello Stato, sportive e non, restituire agli italiani fiducia nell’operato degli inquirenti. Condannando chi ha inquinato le prove con un processo, lo auspichiamo, più equo di quello di calciopoli.

8. Al netto delle brutte figure rimediate dal testimone Manfredi Martino, piuttosto reticente e vago anche lui a rivelare quante volte le palline sarebbero state segnate, impappinato fino a rivelare che in realtà i designatori quelle più ammaccate gliele facevano togliere di mezzo a garanzia della bontà del procedimento e rimproverato da una Casoria che lo ha definito ambiguo, la conduttrice ha chiuso la parte dedicata ai sorteggi tarocchi senza nulla dire del punto 7, ma affermando: “Nessuno è stato condannato per i sorteggi truccati”.

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