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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Udienze Processi di E. LOFFREDO del 07/10/2010 13:39:22
Calciopoli. Franco Baldini

 

Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste Franco Baldini, ex consulente sportivo.

E venne così il turno di Franco Baldini, ex “consulente sportivo” della Roma e tra i principali accusatori del fantomatico sistema Moggi.
L'avvocato Prioreschi inizialmente gli chiede di ricordare il suo curriculum professionale, poi si passa alle domande più attinenti il processo.
Prioreschi: «Nel corso della sua attività di dirigente calcistico i suoi rapporti con Luciano Moggi come sono stati?»
Baldini: «Sono stati formali». Primi dubbi
Prioreschi: «Buoni, cattivi, pessimi?»
Baldini: «Non sono stati come nessuna delle definizioni che ha dato. Erano rapporti normali, ma non posso certo definirli buoni, non è che gli andassi particolarmente a genio»
Prioreschi: «Lei quando è stato sentito li ha definiti “pessimi” »
Baldini: «Sono diventati pessimi, questo sì, certo»
Prioreschi: «Sono partiti normali e sono diventati pessimi, possiamo definirli così? »
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Se ho capito bene nel 2004/05 non ricopriva ruoli?»
Baldini: «No, io a marzo 2005 ho dato le dimissioni»
Prioreschi: «Senta, lei conosce un maggiore dei carabinieri che so chiama Attilio Auricchio? »
Baldini: «Certo»
Prioreschi: «Ah lo conosce?»
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Che rapporti di conoscenza ha avuto ed ha, e quando lo ha conosciuto e come lo ha conosciuto?»
Baldini: «Ho conosciuto il maggiore Auricchio nell'estate del 2003, quando i carabinieri di via Inselci indagavano sull'iscrizione al campionato della Roma e di altre squadre, dove si paventava l'iscrizione al campionato attraverso false fideiussioni. I carabinieri stavano indagando, io da consulente sportivo non avevo molta cognizione di causa di quello di cui stavamo parlando quando fu scoperto che per la Roma si paventava il rischio di fideiussioni false per l'iscrizione al campionato, però, non essendoci il direttore generale perché era stato da poco esautorato, il presidente Sensi aveva già problemi di salute, la società incaricò me di tenere una conferenza stampa a Trigoria per illustrare le ragioni della Roma. Io fui edotto nel corso di quella mattinata di quelle che erano tutte le procedure a cui la Roma aveva adempiuto e il punto di vista che la Roma riteneva fosse lecito palesare, e in quella conferenza stampa erano presenti i carabinieri di via Inselci. Dopo la conferenza stampa loro sono venuti a chiedere spiegazioni e io ho fatto in quel momento la conoscenza del maggiore Auricchio, e nel pomeriggio, come rappresentante sono andato fare una denuncia contro ignoti proprio nella caserma di via Inselci »
Prioreschi: «Sì, quindi lo conosce così, occasionalmente, nell'agosto del 2003. Successivamente all'agosto del 2003 che rapporti ha avuto col maggiore Auricchio?»
Baldini: «Dopo il 2003 è successo che nel marzo del 2005, quando già ormai il mio rapporto con la Roma era logorato, avevo già dato le dimissioni una prima volta nel novembre ed erano state respinte, l'ho date una seconda volta. Però prima di dare quelle dimissioni, avendo un'ultima chance di poter dire la mia e pensando di poterlo fare ancora da persona in carica, e quindi con una voce che si potesse ancora sentire, piuttosto che aspettare qualche tempo dopo quando mi sarei dimesso, e quindi essere scambiato come uno dei tanti perdenti che si lamenta, ho cercato di lamentarmi un attimo prima, non (con, ndr) un grande atto di coraggio dire la verità sapendo che sarebbe finita da lì a poco. Tanto è vero che il martedì successivo alle mie dichiarazioni a una trasmissione televisiva dove ho aspramente criticato il mondo del calcio, ho dato le dimissioni, e qualche tempo dopo il maggiore Auricchio mi ha chiamato»
Prioreschi: «Quando dice “qualche tempo dopo”, fa riferimento alla sua convocazione ufficiale, quando è stato interrogato?»
Baldini: «No, no, non sono stato interrogato ufficialmente, sono stato contattato una prima volta da lui chiedendomi se avessi avuto la voglia di riferire, mettere per iscritto e denunciare circostanziatamente quelle accuse velate. Perché ovviamente di prove circostanziate non ne avevo più di tanto e più delle cose che poi ho denunciato. Io ho detto che non avevo grandi cose da riferire se non qualche minaccia personale alla quale, tra l'altro, pensavo che nel corso del tempo mi sarei abituato, poi ho scoperto che non ci si abitua mai. E quindi ho detto “non ho molto da dire, non so su che cosa potermi basare per fare una deposizione”, e lì è finita. Qualche tempo dopo lui mi ha richiesto questa cosa e io ho accettato anche perché il mondo del calcio era una cosa che non si sarebbe più rappresentato (presentato, ndr)». Che segugio il maggiore! Non solo sente i testimoni che si evidenziano dalle indagini, ma va persino a scovarli e a corteggiarli di persona!
Prioreschi: «Quindi diciamo che il contatto con Auricchio sarebbe di iniziativa dell'allora maggiore adesso colonnello? È Auricchio che la cerca? »
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «E lo colloca dopo le sue dimissioni?»
Baldini: «Lo colloco una settimana, due, tre, quattro -non lo so-, dopo quella trasmissione»
Prioreschi: «Quando si è dimesso lei, a marzo?»
Baldini: «La trasmissione dovrebbe essere del 24 marzo e il 26 marzo mi sono dimesso»
Prioreschi: «2005? »
Baldini conferma: «2005»
Prioreschi: «E quindi subito dopo viene contattato?»
Baldini: «Sì, 2005, non vorrei fare confusione. Come ripeto, qualche settimana dopo sono stato contattato»
Prioreschi: «Quindi se io le chiedo: tra l'agosto 2004 (intende 2003) e le sue dimissioni, marzo 2005, se e quante volte ha visto Baldini (lapsus del legale), la sua risposta qual è»
Baldini il burlone...: «Tutti i giorni nello specchio!» Stamo a crepà dalle risate!...
Prioreschi: «No, Auricchio. La battuta “l'apprezzo”, ma insomma...»
Baldini: «Credo di averlo rivisto in quel corso, ma per quanto riferiva le indagini sulle false fideiussioni, credo di averlo rivisto una o due volte in quel periodo»
Prioreschi: «Allora, io vorrei metter un po' di ordine nei suoi ricordi. Lei ricorderà che l'ho interrogata a Roma nel processo GEA. Lei a queste domande, “se conosceva Auricchio...” »
Irrompe Narducci: «Presidente, c'è opposizione!»
Prioreschi: «Ho i verbali depositati »
Narducci: «E allora utilizzi i verbali per fare le contestazioni formali laddove c'è una difformità rispetto alla dichiarazione resa»
Casoria, rivolta all'avvocato: «Faccia la domanda diretta»
Prioreschi: «La domanda è: perché quando io l'ho interrogata nel processo GEA ha negato... »
l'avvocato neanche termina la domanda che Narducci: «Presidente, c'è opposizione!»
Prioreschi continua: «... e ha detto di non averlo mai visto se non quando... »
Il Narducci furioso: «...C'è opposizione!»
Interviene l'avvocato Bonatti (difesa Pairetto): «Chiedo scusa, chiederei alla Procura della Repubblica, magari con minor veemenza, di spiegare le motivazioni dell'opposizione. Grazie».
Casoria: «Ecco, perché...? »
Narducci: «Presidente, c'è una contestazione che va fatta ritualmente, secondo codice di procedura italiano, utilizzando verbali di dichiarazioni precedentemente resi (rese, ndr). Di fronte a questo non ci sono opposizione (opposizioni, ndr). Non affidati a ricordo (ricordi, ndr) dell'interrogante» Nella libreria del pm si trova il “codice di procedura italiano”, non il codice di procedura penale (e/o civile), dobbiamo altresì concludere che fa bella mostra di sé anche il Dizionario della lingua penale...
Si ricercano i verbali d'udienza a cui fa riferimento il pm, e poi il Presidente: «E' rigettata l'opposizione».
Prioreschi: «Allora, faccio la prima domanda. 31 marzo 2008, Tribunale di Roma, sezione X penale, io le faccio una prima domanda:
“Il maggiore Auricchio lo conosceva?”
Baldini “No, non lo conoscevo, no l'avevo visto qualche settimana prima, no scusi l'estate prima lo avevo visto perché io ero stato...”
e poi spiega la storia delle fideiussioni e che era andato in via Inselci con l'avvocato Conti a presentare la denuncia. Si ricorda? »
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Poi io le domando:
“dopo quella volta (agosto 2003), lo ha rincontrato o ha avuto modo di parlarci?”
Baldini: “No, sono stato chiamato l'anno dopo dallo stesso maggiore Auricchio per fare quelle dichiarazioni”
Prioreschi: “Dall'agosto 2004 all'aprile 2005 lo ha mai rincontrato?
Baldini: “No, non l'ho mai rincontrato”
Prioreschi: “quando sono stati interrotti?”
Baldini: “No, quando sono stati interrotti. Le ho detto a (via Inselci, ndr)”.
Adesso corregge e mi dice che lo ha visto tra...»
Il pm sarà contento...
Baldini: «Mi correggo perché quando lei mi faceva le domande, riferite al processo della GEA, io ero sinceramente focalizzato in quella che era l'attività che Auricchio aveva raccolto nella mia deposizione. Io stavo pensando a quell'oggetto lì, non ho più pensato»
Prioreschi: «Baldini, l'oggetto era sempre... La domanda »
Baldini: «Io le ho detto che in quell'anno l'ho visto una o due volte perché mi stavo ancora riferendo agli sviluppi delle indagini sulle fideiussioni. Per questo quando lei mi ha fatto la domanda io ho detto no, perché non ci ho proprio pensato, parlavo di questo nuovo sviluppo, nuovo caso. Confermo, se quello che ho detto è questo, ho completamente dimenticato la vicenda delle fideiussioni. Perché la realtà è che io l'ho incontrato, lo ripeto»
Prioreschi: «Prima informalmente, se ho capito bene... »
Baldini: «No, quando ho detto informalmente mi riferivo a questo caso. Nel caso delle fideiussioni l'ho incontrato formalmente»
Prioreschi: «No guardi, a me delle fideiussioni non me ne frega niente. Tanto per essere chiaro. Io le sto dicendo: lei lo vede e lo conosce nell'agosto del 2003... »
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «...va in via Inselci e presenta una denuncia...»
Baldini: «Certo»
Prioreschi: «Dopo l'agosto del 2003 quante volte e in quali circostanze, formali, informali ha incontrato il maggiore Auricchio tra agosto 2003-marzo 2005, data delle sue dimissioni»
Baldini: «Allora, come ho detto poco fa, tra l'agosto 2003 e il marzo del 2005, in relazione alle fideiussioni, ho visto o sentito il maggiore Auricchio una o due volte»
Prioreschi: «Sia nel processo GEA che in questo processo il colonnello Auricchio ha detto, se volete è un dato dibattimentale, che tra l'agosto del 2004 e l'aprile del 2005 lei e il maggiore vi siete incontrati tre o quattro volte prima del suo interrogatorio, a prendere un caffè, e tre o quattro volte dopo. Il verbale (d'udienza) del 21 aprile 2009 a pagina 99, lo ha confermato anche quando lo abbiamo sentito. Volevo capire, rispetto a questa dichiarazione, si sbaglia il colonnello, ricorda male lei? Faccia uno sforzo di memoria, sia sugli incontri e sia sulle date, così magari facciamo un approfondimento»
Baldini: «Confermo quello che le ho appena detto. Ripeto, fino a quando ho dato le dimissioni io avevo incontrato il maresciallo Auricchio una o due volte per vicende rilevanti la fideiussione. Dopo quella trasmissione e conseguenti dimissioni, io ho incontrato Auricchio varie volte»
Prioreschi: «Ah, quindi modifica?»
Baldini: «No, no, no. Io ho detto “dopo” »
Prioreschi: «Quindi prima di marzo 2005 una o due volte, sempre per le fideiussioni. Come definisce i suoi rapporti con Auricchio? Di amicizia, di conoscenza, formali, informali...?»
Baldini: «Di conoscenza prima, di collaborazione dopo»
Prioreschi: «Conoscenza prima, e di collaborazione... Per collaborazione cosa intende? »
Baldini: «Siccome avevo deciso che quel poco che avevo da dichiarare, da denunciare, lo avrei fatto comunque. Però mi rendevo conto che la mia posizione potesse essere soltanto debole, mi sono prestato a collaborare con lui, cosa di cui non ho assolutamente da dolermi, anzi è una delle piccole cose di cui vado fieri nella mia vita. Ho cercato di indicare a lui tutte quelle persone, previo sentirle prima perché non volevo mettere in mezzo nessuno, tutte quelle persone che nel tempo si erano rivolte a me sapendo bene come la pensassi e quindi si sentivano comodi con me nel venire a denunciare le minacce o i soprusi o comunque i maltrattamenti da parte di Luciano Moggi»
Prioreschi: «In concreto, la vostra collaborazione come si è espressa? Che cosa ha detto a verbale? »
Baldini: «Dicevo: “ci sono delle persone che vengono a confessarsi con me di quelli che sono i soprusi che hanno subito, che secondo me hanno più di una ragione di denunciare i fatti” nei confronti del suo cliente»
Prioreschi: «Quindi lei ha riferito questi fatti ad Auricchio?»
Baldini: «No, ho detto ci sono dei nomi, dopodiché sono andato da queste persone e ho sentito la loro disponibilità a parlare, ben sapendo che molti di loro avrebbero detto di no, si sarebbero tirate indietro, o che addirittura sarebbero andati dal suo cliente a dire “guarda che c'è Baldini, eccetera che sta cercando di fare questa cosa...”, lo sapevo benissimo e non era un problema. Cercavo in qualche modo che tutte quelle persone che erano venute da me per i soprusi subiti, potessero denunciare»
Prioreschi: «Questo quando è avvenuto, dopo le dimissioni?»
Baldini: «Dopo le dimissioni, esattamente»
Prioreschi: «Lei è sicuro di questo?»
Baldini: «Sono sicuro» E se poi si scopre che l'opera di persuasione è antecedente al marzo 2005 ci sarebbero dei problemi, per Baldini è ovvio.
Prioreschi: «Tra le persone che lei ha contattato dopo le sue dimissioni, possiamo fare qualche nome? Le dico un nome ad esempio?»
Baldini: «Lo dica lei...»
Casoria: «No, no, lei deve rispondere, lei deve dire chi sono queste persone che sapevano, che erano maltrattate»
Baldini: «Senta, io non ho fatto quei nomi neanche al maggiore Auricchio allora, perché volevo sentire loro se fossero disponibili, perché non volevo mettere in mezzo persone che poi alla fine sarebbero andate lì a non dire niente»
Prioreschi: «Lei non ha fatto nessun nome ad Auricchio? Io non la capisco. Presidente, prima ha detto che ad Auricchio ha detto i nomi delle persone che erano maltrattate, adesso...»
Casoria: «Sta dicendo che le ha prima contattate»
Baldini: «L'avvocato ha ragione in questo caso. Io ho fatto dei nomi, ne ho verificato prima la disponibilità. Questa era la mia collaborazione con lui»
Prioreschi: «Quali nomi? Vogliamo dire quali nomi»
Casoria: «Questi che ha contattato prima»
Baldini: «Io non ho nessuna problema a farli, mi spiace tirare fuori i nomi che tanto... li faccia lei »
Casoria: «No, Baldini, lei deve rispondere. Ha detto che ha fatto questi nomi? Persone maltrattate? Eh insomma...»
Baldini: «Persone che avevano denunciato i loro maltrattamenti, che si erano confidate con me... »
Casoria: «Non denunciato, confidate con lei»
Baldini: «Sì, si erano confidate. Erano ad esempio: Nelson Ricci, Dario Canovi, Stefano Antonelli. Basta non ne ho da dire più»
Prioreschi: «Ci dice le qualifiche ricoperte e le professioni?»
Baldini: «Direttore sportivo Nelson Ricci e agenti gli altri due »
Casoria: «Direttore sportivo di che squadra?»
Baldini: «Allora del Siena». Quella senese non era una società amica della presunta cupola?
Casoria: «E agenti gli altri due per quali squadre o calciatori? »
Baldini: «Agenti di calciatori»
Prioreschi: «Non si ricorda i calciatori?»
Baldini: «No, non sto parlando dei loro clienti, sto parlando degli agenti che subivano i maltrattamenti»
Casoria: «Sempre in funzione del fatto che erano calciatori?»
Baldini: «Sì, certo»
Casoria: «E non ricorda chi erano questi calciatori?»
Baldini: «Signora, il fatto è questo: non voglio prestare qui il fianco al gioco del si dice, si dice». Ma va?! «Io le cose che avevo da dire le ho messe per iscritto»
Casoria: «Ma lei qua le deve dire oralmente! Qua non basta dire (“quello che ho scritto” ndr), qua si fa il processo orale, quindi lei lo deve dire»
Prioreschi: «Quindi lei ha fatto i nomi di Ricci, Canovi e Antonelli. Lei li ha contattati per vedere se erano disponibili a rendere dichiarazioni all'autorità giudiziaria?»
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Queste persone le hanno dato la disponibilità a rendere dichiarazioni?»
Baldini: «Mi hanno dato disponibilità ad incontrare il maggiore Auricchio »
Prioreschi: «Lei poi ha riferito al maggiore Auricchio la disponibilità di queste persone?»
Baldini: «Sì, certo»
Prioreschi: «Questa è stata la sua collaborazione, si è limitato a contattare questo agente e questo direttore sportivo»
Baldini: «Esatto»
Prioreschi: «Non ha fatto altra attività di “collaborazione”, come dice lei? »
Baldini: «No»
Prioreschi: «Poi vedremo...»
Chissà perché Capuano non protesta per questa chiosa...
Prioreschi: «Dovremmo collocare meglio questa sua attività. Sempre nel processo GEA, il primo aprile 2008 è stato sentito anche Stefano Antonelli, che ha riferito questa circostanza che lei ha finalmente ammesso in questa sede. Antonelli il primo aprile...»
Narducci: «Presidente, c'è un'obiezione...» L'obiezione della sua coscienza...
Prioreschi: «“Obiezione” che cos'è? È un'opposizione alla domanda o è un'obiezione di principio alle domande dell'avvocato difensore?»
Casoria: «Perché?»
Narducci: «Presidente, vanno fatte le domande, si possono sollecitare le risposte, si possono far rilevare le divergenze fra le dichiarazioni. Non possono essere utilizzate, peraltro sotto forma di racconto, dichiarazioni di altre persone al fine di far emergere discordanze fra la possibile dichiarazione del teste che è qui seduto e quella di altre, peraltro in altro procedimento (uno scioglilingua! Ndr). L'unico metodo accettabile è quello che riguarda il contenuto delle domande (risposte, ndr) che Baldini rende in relazione anche alle difformità, non possono essere utilizzati elementi che “si dice” sono tratti da dichiarazioni altrui». Ah, il “si dice” non è ammissibile?! E perché siamo qui allora? Comunque non è un “si dice” e lo spiega il Presidente del Collegio giudicante.
Casoria: «Ma ci sono i verbali»
Prioreschi: «Presidente, io sto... allora, io sto... »
Narducci incredibilmente alterato (!): «Presidente non può essere data lettura di dichiarazioni e di verbali!» Questo pm è notevolmente esagitato! Chissà se è contegno normale e condivisibile.
Casoria: «Ma non diamo lettura, ma le domande al testimone! »
Prioreschi: «Io non sto dando lettura... »
Casoria: «Lei non deve dare lettura di niente, andiamo avvocato...», così vediamo se si calma il pm.
Prioreschi: «Io non sto dando lettura di niente. Gli sto dicendo, siccome debbo verificare l'attendibilità di questo teste, noi abbiamo, perché lo abbiamo prodotto ed è un verbale di dibattimento dal quale risulta che questa interlocuzione...»
Casoria: «Udienza 31 marzo 2008, pubblico ministero... »
Narducci ancora sopra i toni: «Presidente, il problema è l'ammissibilità delle domande al teste, non il verbale!» Ma perché si scalda? E poi finora ha questionato sulla lettura del verbale, adesso invece contesta l'ammissibilità delle domande? Boh.
Prioreschi: «Io verifico l'attendibilità del teste! »
Casoria evidentemente infastidita dell'atteggiamento del pm: «Dal mio punto di vista le può fare! Decide il presidente, andiamo avanti! Faccia queste domande, però non divaghi!»
Prioreschi: «Io non divago presidente! Sono stato interrotto... »
Casoria: «Perché poi ci stanno particolari, “due o tre volte lo ha incontrato”, che importanza ha?»
Prioreschi: «No, ha importanza presidente »
Casoria: «Andiamo avanti!»
Prioreschi: «Il dato documentale che noi abbiamo in atti è che Antonelli riferisce che l'interlocuzione con lei sul maggiore Auricchio, Antonelli dice, “mi ha chiamato Baldini e mi ha detto che se avevo delle cose da dire potevo andare dal maggiore Auricchio dei carabinieri”. Lo colloca nell'ottobre-novembre 2004, non dopo il... (marzo 2005 dimissioni di Baldini, ndr) ».
Casoria: «Ma lei domandi direttamente quando si è verificato questo fatto»
Prioreschi: «Ma lui continua a dire dopo il 26 marzo (2005)»
Baldini: «Lui l'unica cosa che può collocare nell'ottobre-novembre è la denuncia nei miei confronti di quelle che erano le difficoltà che stava subendo, non certo di essere invitato ad andare a parlare col maggiore Auricchio»
Casoria: «E' quello che ha dichiarato, è stato chiaro»
Prioreschi: «C'è un altro dato che però contrasta con quello che dice lei... »
Il Presidente, per prevenire un'altra levata del pm: «Domande però deve fare»
Prioreschi: «Stefano Antonelli, in questo processo, in questo procedimento è stato interrogato dal maggiore Auricchio il primo febbraio 2005... »
Narducci borbotta: «Questo qui però è troppo...». Mah, non è neanche la stessa questione per la quale si è alterato
Prioreschi: «...dicendo, “siccome mi aveva contattato poi io sono andato”. Quindi è impossibile che lei abbia parlato con Antonelli a marzo, dopo le sue dimissioni»
Casoria: «Vabbè, si può sempre confrontare per vedere chi dice il falso e chi dice il vero»
Prioreschi: «Intanto sentiamo..., poi siccome Antonelli è teste»
Capuano: «Qual è la domanda?»
Prioreschi: «La domanda è se insiste a dire che era... »
Casoria: «Lei conferma sempre che questo fatto si è verificato dopo marzo, queste sue indicazioni?»
Baldini: «Senta, questo è l'esatto ricordo che ho»
Casoria: «Che ha oggi. Queste indicazioni quindi quando le ha date? Mettiamo un punto fermo »
Baldini: «Secondo me sono successive alle mie dimissioni». A questo punto vorremmo sapere quali dimissioni, quelle accettate a marzo 2005 o quelle respinte a novembre 2004?
Prioreschi: «E come si spiega che Antonelli viene sentito il 1 febbraio 2005? »
Casoria: «Non ci importa avvocato, abbiamo rilevato questa discrepanza, poi vedremo come dovrà essere valutata. Non ce lo deve spiegare il testimone»
Prioreschi: «Benissimo. Quindi la sua unica collaborazione si è estrinsecata nel fornire questi nomi, non ha fatto altre attività di collaborazione con il maggiore Auricchio?»
Baldini: «La mia collaborazione è questa»

La giornalista Augelli

Prioreschi: «Lei conosce la giornalista di Milano Finanza, Catia Augelli?»
Baldini: «Sì»
Prioreschi: «Come l'ha conosciuta, quando l'ha incontrata? »
Baldini: «L'ho conosciuta diverso tempo prima di tutti questi fatti, allora... quando..., il giorno non me lo ricordo»
Casoria: «Il giorno no, ma l'anno sì»
Baldini: «Ma neanche l'anno mi ricordo, sono sei anni di frequentazioni a Roma. Come posso fare a collocare i milioni di persone che ho conosciuto?»
Prioreschi: «Lei si ricorda di averla vista insieme al colonnello Auricchio? »
Baldini: «Sì, lo ricordo»
Prioreschi: «Allora, quando io le ho chiesto, un minuto fa, quale altro tipo di collaborazione, non se lo ricordava? »
Baldini: «ma guardi che... Visto che ogni cinque secondi tira fuori la deposizione...»
Casoria: «No, no, senta un poco, lei risponda alle domande. Questa giornalista come si inserisce in questo (rapporto di collaborazione, ndr)? »
Baldini ritorna sulla sua ritrosia a fare i nomi di altre persone minacciate ai carabinieri. Poi: «ho spiegato anche che il mio rapporto con il maggiore Auricchio è stato quello di spiegargli come secondo me funzionavano le cose. L'incontro con Catia Augelli serviva anche a questo, cioè dal punto di vista economico come funzionano le società di calcio. Tutto lì, era parte di questa collaborazione» Ecco, e perché non lo ha detto prima?
Prioreschi: «Quando io le ho chiesto qualche minuto fa quale altro tipo di collaborazione, lei mi ha detto di no. Non risulta da nessun verbale che lei ha parlato di Catia Augelli, ha capito?»
Casoria: «Come si inserisce questo rapporto con la giornalista»
Baldini: «Si inserisce perché collaborando con il Maggiore Auricchio, per fargli capire come funzionava secondo me il sistema calcio, avevo bisogno anche di qualcuno che potesse illustrargli anche dal punto di vista economico, la giornalista di Milano Finanza poteva farlo meglio di me»
Prioreschi: «Quando e dove vi siete incontrati?»
Baldini: «Non lo so, le giuro che non e lo ricordo»
Prioreschi: «Rispetto alle sue dimissioni, prima, dopo? »
Baldini: «Io non me lo ricordo»
Prioreschi: «Ricorda se avete parlato di Capitalia, Geronzi?»
Baldini: «S è parlato di Capitalia e di Geronzi perché evidentemente fanno parte del sistema calcio»
Prioreschi: «Di chi altro, oltre a Capitalia e Geronzi, si è parlato? »
Baldini: «E' una conversazione avvenuta tanto tempo fa. Sinceramente non mi ricordo, mi ricordo che ci siamo incontrati»
Prioreschi: «Presidente allora le chiedo di ammonire il teste perché mi pare reticente»
Baldini: «Mah, reticente... mi inventerò una cosa per no esserlo, che devo dire? Non mi ricordo i contenuti della conversazione»
Casoria: «Oltre la mancanza di ricordo non si può andare. Però io già l'ho ammonita all'inizio, lei come testimone deve dire la verità. Deve essere vero che lei non ricorda»
Prioreschi: «E' stata una sua iniziativa quella di dire ad Auricchio andiamo a parlare con la Augelli?»
Baldini: «Verosimilmente sì»
Prioreschi: «Si ricorda se lei ha detto ad Auricchio “Andiamo a parlare di Capitalia e di Geronzi”? »
Baldini: «No, non di Capitalia, “andiamo a parlare da chi può illustrarti dal punto di vista economico il sistema calcio” »
Prioreschi: «Lei sa Auricchio quando ha riferito all'autorità giudiziaria queste notizie apprese dalla giornalista Augelli? In quale informativa?»
Baldini: «Non lo so»
Prioreschi: «Se io le dico 18 settembre 2004? »
Narducci stranamente calmo: «C'è opposizione, presidente»
Casoria: «Ha già detto che non lo sa. Andiamo avanti»

La telefonata con Mazzini

Prioreschi: «Senta, c'è una intercettazione tra lei e Innocenzo Mazzini in cui lei dice testualmente: “Ascolta, io ti dico solo una cosa, Innocenzo, ...”, la conosce?»
Baldini: «L'avete fatta sentire in tutte le trasmissioni...»
Prioreschi: «Quindi la conosce, è preparato, Telefonata 8222 del 4 aprile 2005: “Ascolta, io ti dico solo una cosa, Innocenzo, forse se ti comporti bene, quando farò il ribaltone, e tanto lo farò, io vivo per quello, fare il ribaltone e buttare tutti di sotto dalla poltrona, io ti salverò. Forse”. Che cosa voleva dire»
Baldini: «Se oltre a riferire testualmente la telefonata potesse far sentire anche l'audio, magari si capirebbe che non si sa chi dei due scherza di più. Perché è evidente che nessuno si prende sul serio in quella telefonata. Tanto è vero che in quella telefonata poi aggiungo: “tanto per me non c'è nessun problema, io voglio dimostrare che riuscirò a stare anche senza calcio”. È chiaro che è una telefonata in cui io dico “ribaltone”. Ribaltone è una cosa che tutti sanno, non c'è niente di serio, è solo una speranza»
Prioreschi: «E quando lei dice: “Io mi sono guardato bene da fare il tuo nome, ho parlano di Galliani, Carraro, Giraudo. Non ti ho nominato, ho avuto persino il timore che tu fossi geloso qualche volta”, scherza sempre?»
Baldini: «Sì, assolutamente ha un tono scherzoso tutta la telefonata, nessuno dei due prende sul serio l'altro. Oltre tutto non è certo una telefonata di cui posso andar fiero. Perché comunque si trattava non di raccomandare, ma che un amico fosse in qualche modo pregiudicato dal fatto che pensassero che fosse amico mio. Questo è il senso, con lui davanti (Castagnini, ndr), che mi chiede di farla. Che poi la ricevo la telefonata, che è un particolare»
Prioreschi: «Ma lei a qualcuno li aveva fatti questi nomi di Moggi, Giraudo, Carraro?»
Baldini: «Guardi, se lei mi dice il 4 aprile, ci sta anche che li abbia fatti, non in deposizione, perché non ero convinto di stare in deposizione. Ci sta che io li abbia fatti, quando ne parlo non parlo mai né di Carraro, né di Galliani in veste personale, ho sempre parlato di loro così, come avevo fatto nella trasmissione di qualche giorno prima, l'ho sempre fatto in virtù del ruolo che ricoprivano, di conflitto di interessi. Ho parlato solo personalmente del suo cliente, mai delle altre persone»
Prioreschi: «Siccome dice che li ha fatti, dove li ha fatti e con chi li ha fatti? »
Baldini: «siccome sono stato contattato qualche giorno dopo.. »
Prioreschi: «Contattato da chi?»
Baldini: «Dal maggiore Auricchio»
Prioreschi: «E quindi non ha detto solo Antonelli, Canovi? Poi abbiamo scoperto che c'era la giornalista, ora abbiamo scoperto che ha parlato anche di Carraro, Moggi, Giraudo...»
Baldini: «Sono solo chiacchiere... »
Capuano protesta per qualche commento di Prioreschi, che viene rimproverato dal Presidente, «lei ha il brutto vizio di fare troppi commenti. Lei voleva evidenziare che ha fatto questi altri nomi».
Prioreschi: «Nella telefonata scherzava pure quandoraccomanda Castagnini? »
Baldini: «E' l'unico punto serio. Ma non è una raccomandazione, badi bene. Perché Castagnini ha già avuto un incontro positivo con il presidente dell'Arezzo, mi chiede di fare quella telefonata (ma la telefonata la riceve, ndr) perché mi dice: “stai attento, ho parlato con Mazzini che mi dice che anche Moggi è amico di Mancini (presidente dell'Arezzo, ndr) e non vorrei fosse pregiudicato il fatto che Moggi ti collega a me in quanto siamo dello stesso paese e siamo amici, telefona te a Mazzini per dirgli che Renzo Castagnini no c'entra niente con Baldini”. È una tutela a suo nome. Tanto è vero che nella telefonata dico: “di' pure al tuo amico”, che in questo caso sarebbe il suo cliente, “che io e Castagnini abbiamo litigato da bambini”. Se lei chiama raccomandazione questa, ne possiamo discutere»
Prioreschi: «Quindi questa telefonata parte scherzando, poi diventa seria quando parla... »
Capuano vuole dimostrare di sapersi arrabbiare come il collega: «Presidente, questo è un altro commento!». Davvero? Sembrava tanto una domanda. Poi alterandosi ancora di più: «Dobbiamo sentire le domande o dobbiamo assistere ai commenti?». Mah. I pm mi sembrano un po' troppo elettrici.
Prioreschi: «Presidente, io devo accertare che il teste..., ma che stiamo scherzando?»
Casoria dopo aver riportato l'ordine: «Andiamo avanti».
Prioreschi: «E quando parla di Veltroni è seria o scherzava in quella parte di telefonata?»
Baldini: «In quella parte io dico a Castagnini, “potrei parlare anche a Veltroni, che conosco”, Quella è l'unica cosa seria, il resto è uno scherzare»
Prioreschi: «Ma poi lei questi nomi all'autorità giudiziaria, Giraudo, Galliani e quant'altro, lo ha fatti o non li ha fatti?»
Baldini: «Stanno nella deposizione. Nella deposizione all'autorità giudiziaria si può mettere soltanto quelle che sono le prove, sennò è inutile metterli, e a quello mi sono riferito»
Casoria: «Ha fatto questi nomi?» poi rivolta a Prioreschi: «Che intende lei poi per autorità giudiziaria?»
Prioreschi: «Presidente, il signor Baldini ha avuto il privilegio di essere interrogato da solo dal maggiore Aurcchio. Erano lui e il maggiore, in una lunga deposizione. Quindi quando è stato interrogato da Auricchio»
Casoria: «Quindi non autorità giudiziaria»
Prioreschi: «Ricorda se li ha fatti questi nomi? Ricorda se ha parlato di Capitalia, di Geronzi...?»
Baldini: «Penso di sì»
Prioreschi: «Basta presidente ho finito»


Controesame del pm


Il pubblico ministero ha domande.
Narducci: «Lei in alcuni passaggi delle dichiarazioni fino ad adesso, anche con riferimento a quei nominativi che ha citato, Ricci, Canovi e Antonelli, e poi con riferimento a lei, ha parlato di minacce e di soprusi ricevuti. Mi fa capire esattamente quali minacce e quali soprusi lei fa riferimento?»
Prioreschi: «C'è opposizione Presidente»
Casoria: «Perché questo?»
Prioreschi: «Perché non è oggetto di questo processo, è stato oggetto nel processo che si è celebrato...»
Casoria: «E vediamo. Come fa a sapere di che minacce, il pm vuole sapere di che minacce si è trattato? Rigettata l'opposizione. Lei deve dire in concreto di che minacce si è trattato»
Baldini: «Chiedo scusa, io vorrei capire meglio la domanda. Lei si riferisce a quelle personali o a quelle che mi sono state raccontate»
Narducci: «Sia quelle personali sia quelle che le sono state raccontate»
Casoria: «Il pubblico ministero vuole sapere il contenuto di queste minacce»
Bonatti: «Però chiedo scusa, prima della risposta, quelle de relato no, le sue quelle che secondo lui ha ricevuto»
Narducci: «Perché, secondo il codice non si possono ricevere?» Che “obiezione” è questa?!
Bonatti: «No, quelle de relato ci deve dire nomi e cognomi che poi verranno qui a raccontarcele »
Narducci: «Ah, che cos'è un'indagine giudiziaria?»
Prioreschi: «E se le collochiamo nel tempo, presidente»
Casoria: «Collochiamo tutto. Allora cominciamo con il contenuto delle minacce che hanno fatto a lei e chi gliele ha fatte».
Baldini: «La minaccia che ho ricevuto io, ed è stata fatta dal cliente dell'avvocato Prioreschi... »
Casoria: «Deve dire “Moggi Luciano”»
Baldini: «...Moggi Luciano, è riferita nella deposizione che ho fatto ai carabinieri, quando riferisco che in occasione di una cena di Natale lui mi si è avvicinato e mi ha detto: “ma perché ci sono tutte queste difficoltà per mio figlio ad avere giocatori della Roma giovanile come procure? Non dovrebbero esserci, sai noi dobbiamo darci una mano, perché questo è un lavoro strano, un anno si lavora da una parte, un anno si lavora da un'altra, un anno non si lavora” »
Casoria: «Così ha detto». E non pare proprio una minaccia.
Prioreschi: «L'anno presidente»
Baldini: «Era una cena di Natale che posso collocare o nel 2001 o nel 2002»
Narducci: «E quelle che lei ha ricevuto per confidenza?»
Baldini: «Quelle che ho ricevuto per confidenza parlavano di giocatori costretti a firmare con uno piuttosto che per un altro perché sennò non gli veniva rinnovato; o di procure che dovevano essere assegnate al figlio di Luciano Moggi piuttosto che al procuratore perché sennò questo contratto non sarebbe mai potuto arrivare alla fine; che doveva sistemare certi giocatori; che, parlando del direttore sportivo doveva prendere certi giocatori piuttosto che prenderne altri perché sennò avrebbe avuto delle ritorsioni; che non poteva vendere un giocatore a me, come era successo nel caso di Nelson Ricci, questo era il caso del giocatore Taddei, che no poteva venderlo perché c'era l'interesse della Juventus e questo a me avrebbe creato dei problemi. Questo tipo di minacce e soprusi. È qualcosa che sta al di sopra un po' di tutto, che si può raccontare soltanto con una parola: la paura di perdere il posto di lavoro»
Narducci: «Ho capito. Non ha mai più ricevuto nella sua vita minacce da Luciano Moggi?»
Baldini: «Ce n'è stata una clamorosa addirittura in tribunale. Si è avvicinato con le dita, non voglio dire a forma di pistola, perché probabilmente non lo erano», e perché allora lo dice?! «con le dita a un centimetro dal naso: “stai attento pezzo di m**da perché tu finisci male” . Questo alla vigilia di una delle udienze del processo GEA. Nello stesso processo, ma in un'altra udienza, si alzava dalle postazioni del pubblico, minacciandomi con la mano mentre io stavo facendo deposizione. Poi di messaggi è pieno, quanti ne vuole. Ogni settimana nei suoi commenti, diffamazioni e quant'altro. Questo. Che devo fare più di così?»
Narducci: «Grazie»

Replica delle difese

Prende la parola l'avvocato Trofino
Trofino: «Lei prima rispondendo a domanda dell'ufficio di presidenza “a che cosa erano consistite queste minacce”, ha raccontato l'episodio di questa cena, che non riesce a collocare nel tempo, in cui Moggi le avrebbe detto, “trovo difficoltà ad avere contratti anche, eccetera...”, lei ha risposto cosa?»
Baldini: «Io ho risposto che era sfortunato, anche se non ho usato proprio questo termine»
Trofino: «Poi lei ha aggiunto, per avvalorare questa sua minaccia, “avevo paura di perdere il posto”. Lei all'epoca era dipendente della Roma, era direttore sportivo della Roma, perché aveva questa paura di perdere il posto?»
Baldini: «Perché è una paura che hanno tutti quelli che fanno calcio» Ma non si vantava di saper stare anche senza calcio? «In un sistema dove il suo cliente... »
Trofino: «Ma non riferita all'eventuale attività di Moggi, insomma...»
Baldini: «Certo, assolutamente riferita...»
Casoria: «Lei era dipendente della Roma, per quale via Moggi poteva influire nella Roma?»
Baldini: «Eh no, se vogliamo fare Alice nel paese delle meraviglie...»
Casoria: «No, no, lei qui deve spiegare»
Baldini: «Possiamo parlare di quello che è questo signore. Questo è un uomo senza qualità... »
Trofino: «Un momento, lei non può esprimere questi giudizi»
Trofino: «Io penso...» e a questo punto si sente il legale che dice «Stai calmo». E solo da in questo si evince una reazione di Moggi.
Casoria: «L'avvocato voleva sapere per quale via, essendo lei dipendente della Roma, pensava che Moggi poteva incidere sulla Roma e farla licenziare?»
Baldini: «E' la minaccia latente in giro per il mondo del calcio, che nulla si muovesse o si spostasse se Moggi non lo volesse. Questo era il sistema »
Casoria: «Pure la Roma era sotto il dominio di Moggi, questo vuole...»
Trofino: «Ma Sensi era un avversario politico di Moggi e di Giraudo?»
Baldini: «E lo è stato fiero, finché è stato in salute»
Trofino: «Perché, all'epoca non era in salute?»
Baldini: «Sì, certo che era in salute»
Trofino: «E allora? Vabbè...»
Baldini: «Io non avevo paura della minaccia, era chi la proferiva che aveva quella intenzione. Non sono mica io sotto giudizio, abbia pazienza avvocato». Capra!
Casoria: «Un momento, qui non c'entra lo stare sotto giudizio. L'avvocato le pone questo problema: lei dice che poteva perdere il posto, come poteva influire Moggi a farle perdere il posto?»
Baldini: «Chiedo scusa, ma mi è stato chiesto l'efficacia che questa minaccia ha avuto o se io questa minaccia l'ho ricevuta? Se la domanda è la prima, l'efficacia non c'è. Se la domanda è: “la minaccia l'hai ricevuta?”, la risposta è sì, l'ho ricevuta»
Casoria: «Però non aveva efficacia, perché Sensi non avrebbe sentito quello che diceva Moggi»


Trasferimenti dalla Juve al Messina

Trofino: «Lei sa di alcuni giocatori ceduti dalla Juventus al Messina calcio?»
Baldini: «Sì»
Trofino: «E a proposito di questi giocatori lei come si è espresso?»
Baldini: «Mi sono espresso in maniera dubitativa»
Trofino: «Se non ricorda cosa ha dichiarato, io glielo posso leggere a sostegno del suo ricordo»
Baldini: «Me lo dica, se me lo legge lo ricordo meglio»
Trofino: «Lei ad una domanda specifica in quel lunghissimo interrogatorio che ha avuto in solitudine con il maggiore Auricchio»
Un indisponente Capuano: «Presidente, possiamo fare prima la domanda prima di leggere l'interrogatorio?»
Trofino, molto infastidito dal contegno dei pm: «Vabbè, se la difesa non può parlare, io me ne vado a questo punto!»
Capuano, che ormai ha acquisito i toni accesi del collega: «No avvocato, è inutile..., lei può parlare, lei deve fare le domande, poi sollecita il teste sull'interrogatorio!». È arrivato il moderatore del palazzo di giustizia...
Casoria: «Avvocato, è stato rimarcato già varie volte questo fatto che... »
Trofino: «Presidente, la letteratura giudiziaria è piena. Se gli avvocati non riescono nemmeno a parlare..., le opposizioni devono essere serie, concrete... »
Di nuovo uno scalmanato Capuano: «Avvocato, lei deve fare la domanda al teste, se il teste risponde una cosa...»
Casoria: «Un momento, pubblico ministero no! No, no, non va bene... »
Capuano imperterrito: «...differente rispetto all'interrogatorio che ha reso al maggiore Auricchio lei gli fa la contestazione!» I pm prima dell'udienza saranno stati morsi dalla tarantola
Trofino: «Pubblico ministero, lei non comprende quello che io ho detto! Ho detto “a sollecitazione del suo ricordo le contesto”, posso leggere...»
Capuano: «Quale?! Contesta se non ha fatto la domanda! Che contestazione fa, avvocato?!»
Trofino: «Ho chiesto dei giocatori che aveva ceduto... »
Casoria: «... al Messina, avanti!»
Capuano: «E ha risposto!». Allora, esimia capra, gli ha fatto o no la domanda propedeutica alla contestazione?
Casoria: «Ha detto che ha risposto delle perplessità. Sentiamo, di che si trattava? Non lo legga. Lei deve dircelo oggi, perché non andava bene questo trasferimento»
Baldini: «Sinceramente se io potessi sentirlo...»
Casoria: «Lei ci deve rispondere quello che ricorda oggi, poi leggiamo quello che ha detto allora »
Trofino: «Quali sono state le sue considerazioni, che ha fatto in merito a queste cessioni quando è stato sentito dal colonnello Auricchio?»
Baldini: «Ho probabilmente riferito il fatto che a parer mio erano cessioni forzate, in quanto i valori delle comproprietà secondo me non erano congrui al mercato, ed evidentemente c'era un accordo tra Messina e Juventus, in quel caso Moggi, per poter eventualmente giustificare certi squilibri di bilancio. C'erano cose che non tornavano, che non erano congrue secondo me. Tutto lì».Lui sì che ce li ha certi squilibri...
Trofino: «Allora procedo a contestazione. A questa domanda il signor Baldini così risponde:
“In merito a rapporti tra giocatori di calcio rappresentati dalla GEA e contestualmente di proprietà della Juventus, mi viene chiesto di riferire quanto a mia conoscenza in merito alle modalità di trasferimento presso la squadra di calcio del Messina. Non ho una cognizione diretta al riguardo, però posso dire che quando una società tipo il Messina, due anni fa, paga cifre elevate per quattro o cinque giocatori, ad esempio Aronica, Lavecchia, Guzman, di proprietà della Juventus, giocatori che detta società difficilmente avrebbe piazzato anche in prestito gratuito, è verosimile ritenere che lo faccia per avere un diverso tipo di rientro, anche ad esempio a livello arbitrale”.
Ora, lei in questa deposizione non ha parlato di bilanci, come ha fatto stamattina. E non solo non ha parlato di bilanci, ha parlato di favori arbitrali in genere, e ha detto anche che Aronica, Lavecchia e Guzman, nessuno li avrebbe presi neanche in prestito. Cambia questo giudizio? Tra l'altro Aronica...»
Baldini: «Aspetti, bisogna collocare... La deposizione è del 2005, sto parlando di due anni prima sono nel 2003, andiamo a vedere Aronica, Lavecchia e... all'epoca quanto poteva essere stimato come valore. Dopodiché confermo esattamente quella che è la deposizione, la ricordo completamente e la confermo in toto». Contento lui...
Casoria: «Perché lei dice che era sopravvalutato»
Baldini: «Sì»
Trofino: «Scusi, come fa a dire che era sopravvalutato se... »
Baldini: «Era il mio mestiere avvocato» e si vede...
Trofino: «... se lei dichiara di non sapere nemmeno quale era il valore di questi giocatori? Quelli con i quali erano stati trasferiti»
Baldini: «No, no, i valori li sapevo, erano su tutti i giornali i valori per i quali erano trasferiti»
Trofino: «Lei è stato sentito e ha detto: “Non ho cognizione diretta a riguardo”»
Baldini: «Nel senso che non ho partecipato a nessuna trattativa, non so precisamente come si sono svolte le modalità. Ma le cifre con le quali erano riportati a bilancio erano note, avvocato». Note a chi?
Casoria: «L'avvocato vuole sapere come sapeva lei questo prezzo? Ci dica qual era il prezzo»
Baldini: «I giornali erano solito pubblicare le cifre alle quali i giocatori venivano trasferiti»
Trofino: «Ah, le valutazioni sui giornali»
Casoria: «E lei si ricorda questi valori?»
Trofino: «Lei ha pensato, “siccome i giornali dicono che costa tanto, la Juve li ha ceduti per tanto, quindi fanno i favori arbitrali perché sono...”. Questo è stato il suo pensiero?»
Baldini: «E' un pochino più complesso, però riferitamente a quella cosa lì... »
Trofino: «Guardi, io sono qui, ce lo può spiegare con tranquillità»
Casoria: «Sentiamo allora, ce lo spieghi meglio»
Baldini: «Erano giocatori che a mio parere erano stati valutati incongruamente...»
Casoria: «Lei li conosceva molto bene? »
Baldini: «Certo che li conosco. Ho ipotizzato...»
Trofino: «”Ipotizzato”»
Baldini: «Ipotizzato esatto, ma infatti lo confermo... »
Trofino: «Bastava recuperare questo suo termine»
Baldini: «Ho ipotizzato che dietro a questo superiore esborso di quelli che erano i valori, il Messina cercasse di accattivarsi, vista la stretta relazione che aveva con il direttore generale della Juventus, cercasse di ingraziarsi anche un certo sistema arbitrale, che lui in qualche modo, a parer mio, controllava» A parer suo! Oltraggiati per le ipotesi di Baldini! Povero derelitto paese (minuscolo) se ti riduci a celebrare processi sulla base di questi elementi.
Trofino: «Signor Baldini, è molto strano che lei ipotizzi questo. Sa perché? I giocatori erano stati dati in prestito»
Capuano: «Presidente, ma che cos'è questa, una domanda? Mi dica...»
Trofino: «E' una ricerca della verità»
Capuano di nuovo sopra le righe: «Avvocato ma non è il momento! Lei sta sentendo il teste, voglio dire...»
Trofino: «Presidente, però adesso mi scusi, queste interruzioni del pubblico ministero comincio a definirle non aderenti al dato processuale. Io sto facendo delle domande, il teste mi dà delle risposte e mi ha detto che il valore lo ha letto sui giornali. Ora io posso contestare al teste...»
Casoria: «...Che erano dati in prestito? »
Trofino: «Qual è l'opposizione del pubblico ministero? Altrimenti è pretestuosa »
Casoria: «Ma no avvocato... »
Trofino: «Va bene allora. Presidente, è uno dei principali testi d'accusa, non citato dai procuratori della Repubblica, è qui! Lo abbiamo citato noi, immaginatevi quanto lo ritengono debole!? »
Baldini: «Avvocato, se i giocatori sono stati dati in prestito, e se questo prestito si è poi confermato poi nel tempo e non era semplicemente un prestito con diritto di riscatto obbligato della metà»
Trofino: «No, c'era un premio di valorizzazione»
Baldini: «Attenzione, se il trasferimento è in nero oppure il prestito è rimasto tale pure l'anno successivo, non ho altro che dire che mi sono sbagliato e lo ammetto. Credo che non sia così però». E se ne esce cosi lui, si è sbagliato! Brusio in aula.
Trofino: «Questo lo dimostrerò io poi documentalmente al tribunale. Le volevo chiedere un'altra cosa, sempre a proposito di sbagli e di errori. Ma si è sbagliato anche su Taddei? Perché Taddei l'anno dopo tutto quello che ci ha raccontato, è andato alla Roma. »
Baldini: «No, non quell'anno... »
Trofino: «Ma come?»
Baldini: «Ma signori, non parlate di cose di cui forse non sapete... Quell'anno Taddei, raggiunto un accordo, presenti me, Nelson Ricci, firmati tutti i bolli e qualsiasi altra cosa, è tornato indietro Ricci e ha detto: “bisogna strappare questo accordo, non è più possibile perché c'è qualcosa, il presidente si è arrabbiato con me. Dobbiamo mandare a monte quest'affare”. E sa cosa è successo?»
Trofino: «Secondo me si sta sbagliando un'altra volta...»
Baldini: «No, no. Sa cosa è successo? Che Taddei è rimasto a Siena, è andato alla Roma l'anno dopo, a scadenza di contratto»
Trofino: «Beh, è andato alla Roma»
Casoria: «Con un anno di ritardo dice il teste»
Trofino: «Così non lo ha nemmeno pagato, presidente»
Baldini: «Esatto, perché quell'anno che voleva pagarlo, non le è stato possibile di farlo. All'ultimo momento si è tirato indietro il Siena»
Trofino: «E ci ha guadagnato!»
Baldini: «Non vuol dire niente, perché quell'anno che lo voleva... »
Trofino: «Siamo tutti esperti di calcio...»
Baldini: «Molto più di me, bravi! »
Trofino: «Questo poi sarà documentale e poi vedremo»
Baldini: «E certo, lì non si può sbagliare»
Trofino: «Però il problema è che quando fa le denunce deve essere preciso»
Narducci: «Presidente... presidente...» poi come se fosse al mercato: «E se lo tenga per sé il commento!»
Casoria: «Però pubblico ministero, certe volte avete problemi di... »
Trofino: «Non si fanno commenti...! E' nella storia della letteratura giudiziaria che si può fare commenti»
Narducci: «Lasciamo stare la letteratura e torniamo alle regole avvocato!» E tu torna all'educazione! «...rispetti le regole, lasci la letteratura a casa!»
Casoria: «Avvocato andiamo avanti...»
Trofino: «Lei grida in una maniera quando parla con i testi, e io non mi lamento, non si lamenti per una battuta... »
Narducci: «Io conosco il codice di procedura penale!» Se lo dice lui...
Trofino: «Sì, conosce il codice, ma non deve urlare quando interroga i testi! Io urlo solo quando è necessario!».
Casoria: «Andiamo, avanti!»
Trofino: «Senta, le volevo chiedere, nel corso di questa audizione che lei ha avuto con il colonnello Auricchio non ci sono state interruzioni, vero?»
Baldini: «Interruzioni?»
Trofino: «Avete preso mai un caffè, niente?»
Baldini: «Può darsi di sì, non mi ricordo quanto è durato. Che vuole che le dica? Non lo so, non ricordo»
Trofino: «Siccome è durata ore, ore e ore...»
Baldini: «Non ricordo»
Trofino: «Non se lo ricorda, perfetto», chissà in quante (poche) paginette sono state riassunte quelle ore. «Senta, e nel corso di questa deposizione il colonnello Auricchio le ha fatto ascoltare telefonate? Ha letto deposizioni di altri testi? Le ha riferito di disponibilità di altri testi a testimoniare, per invogliarla...»
Baldini: «Assolutamente no»
Trofino: «Non le ha fatto sentire nessuna telefonata? »
Baldini: «Assolutamente no»
Trofino: «E' mai stato a pranzo con il colonnello Auricchio a Trigoria? »
Baldini: «A Trigoria? Se non è stato nell'occasione...»
Trofino: « Se lo ricorda? Sì o no?»
Baldini: «No. La verità ha più parole di quello che sto dicendo. Non ricordo se il giorno della conferenza stampa a Trigoria dopo ci siamo fermati a pranzo. Quella è l'unica occasione»
Trofino: «Non ho altre domande presidente. Grazie»
Casoria: «Il teste può andare»
Baldini: «Grazie, arrivederci»

Il Presidente Casoria, accogliendo la richiesta dei legali di Moggi sposta in coda agli altri la citazione dei loro testi. Ordina anche che per l'udienza successiva gli avvocati Bonatti per Pairetto, Morescanti per Bergamo e tutti i difensori degli arbitri imputati citino tutti i testi da sentire.
I pm chiedono di conoscere i testi citati dalle difese di Pairetto e Bergamo. L'avvocato Morescanti citerà il giornalista Capone e il notaio Tavassi, l'avvocato Bonatti citerà Rosetti, Bergonzi, Calcagno, Pirondini e fapresente ch vista l'impossibilità di citare Cornu (ex dirigente UEFA) potrebbe optare per un altro teste. L'avvocato Messeri (difesa Bertini) rinuncia a citare testimoni. Per gli altri avvocati si rinvia alla lista testi.

I video della testimonianza

Le altre trascrizioni dell’udienza del 1 ottobre 2010:

Antonio Valentini e Fulvio Bianchi
Giancarlo Abete
Stefano Papi


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