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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di N. REDAZIONE del 11/10/2016 08:28:52
31-08-2006  31-08-2016: The Long Run

 

Di Crazeology

Prendo in prestito il titolo di un famoso brano del 1979 del gruppo Country-Rock americano “Eagles” (che diede il nome anche all’album che lo contiene), per raccontarvi quanto mi è successo a 10 anni esatti da quell’orrido e lugubre ritiro del ricorso al TAR della Juventus del 2006. In realtà si tratta di fatti e sensazioni personali e inutili che volevo tenermi per me, ma questa notte ho sognato e rivissuto la stessa identica giornata. Forse perché le recenti dichiarazioni di J. Elkann presenti nel film sulla Juventus, e riguardanti Luciano Moggi, mi hanno ravvivato i pensieri. Chi lo sa…
Così ho pensato che il mio sogno potesse tornare utile in qualche modo. Ne dubito in effetti, ma in fondo raccontarne non mi costa nulla. Sono già passate molte settimane, abbiamo avuto anche l’esito negativo del ricorso al TAR da 444 milioni di euro, e penso si possa riflettere con più freddezza e calma.

Allora. Quel giorno è andata così.
Esattamente come 10 anni fa, ho deciso di presentarmi davanti alla sede della Juventus, per ricordare a me stesso dove è cominciato tutto il mio viaggio riguardo a farsopoli. Credo nelle simbologie, e ci tenevo a farlo. Per me. Solo per me stesso.
Certamente, come molti avranno notato, è cominciato un mio lungo momento riflessivo già nei giorni precedenti ( LINK ).

Il 31 agosto, alle ore 14 circa, la mia stampante ha finalmente emesso la stampa dell’articolo “cimiteriale” sopra linkato, e l’ho imbustato per consegnarlo ad Andrea Agnelli. Non volevo spedirglielo, volevo che sapesse che io, dopo 10 anni, ero ancora, nuovamente e fisicamente, lì.
Così, alle 14.30 circa, sono uscito di casa, in auto questa volta, e mi sono fermato dalla mia benzinaia di fiducia. Io infatti non uso quasi mai il self service. In buona sostanza con 3 centesimi di più al litro, io e pochi altri automobilisti paghiamo lo stipendio della ragazza. Preferisco così. Al contrario di me, lei è sempre solare e sorridente, ed è sempre meglio così quando bisogna utilizzare il bancomat per scucire grano. Ma un sorriso ben fatto aiuta molto per tutte le cose della vita… Quindi l'ho raccolto e me lo sono portato dietro. Poi, come mi ero ripromesso, mi sono recato davanti alla sede del club per la mia privata e personalissima meditazione. Rispetto a 10 anni fa, questa volta ero fermamente convinto che non ci sarebbero stati migliaia di tifosi per celebrare l’evento. Nessuno avrebbe avuto lo stesso pensiero, lo sapevo fin dall’inizio. E così è stato. Solo in due eravamo, perché quest’estate il periodo vacanziero agostano è stato abbastanza tardo per molti di noi vecchi rancorosi.
Poi forse alcuni rancorosi sono sempre più vecchi, ma sempre meno rancorosi. Forse. Chissà…

Arrivato in loco, ho parcheggiato la mia auto, scientemente giapponese, e mi sono posizionato davanti alla sede del club con tanto di sciarpa gobba al seguito. Sciarpa non acquistata, ci tengo a dirlo, perché non compro più prodotti ufficiali da 10 anni. Sciarpa leggera e molto ben fatta, ma reperita tempo fa nel packaging di un panettone che ebbi in regalo per Natale. Un segno distintivo lo volevo addosso, perché era giusto che non pensassero, lì a Galfer32, che io fossi un tifoso del'Inter, come un Cobolli Gigli qualunque. Poi è arrivato il grande Mario a farmi compagnia per un po’ (Roccone, ardimentoso eroe di mille imprese calciopolare). Abbiamo chiacchierato, consegnato l’articolo stampato in busta chiusa alla reception, e preso un caffè. Poi Mario è andato via, e io ho cominciato a pensare tra me e me.

Eccomi qua. Cosa sono stati per me questi 10 anni? Chi sono io? Dove vado? Perché? A cosa servo?
Cosa ci faccio ancora qui? Sono proprio matto. Chi me lo fa fare? Perché tutte le volte che finalmente riesco ad allontanarmi da questa oscena vicenda da paese del terzo mondo, qualcosa mi tira di nuovo dentro? C’è un disegno divino in tutto ciò? Ma non penso. Dio avrà cose ben più importanti di cui occuparsi rispetto alla proprietà interista della Juve, voglio sperare. E comunque sia, cosa si è ottenuto finora? Tra 10 anni sarò ancora davanti alla nuova sede della Juve della Continassa? Sempre da solo? O magari ci sarà qualcun altro e io sarò finalmente in un altro luogo e in un’altra vita? Sarò ancora in vita o sarò in un'aula del tribunale assoluto per il processo che tutti noi dobbiamo prima o poi affrontare, di fronte ad un vecchio giudice vestito di bianco con una barba bianca lunghissima? E via così. Domande migliaia, ma le risposte non le ho trovate. O almeno, non tutte.

Ero lì, davanti alla sede, pieno di certezze e di incertezze allo stesso tempo. Fierissimo e umile allo stesso tempo.

- Foto 1
- Foto 2
- Foto 3

Quello che so per certo, dopo aver digerito e metabolizzato le mie riflessioni, è che, come suggerisce il titolo di questo articolo, è stato un lungo periodo di 10 anni, e giocando sulle parole, "vissuti di corsa". Ricordo ancora bene cosa avvenne dopo il ritorno a casa del 31 agosto del 2006; la ricerca di notizie su tv e giornali, la scoperta di GLMDJ, la scoperta di J1897, le osservazioni lette su tutti i forum del web…
Sono stati 10 anni di discussioni, battaglie, e enormi difficoltà per far capire a tutti come stavano davvero le cose. Ogni tanto, mentre pensavo tra me e me, mi venivano in mente nickname che avevo momentaneamente scordato, siti che non esistono più, giornalisti che si sono dileguati, o facce di persone che ho avuto l’onore di conoscere e abbracciare. E ancora, facce di persone che hanno cavalcato la vicenda per un po’ e poi si sono stufate, o altre facce di persone che hanno utilizzato la battaglia per cercare un po’ di fama effimera o per diventare giornalisti di professione, o altre facce di persone amiche che probabilmente rispondevano del loro operato direttamente o indirettamente a qualcuno molto più in alto di noi e interessato in qualche modo a questa battaglia. E poi, purtroppo, anche le facce di gente, tanta, che oggi pontifica e parla di calciopoli su giornali, tv e siti internet, utilizzando il lavoro svolto dai veri rancorosi come se fosse tutta farina del proprio sacco. Gente che ha dovuto cambiare opinione solo perché la verità li stava sommergendo. Gente vergognosa che quando c’erano a Galfer32, Blanc e il grande umorista Cobolli, dicevano a tutti di non rompere sempre le scatole su calciopoli e di lasciarli lavorare. E poi le facce e le vicende di personaggi molto noti su cui tutti noi abbiamo dovuto riflettere (Moratti, Tronchetti, Blanc, Cobolli, Abete, Tavecchio, Jaky, Lapo, Andrea, ecc). E poi le telefonate, i processi ridicoli, le sentenze più pasticciate della storia...

Ero lì, immerso in questo mare inutile di ricordi ed emozioni contrastanti, quando ad un tratto ho cominciato a pensare agli ultimi 5 anni. Il cambio di rotta, le conquiste imprenditoriali e sportive ottenute, ecc. Lo stadio nuovo, le vittorie, la nuova era Agnelliana, le finte e strumentali battaglie legali contro il mondo intero…
E di colpo mi sono sentito vecchio. Come l’ultimo degli ultimi di una generazione in estinzione. Una sorta di Geronimo, che insieme ad altri pochi Geronimi, sa di essere uno degli ultimi a combattere, insieme al piccolo pezzetto di una ex grande tribù che invece si è arresa da tempo, ubriaca delle vittorie 2011-2016. Così è volato via il pomeriggio.

Prima di andare a casa a prepararmi per andare al lavoro, ho guardato la sede per un’ultima volta, perché là davanti tendenzialmente non ci voglio più tornare per fare un presidio, negli anni ho già dato fin troppo. E nel guardarla quella costruzione, così piena di simbolismi, mi pareva che fosse qualcosa di ormai vecchio e superato. Come se non avesse più valore. Come se fosse inutile. Una foto vecchia e sbiadita. E nella mia mente l’ho incorniciata come un'immagine di un lontano passato finito tanto tanto tempo fa (non a caso l’ho fotografata proprio così). Una vecchia foto ritrovata dentro un baule polveroso rimasto in cantina per 10 anni.
Foto 4

E poi, per cercare di focalizzare e centrare meglio le emozioni, prima di andare a casa sono passato davanti allo Juventus Stadium. E nonostante quella sia una costruzione del dopo calciopoli, le emozioni sono state inaspettatamente identiche. Nuovo, ma vecchio spiritualmente. Perché la Juve che la struttura dovrebbe contenere, di fatto non esiste più. Ora è una cosa bella ma diversa. Semplicemente un’altra cosa. Una cosa nuova.
Foto 5

Poi l’occhio mi è caduto sulla vetrata e sullo scudetto 34, e mi è sembrato quasi di vedere per un attimo lo scudetto del Torino del 1927, revocato, ma sempre vantato a parole dai tifosi del Toro.
Foto 6

Quel 34 è ormai un numero utile solo per il marketing perché in realtà se ci fosse scritto 32 (scudetti ufficiali), o 13 (scudetti dell’Inter se non ci fossero i soliti imbroglioni trafficoni d’Italy), sarebbe grossomodo la stessa cosa per tutti (Juventini compresi). Sono numeri come altri, che sono utili solo per le discussioni tra tifosi al bar, e per fare un po’ di cassa solleticando l'orgoglio tonto, banale e senza costrutto, di molti tifosi bianconeri.

E’ stata una specie di selezione naturale questa lunga corsa durata 10 anni. La lunga corsa di molti di noi ancora non è finita, ma siamo sempre meno. Ogni giorno muore o si arrende un Geronimo, o prende un treno per la Florida (come fece il celebre guerriero nativo americano dopo la resa). E anche se non è il treno granata della celebre società di Luca e Diego fondata, per ironia del destino, proprio nel 2006, è comunque un treno di sola andata. Al grande guerriero Apache che si arrese il 19 ottobre del 1886, non fu mai permesso di ritornare nella sua terra natia. E così al momento sembra essere per noi. Il generale Elkann a suo tempo ha rassicurato il mondo intero che non sarebbero mai state messe in discussione le decisioni sportive prese nel 2006, quindi c’è poco da essere ottimisti.

In questi 10 anni il calcio non si è mai fermato. Sono stati giocati altri campionati e tornei nonostante lo sconvolgimento assurdo delle classifiche di quella estate. Ladroni di professione hanno finto onestà e vinto titoli, e hanno indossato le loro pacchiane cinture da campioni di wrestling. Campionissimi ex-Juve hanno concluso la carriera. Il mondo è cambiato ancora. Lo show è andato avanti senza molti di noi, che ovviamente lo abbiamo seguito da lontano con lo sguardo, ma di certo non lo abbiamo condiviso e apprezzato. Noi non ne siamo stati complici. Noi correvamo da soli nel deserto, organizzavamo scorribande, scalavamo canyon e sparavamo con il fucile ai nostri nemici da dietro le rocce rosse e infuocate come il sole. Ci siamo fatti valere, senza dubbio, e chi è ancora qui oggi ha mostrato carattere e ideali senza eguali.

Bisogna solo capire in quanti continueremo a correre e per quanto tempo ancora.
Un’altra cosa so. Buttiamo alle ortiche la finta modestia e diciamolo bello chiaro anche a costo di far storcere il naso a molte persone. Comunque finirà, noi pochi superstiti, quasi estinti, abbiamo dimostrato di essere moralmente ed eticamente molto meglio di chiunque abbia mai indossato la maglia della squadra per cui tifiamo, e di chiunque abbia mai rivestito una qualunque carica ufficiale in seno alla società Juventus.

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