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Farsopoli di N. REDAZIONE del 30/11/2016 10:16:51
Il tifoso che si infastidisce di calciopoli

 

Di Lothar

Nella primavera/estate di quest'anno è decorso il decennale su calciopoli, con pochi richiami mediatici a dire il vero, perchè sembra davvero che non si ha più voglia, né convenienza, né piacere, né interesse a ritirare in ballo quello che, di fatto, fù celebrato e trattato dai media come uno dei più gravi scandali nella storia del calcio e dello sport. Uno scandalo che, dati alla mano, cancellò una delle più forti squadre e dirigenze di calcio di sempre, quasi come se davvero quello scandalo fosse servito ad alcuni illustri (?) personaggi del belpaese allo scopo di eliminare definitivamente dal calcio italiano qualcuno che forse si era montato troppo la testa (citazione).

Son passati oltre 10 anni da quell'avvenimento, da quel maremoto mediatico, politico, investigativo, giudiziario e non sportivo perché di sportivo nulla ha avuto. Uno tsunami che, nei fatti, nelle sanzioni e nelle conseguenze imposte a tavolino, ha tolto di mezzo una dirigenza ed una squadra di calcio tra le più forti di sempre nella storia di questo sport, almeno in italia, e ce lo ricordano, anche a distanza di tanti anni, dagli altri paesi esteri.
Quell'evento ha spazzato via quella dirigenza e quella squadra, definitivamente. Oggi la FC Juventus spa è un'altra società, anche se, fortunatamente, dopo 5 lunghi anni di attesa post-calciopoli, è riuscita a ricollocarsi ai vertici nei risultati sportivi.

Una società cambiata, vero, ma una proprietà, ovvero la storica famiglia, che è rimasta.
Ma tutti sappiamo che le persone che dal 2004 guidano quella proprietà e quella famiglia non sono più le stesse perché il 2004 (un anno che guardacaso coincide stranamente proprio con la genesi investigativa di calciopoli) è stato l'anno di avvicendamento in quella famiglia, dopo che i 2 storici fratelli innamoratissimi di Juve (Gianni e Umberto, l'Avvocato e il Dottore) erano venuti a mancare, e da quella data c'è stato appunto qualcun altro, l'erede designato (e i suoi tutors) a guidare formalmente il gruppo di riferimento, la proprietà.

Ma anche se l'argomento meriterebbe serio approfondimento non è della proprietà e della società che vuole discutere questo articolo, ma del cosidetto tifoso medio juventino, ad oltre 10 anni di distanza appunto dal quel brutto evento passato alla storia col nome di calciopoli.
Lo so, questo può risultare argomento molto spinoso e scomodo, perché sono tanti i tifosi juventini (o sedicenti tali) che storcono il naso, sbuffano o si girano dall'altra parte quando pronunci quella parolina magica: calciopoli. Ed a pensarci bene la cosa è davvero curiosa, perché se oggi c'è qualcuno che dovrebbe invece insistere per vederci chiaro in quello strano scandalo, in quella sospetta e unidirezionale valanga di fango mediatico, in quelle poco chiare pagine di (in)giustizia (che ripetiamo: mediatiche, politiche, para-investigative, affaristiche, giudiziarie ma non sportive, perché non di sport si è trattato) dovrebbe essere proprio il tifoso juventino.

E i motivi erano e rimangono ancora oggi evidenti e sotto gli occhi di tutti:
Perché calciopoli ha significato che l'antipatica (per antonomasia perché troppo vincente) squadra fresca bicampione d'Italia e per svariati undicesimi vincitrice della coppa del mondo di calcio del 2006 che si apprestava a continuare ad egemonizzare con pieno merito il campionato italiano, fosse totalmente smantellata, retrocessa in B con penalizzazione, che proprio gli ultimi 2 sacrosanti scudi stravinti sul campo le fossero sottratti, che tutte le competizioni europee le fossero negate almeno nel breve termine, che quella dirigenza venisse distrutta, che una lungimirante e ambiziosissima programmazione sportiva, economica e societaria venisse fatta evaporare, che imponenti proventi economici da diritti televisivi e da altri sponsor le fossero magicamente negati, oltre a tutto il planetario e incalcolabile danno di immagine conseguente, etc. etc. etc.

Eppure, a molti (a troppi) juventini medi parlare di calciopoli infastidisce ... Anche dopo tutte le nefandezze investigative e giudiziarie emerse dal celeberrimo processo di Napoli, che hanno smascherato senza più dubbio alcuno tutte le falle e le macchie di un reparto investigativo che ha poi candidamente ammesso di aver investigato unilateralmente ad personam (in pratica su commissione), ad una pubblica accusa che basava le prove indiziarie su errate trascrizioni di tabellini gazzettari, ed ad altre prove che nel migliore dei casi si sono poi rivelate inesistenti e nel peggiore dei casi avrebbero dovuto invece incolpare coloro che hanno poi paradossalmente beneficiato proprio di tutte le conseguenze di quello scandalo (vedi le famose contro intercettazioni scomparse…). Nonostante queste montagne di controprove, nonostante tutte le sconfessioni di quella immane farsa, ancora oggi, a molti (a troppi) juventini medi parlare di calciopoli infastidisce ...


Nulla mi toglierà dalla mente le parole che durante una chiacchierata informale ebbi qualche anno fa con altri amici e conoscitori di farsopoli:
Si discuteva di come una farsa così colossale, come si è appunto poi rivelata anche giudiziariamente calciopoli, poteva essere fatta digerire in modo quasi indolore alla accondiscendente massa italiana.
La conclusione è stata che i veri orchestratori di calciopoli hanno calcolato bene molte cose, ma altre no (e il processo di Napoli ne è stata una dimostrazione lampante).
Ma tra le cose che sicuramente hanno previsto bene c'è stata la reazione totalmente moscia (quasi nulla) di tanti, di troppi juventini.
Ed è una delle ferite che ancora oggi brucia di più.





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