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Attualità di P. CICCONOFRI del 31/07/2014 14:55:31
Onda su onda

 

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera del 28.07.2014, Carraro risponde a domanda del giornalista in merito al candidato Tavecchio: «Io non ho mai seguito l’onda popolare, credo che un uomo che abbia delle responsabilità, come spesso è capitato a me, debba seguire le sue convinzioni. Io mi comporto così».
Avete letto bene, proprio quel Carraro che al telefono con Bergamo pregava di non aiutare la Juventus: “Mi raccomando, che non aiuti la Juventus per carità di Dio eh? Che è una partita delicatissima, in un momento delicatissimo, della Lega, eccetera …. Per carità di Dio, che non aiuti la Juventus. E faccia la partita onesta, per carità, ma che non faccia errori a favore della Juventus, per carità eh…”. (Link), dichiara di non aver mai seguito l'onda del momento....

L’eterno Carraro è stato sentito come testimone a Napoli, durante l’udienza di primo grado del processo calciopoli secondo il rito ordinario, che così spiegava il perché di quella telefonata: «… La logica della mia telefonata è semplice, Collina come arbitro era considerato da tutti al di sopra delle parti e tra i migliori arbitri del mondo, quando sbagliava Collina consideravano in buona fede, quando sbagliava Rodomnt i - non con una credibilità esterna come Collina - ogni errore veniva considerato come frutto di qualcosa non casuale … quindi mi dico, è una partita importante c’era l’elezione della Lega … siccome tutti si sarebbe rivisti per l’incontro … se l’esito fosse stato quello in cui un errore arbitrale fosse stato determinate, secondo l’opinione pubblica - per il risultato della partita stessa, le polemiche si sarebbero moltiplicate … tutti i presidenti sarebbero stati interrogati e ciascuno avrebbe detto la sua». Ed Ancora: «I media in generale, stampa, scritta, radio televisione, e trasmissioni di calcio..nella opinione pubblica generale, la Juventus, era società potentissima, l’Inter era considerata in quel momento meno autorevole sul piano della politica sportiva. Un errore a favore dell’Inter veniva considerato come un errore, un errore a favore della Juventus, avrebbe determinato una reazione di opinione pubblica … questo è quello che mi sembrava essere, parlo sempre di sensazioni personali, quello che mi pareva essere il comune sentire del dicembre 2004» (Link).

Insomma, da quanto leggiamo non solo era condizionato dall’opinione pubblica, ma si adoperava, forte del suo ruolo e della sua influenza, per accontentare proprio quel sentimento popolare che oggi afferma non aver mai seguito.
Ma se oggi come allora non si sente coinvolto dall’onda popolare, le sue azioni, le sue indicazioni, le sue prese di posizione pubbliche, e il suo mettere pressione, nascondono altri fini?

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