Il 27 novembre, a Napoli, si è tenuta una nuova udienza del processo d’Appello di calciopoli. Una giornata occupata dalle difese che hanno ripercorso, smontandole ancora una volta, le accuse.
La Gazzetta dello Sport, che ha rivestito da sempre il ruolo di grande accusatrice in calciopoli, foriera di approfondimenti, interviste, speciali sull’argomento, in questa occasione, ha pensato bene di non dare molta visibilità all’argomento. Con un laconico articolino si limita a ricordare l’udienza e i prossimi appuntamenti senza entrare nel merito degli sviluppi. Non una novità per chi come noi segue da anni la cronaca dello scandalo, ma una conferma di un modus operandi che non smetteremo mai di denunciare. (
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Lo spazio riservato alle argomentazioni logiche delle difese è sempre stato minimale, fino a scomparire in momenti particolarmente importanti, come quello che stiamo vivendo con l’avvicinarsi della sentenza di secondo grado, prevista per il 10 dicembre.
E’ chiaro che non offrendo mediaticamente lo stesso spazio ad accusa e difesa, nei lettori, rimane impresso ciò che viene strumentalmente approfondito, cioè le sole tesi accusatorie.
Un comportamento che fa sorgere seri dubbi sulla professionalità di un certo giornalismo e mostra come, usando due pesi e due misure, si coltiva l’arte del condizionamento.
Proporremo con diversi articoli dedicati, gli sviluppi dell’ultima udienza, riportando le parole dei difensori, che saranno disponibili nel nostro sito nella sezione
“farsopoli”. Un lavoro che mettiamo a disposizione di chi vuole informarsi e comprendere senza subire i dettami preconfezionati da certi media.
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