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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Udienze Processi di P. CICCONOFRI del 07/10/2010 09:18:26
Calciopoli. Stefano Papi

 

Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste Stefano Papi, ex assistente arbitrale.

Avvocato Morescanti, difesa Bergamo

Morescanti: «A parte fare il commercialista, se vuol spiegare al collegio il suo ruolo nell’ambito del calcio e dell’arbitraggio».
Papi: «Sono assistente di serie A (da 10 anni); per 9 anni ho fatto assistente A e B e da quest’anno faccio parte dell’organico per l’ultimo anno, della serie A».
Morescanti: «Corrisponde al vero che lei prima come adesso, è uno dei più impegnati assistenti in partite diciamo di cartello, importanti?».
Papi: «Lo prendo come complimento; si, direi che ho fatto 120, oltretutto sono uno dei più anziani come appartenenza al ruolo e come età. In questo periodo, a parte i primi tre anni in cui ho fatto spesso partite di B e magari un po’ meno impegnative, nell’ultimo periodo sono stato impegnato in partite piuttosto impegnative».
Morescanti: «Lei, che notoriamente nel gruppo, diciamo, godeva di stima per la sua serietà e preparazione, soprattutto da parte del Dr. Bergamo, ha mai ricevuto, proprio dal Dr. Bergamo, delle confidenze che magari le ha fatto sulla questione; se il Dr Bergamo ha chiesto a Collina di sostituirlo nel proprio ruolo di designatore visti i grandi impegni a livello internazionale che il Dr. Bergamo aveva. Se lei ricorda, se c’è un episodio..».
Papi: «Si, questo è accaduto in particolare in una cena a casa mia, dove c’era il Dr. Bergamo, venne insieme a Collina, mi sembra di ricordare che fosse un venerdì, perché loro erano al raduno di Coverciano; io inviati loro a cena insieme anche a Braschi e siamo stati a cena insieme e in quell’occasione Bergamo spiegò che vedeva la fine del suo percorso di designatore e individuò Collina come colui che avrebbe potuto continuare il lavoro da lui iniziato in maniera corretta. In poche parole vedeva Collina come la persona più indicata per fare un designatore unico a differenza di quello che era lui in quel momento essendo lui stesso co-designatore insieme a P. Pairetto».
Morescanti: «Non ho fatto caso; si ricorda il periodo in cui avvenne questa, perlomeno l’anno?».
Papi: «L’anno in cui Bergamo cessò la sua attività, quindi 2004-2005: nella seconda fase, primavera del 2005».
Morescanti: «Le hai mai ricevuto pressione di qualsiasi tipo, visto che lei ha arbitrato, come assistente ha partecipato a gare di cartello, a gare importanti, ha mai ricevuto pressino da parte del Dr Bergamo di arbitrare a favore o meno di una o un’altra società».
Papi: «No, no no».
Morescanti: «Corrisponde al vero, vista appunto la sua esperienza, mi dica se sbaglio, che le gare di campionato quelle più importanti, quelle che poi.. quindi che finiscono in prima griglia, sono anche quelle dove c’è maggiore attenzione per quanto riguarda l’ordine pubblico, e quindi per la violenza negli stadi, dei tifosi.. ».
Papi: «Direi di si, se ho capito giudice, se la domanda è.. »….
Morescanti: «Vi è una preoccupazione da parte dei designatori nell’inviare un arbitro piuttosto di un altro, un arbitro più preparato, un arbitro con più esperienza che può essere definito più bravo?»
Papi: «Il ruolo del designatore è proprio quello di dover individuare l’arbitro più esperto, nel momento in cui vi è una partita importante, importante sia per problemi di classifica, problemi di ordine pubblico, per problema della stessa città (parliamo di derby). Il ruolo del designatore è proprio quello di individuare la persona adatta per partita adatta, proprio come un allenatore cerca di individuare i calciatori più adatti per la partita che deve affrontare».
Morescanti: «Sempre sulla questione dell’ordine pubblico. Se lei ricorda se ha avuto modo di vedere o comunque se sa, ricorda se qualche suo collega a fine gara è stato scortato dalle forze dell’ordine proprio perché, per il pericolo di aggressione da parte di alcuni tifosi, per frange di tifosi particolarmente violenti nei propri confronti?».
Papi: «Non so se posso fare una domanda su una domanda; se si riferisce alle partite in generale?».
Morescanti: «In generale».
Papi: «Se si riferisce alle partite in generale, io sono uscito personalmente da arbitro (28 anni che faccio l’arbitro), sono uscito con i carabinieri tantissime volte, una decina; ho preso un calcio, mentre scappavo da un campo mi hanno tirato accendini, una volta anche simpatico le chiavi della macchina. Un arbitro deve, quando fa l’arbitro in determinate partite, io parlo delle categorie più basse perché ovviamente in serie A e B, ho preso solo una palla di neve durante Atalanta- Como in campo neutro a Reggio Emilia, fui colpito da palla di ghiaccio che mi fece cadere a terra. In A e B ovviamente c’è tanta forza dell’ordine quindi è difficile che un arbitro venga colpito».
Casoria: «Diceva scortato non colpito..».
Morescanti: «Quando siamo usciti dalla stadio invece di uscire con la propria borsa…(con la propria macchina) con i carabinieri… direi assolutamente è una cosa che un arbitro deve mettere in conto per la sua l’attività che fa».
Morescanti: «Lei ricorda se l’arbitro Rosetti addirittura ha dovuto sospendere una gara proprio per questioni ordine pubblico?».
Papi: «Mi sembra il derby Lazio-Roma.. mi pare che fosse».
Morescanti: «Ricorda l’anno di questo derby?».
Papi: «Potrei sbagliarmi, mi sembra fosse 2004-2005».
Morescanti: «Facendo un passo indietro, in riferimento all’idea di Bergamo di lasciare il proprio ruolo da designatore, lei ricorda se poi effettivamente al termine dell’anno 2005, Bergamo diede le dimissioni? o se lei ricorda di una conferenza stampa o di un’occasione pubblica in cui Bergamo manifestò questa sua volontà?».
Papi: «Io venni a sapere da alcuni suoi colleghi che Bergamo aveva deciso di cessare la sua attività di designatore, lo venni a sapere da colleghi, tra di noi siamo molto, ci sentiamo spesso, ovviamente una variazione del designatore, nel ruolo in cui è un arbitro o un assistente, comunque è importate quindi chi la sa per primo la comunica».
Morescanti: «Lei è al corrente, se corrisponde al vero o meno, se nel 2004-2005 era volontà della federazione e della lega organizzare incontri tra arbitri e presidenti di società, ricorda se c’erano cene, incontri, incontri che dovevano essere fatti obbligatoriamente perché la lega ai fini della licenza uefa .. ci può spigare?».
Papi: «Si venivano fatti degli incontri. Queste cose, venivano fatte con gli arbitri, il mio ruolo di assistente è un ruolo un po’ più defilato, tant’é che gli assistenti non sono invitati; ci sono delle giornate in cui fanno incontri dirigenti di calcio con i designatori e con gli arbitri.. è successo anche negli anni passati».
Morescanti: «Se lo sa, può spiegare il motivo di tali incontri?».
Papi: «Sono finalizzati a cercare di smorzare un po’ le tensioni; credo che.. ».
Morescanti: «Quindi se io le dico che possono essere svolte anche per dirimere delle controversie, di rendere l’ambiente più, tra quello arbitrale e i presidenti delle società di calcio…per rendere questo, l’ambiente più unito, più leggero, perché capiamo le critiche che possono esserci dalla stampa… (gli errori arbitrali a destra, la scelta di un allenatore sbagliato a sinistra), per cui tutta questa animosità che gira intorno ad una gara, al mondo del calcio, se io le dico che questi incontri per far avvicinare queste due realtà che poi facevano comunque parte dello stesso mondo, dove comunque avevano dei ruoli distinti, potevano servire anche a rendere più sereno questo ambiente, sto dicendo una realtà?».
Papi: «Ritengo fosse un tentativo, un tentativo di sdrammatizzare, di creare un’armonia migliore, che poi ciò in realtà avvenga e che si sia un’armonia successivamente a questi incontri non glielo so dire.. Però il tentativo mi sembra sia questo».

Avvocato Bonatti, difesa Pairetto

Bonatti: «Nell’anno calcistico 2004-2005, ebbe a svolgere il suo ruolo di assistente?».
Papi: «Si».
Bonatti: «Serie A e B?».
Papi: «20 gare in serie A, non vorrei dire.., una ventina sicuramente».
Bonatti: «Rispetto al Dr Pairetto, mio assistito, il Dr Pairetto ebbe mai a suggerirle comportamenti che in qualche modo fossero mirati a favorire o alterare il risultato di un partita?
Papi: «No, non parlavo con Pairetto neanche; Pairetto non aveva dei rapporti così assidui con gli assistenti, con me in particolare».
Bonatti: «Il Dr. Pairetto difendeva la categoria arbitrale in senso lato? Pre-domanda: C’erano attacchi da parte dei media e/o delle società calcistiche alla terna arbitrale..è capitato, capitava?».
Papi: «Si assolutamente».
Bonatti: «Capita tutt’ora».
Papi: «Assolutamente, voglio dire si».
Bonatti: «Gli allora designatori vi difendevano da questi attacchi o vi lasciavano esposti al pubblico..?».
Papi: «No, credo che intendessero difenderci».
Bonatti: «E queste difese erano parziali, ossia sono nei confronti di alcune società e no di altre o erano a 360 gradi?».
Papi: «Fossero imparziali, ripeto il mio ruolo di assistente, per far capire al giudica quello che volevo dire, l’assistente in un ruolo di questo tipo è un ruolo secondario. Si chiama assistente per quello, collabora. Quelli che sono i rapporti tra le società e i designatori interessano maggiormente l’arbitro.. siamo più di basso profilo.. ».
Bonatti: «Lei però comunque ha sempre frequentato Coverciano».
Papi: «Senz’altro… facciamo un raduno al mese, oggi tutti i miei colleghi sono a Coverciano al raduno mensile con gli assistenti».
Bonatti: «Se non altro per aver partecipato..In quegli anni, quell’anno 2004-2005 in particolare, lei ha ricordato di aver potuto vedere o notare che il Dr. Pairetto o il Dr. Bergamo avvicinassero alcuni arbitrio o alcuni assistenti in maniera ambigua o aveva notizia che dessero consigli volti ad alterare il risultato? ».
Papi: «No, queste informazioni..il rapporto tra un designatore e un arbitro è un rapporto..tipo un allenatore con un calciatore, il designatore deve formare l’arbitro..».
Bonatti: «Questa è teoria.. Ma in pratica lei ebbe modo di ..sospettare..? ».
Papi: «No».

Avvocato Gallinelli, difesa De Santis

Gallinelli: «Nell’anno 2004-2005, si ricorda quante partite arbitrò della Juventus?».
«Mi apre 2-3 tre, non mi ricordo bene».
Gallinelli: «Se gliele elenco? Chievo-Juventus».
Papi: «Si la ricordo».
Gallinelli: «Brescia - Juventus».
Papi: «Si».
Gallinelli: «Atalanta Juventus?».
Papi: «Si».
Gallinelli: «Si. Ricorda se la Juve, se vinse o perse?».
Papi: «A Brescia ha vinto.. ha vinto tutte e tre».
Gallinelli: «A proposito di Atalanta-Juventus venne arbitrata da Collina?».
Papi: «Si».
Gallinelli: «Collina le dava delle indicazioni prima della partita.. che magari lei reputò strane..atipiche, sulla condotta?».
Papi: «Collina è l’arbitro con il quale io sono uscito più in quell’anno, 6 volte, una gara internazione. C’è un rapporto anche di amicizia, le sue indicazioni erano sempre le stesse, indicazioni tecniche, ci diceva quello che dovevamo fare in campo».
Gallinelli: «Collina, se lei faceva una segnalazione per quanto sua competenza come assistente (fuorigioco o fallo di un giocatore), Collina disattendeva oppure ottemperava le sue indicazioni?».
Papi: «Di solito faceva quello che l’assistente diceva, soprattutto per determinati ambiti; è chiaro che su una degnazione di un fuorigioco, è difficile che disattenda una segnalazione di un guardalinee.. un calcio di punizione, un arbitro può disattendere… casi in cui viene comunicato dalla panchina o cose da questo tipo, comunque l’arbitro è quello che decide».
Gallinelli: «A tal proposito, per quanto riguarda la parte del terreno di gioco di sua competenza. Le è capito di segnalare anche un fallo commesso da un giocatore?».
Papi: «Certo».
Gallinelli: «Quando segnalava questi falli, lei era a conoscenza che questo tale giocatore, che poi l’arbitro andava ad ammonire, fosse, era diffidato o non era diffidato? ».
Papi: «No, non era questo un elemento che mi riguardava».
Gallinelli: «Ma ne era a conoscenza? ».
Papi: «No, non era un elemento che guardavo».
Gallinelli: «Esatto, quindi lei, a prescindere dalla consapevolezza o meno se..della situazione disciplinare del giocatore, lei segnalava un fallo che riteneva commesso da quel giocatore».
Papi: «Ammonizioni, arbitri tipo Collina, le fanno per conto proprio; l’assistente per segnalare una punizione deve essere una cosa molto chiara, deve avere una spiccata personalità».
Gallinelli: «Lei è capitato lei insomma. Quindi.. Le è capito ha svolto attività di assistente anche in partite arbitrate da Massimo De Santis?».
Papi: «Si una».
Gallinelli: «Una, ecco, lei ha notato una omogeneità di comportamento nei suoi confronti tra Collina e l’arbitro De Santis? L’arbitro De Santis discostò..come comportamento?».
Papi: «In merito alle indicazioni degli arbitri sono le stesse, di tutti gli arbitri internazioni sono le stesse disposizioni, per altro, a questi livelli, le disposizioni degli arbitri nei confronti dei/ai guardalinee sono comuni, non ci sono differenze».
Gallinelli: «Quindi l’arbitro De Santis può dire, può anche non ricordare, se disattese delle sue indicazioni?».
Papi: «Non ricordo, anzi mi chiese, su una, ci fu un giocatore mi pare fosse Santana che si era levato una maglia dopo il gol, fece due gol mi pare di ricordare questo giocatore, e in un’occasione si era levato la maglia e fu ammonito; la squadra protestava perché diceva che questa maglia se l’era levata due volte, l’arbitro De Santis mi chiese se avevo visto se si era levato la maglia, io non avevo visto e dissi di no e il giocatore fu ammonito per quella volta che eravamo certi che se l’era tolta».
Gallinelli: «Di Collina ha chiarito che aveva un comportamento arbitrale che lei conosceva molto bene, molto coerente».
Papi: «Assolutamente».
Gallinelli: «Anche De Santis aveva un rapporto collaborativo con gli assistenti?».
Papi: «Per quello che ho visto, io ho fatto l’assistente una volta sola, fu collaborativo sicuramente.
Collaborativo deve essere l’assistente… deve essere collaborativo con l’arbitro, livello più basso rispetto a loro..però giustamente..».
Gallinelli: «Lei ha ricordato un episodio in cui De Santis..volle».
Papi: «Chiese a me…». Ricorda l’episodio di Santana.
Gallinelli: «Ultima domanda. Poi lei e il suo collega assistente per una determinata partita facevate un brithing con l’arbitro? ».
Papi: «Si facevamo..».
Gallinelli: «Di poco precedenti alla partita?».
Papi: «Si anche in amichevole, dobbiamo fare una riunione prima della partita, di solito la facciamo intorno alle 11.30, di solito mangiamo anche qualcosa insieme e si iniziano a mettere in moto i meccanismi delle indicazioni che da l’arbitro; si parla del fuorigioco, dei giocatori, quando e come dobbiamo intervenire, cerchiamo di ricordarci anche che tipo di difese sono..essendo il nostro ruolo particolarmente importante per il fuorigioco, diventa determinante che tipo di difesa schierano le squadre ( a te a quattro), se salgono, se ci sono giocatori particolari che ci creano delle difficoltà, tipo Inzaghi, giocatori che giocano molto sul filo si dice, quindi è un colloquio dove cerchiamo di approfondire tutti gli aspetti che poi ci dobbiamo trovare in campo».
Gallinelli: «Quindi l’arbitro dirige questo brithing?».
Papi: «Si assolutamente»
Gallinelli: «E cioè, lei ha riscontro una variazione di intensità e di durata a secondo della delicatezza della partita..?».
Papi: «No, no la diversità… L’intensità e la durata per utilizzare le sue parole, non dipende dalla partita, ma dal carattere dell’arbitro, dalla sua dialettica, dalla sua –permettetemi- cultura calcistica. Ci sono arbitri che hanno una conoscenza perfetta di tutti i giocatori, e ci sono degli altri che ne sanno molto meno; c’è chi è attento ai particolari a tutto…. Non è solo questione di tempo ma anche di intensità… C’è chi in poco tempo riesce a dare informazioni precise e corrette e chi magari ci mette moltissimo e non riesce a dare intensità; dipende dalla sua personalità dal suo modo, fa parte di lui, un arbitro è un uomo».
Gallinelli: «Lei ha parlato di cultura calcistica, questa cultura calcistica lei l’ha ravvisava nel comportamento arbitrale di Collina e De Santis?».
Opposizione del Pm: «Questa è una valutazione».
Papi: «E’ chiaro che Collina e De Santis sono due persone completamente diverse, questo non vuole dire che uno non è un grande arbitro…o tutti e due non siano grandi arbitri».
Casoria: «Deve concentrarsi su De Santis però.. Collina….».
Gallinelli spiega che sono i due arbitri a cui ha fatto riferimento.
Papi: «Certo, anche De Santis conosceva i calciatori in maniera.., le dirò che a maggior ragione che alcuni giocatori lo chiamavano Massimo; aveva una conoscenza specifica dei calciatori tanto che lo chiamavano Massimo e questa è una cosa che mi rimase in mente. Io sono uscito con De Santis, se non una sola volta, e fui colpito da questa cosa che lo chiamavano per nome».

Controinterrogatorio Capuano, pubblico ministero

Capuano: «Lei prima delle partite aveva contatti telefonici con i designatori, con il vostro responsabile?».
Papi: «A volte si, a volte no».
Capuano: «Con chi?».
Papi: «Con Mazzei».
Capuano: «Sempre e solo con Mazzei?».
Papi: «Si, a volte ci faceva in bocca al lupo; è successo anche con Bergamo».
Capuano: «È successo anche dopo di commentare, immediatamente dopo?».
Papi: «Si si, è successo».
Capuano: «Con chi?».
Papi: «Con Mazzei, anche con Bergamo e Pairetto. Con Pairetto non immediatamente, dopo, ma dopo qualche partita ho chiamato anche Pairetto».

Le altre trascrizioni dell’udienza del 1 ottobre 2010:

Antonio Valentini e Fulvio Bianchi
Giancarlo Abete

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