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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Attualità di G. GALAZZO del 05/02/2010 07:36:43
Juverciano, addio

 

Che Marcello Lippi sia personaggio navigato e scaltro lo conferma sia l’esperienza acquisita, sia l’essere profondamente toscano nelle sue radici e nel suo modo di proporsi.
È inutile negarlo: lui è stato il mentore tecnico della Juventus post-farsopoli, lui è stato, e ancora appare, come il grande demiurgo che ha plasmato la vecchia signora 2009-2010.

Già all’epoca delle dimissioni di Deschamps era uscito da più parti, e con convinzione, che il Marcello nazionale potesse ritornare alla Juve: il Lippi-ter era qualcosa più di un’idea, svanita poi ufficialmente, visto che il tecnico viareggino desiderava prendersi un anno sabbatico dopo il trionfo di Berlino per attendere anche gli esiti del processo Gea in cui era coinvolto il figlio Davide.
In sostanza, Lippi-Juve è un sodalizio virtuale che fa capolino nelle cronache sportive dal 2006, sino a prendere sempre più corpo grazie alla ormai famosa cena, nel Tigullio, dell’estate scorsa.
Blanc e Lippi al tavolo con pigato e focaccia di Recco, tema della serata: la Juve di oggi quale prova tecnica della Juve del prossimo domani.
Non era mistero che il buon Marcello desiderasse, alla fine del suo secondo mondiale con la nazionale, provare nuove esperienze attraverso un incarico dirigenziale che lo allontanasse dai campi di allenamento, dallo stress della panchina, con la voglia di misurarsi in nuove esperienze.
La logica ed il buon senso avrebbero dovuto imporre un basso profilo, non tanto attraverso le parole (più facilmente smentibili), quanto, e specialmente, attraverso i fatti: da quella cena, dai rumors più o meno forti, manipolati quanto si vuole dalla stampa, si è passati a indizi talmente evidenti da lasciare pochissimo spazio alle interpretazioni.

La Juventus del nuovo corso Lippi/Blanc è stata affidata al prode scudiero Ferrara; Cannavaro e Grosso hanno infoltito la truppa bianconera dei nazionali. Tutto ciò è stato fatto in barba al progetto che avrebbe dovuto annoverare campioni e giovani di qualità, permettendo però al commissario tecnico di poter vedere sicuramente impiegate, nel club, due fondamentali pedine, altrimenti destinate ad un sicuro tramonto prima dei mondiali in Sudafrica.
“Juverciano” (copyright Kaos) è il neologismo che ben si adatta, o si adattava, a questo progetto.
Quale sia stato il risultato di questo programma, seppur ancora incompiuto o mai compiuto del tutto, è sotto gli occhi di tutti, con il povero Ferrara sollevato dall’incarico (ma “non esonerato”, precisano in Corso Galfer, come se una botta simile non esoneri e bruci per sempre le ambizioni future del povero Ciro…) e con due giocatori bolliti più dei capponi nelle festività natalizie. Meglio quindi non provare a vedere quanto distino la vetta della classifica e le posizioni di vertice, perché altrimenti risulterebbe miope anche chi miope non è.

Ed ora come la mettiamo con tutte quelle voci che vedevano Lippi alla Juve grazie alla regia di Blanc? Come reagire alle contestazioni, alla rabbia dei tifosi che individuano anche in Lippi una delle cause dei mali della Juve?
È fin troppo facile la smentita da entrambe le parti: “È stato costruito un castello tra me e la Juve” (la voce di Lippi); “Tra la Juve ed il ct solo rapporti istituzionali”( la voce della Juve). Sono le due “campane ufficiali” che dovrebbero sentenziare la parola fine su questa triste storia di un progetto mai nato.
Ma è anche facile, da parte di un pur modesto osservatore quale sono, trovare qualche falla in queste smentite: a)il repentino cambio di strategia di Corso Galfer che vorrebbe la Juventus orientata alla ricerca (che per inciso può essere vana) di un tecnico-manager di assoluto spessore ( il che mal si sposa con la figura di Lippi); b)l’altrettanto repentino dietrofront di Lippi, che sembrerebbe addirittura intenzionato a voler proseguire il suo rapporto con la Figc anche dopo il mondiale.

Proprio quest’ultima novità è una plausibile dimostrazione che quel castello non fosse costruito con la sabbia, ma che al contrario avesse ben salde fondamenta, visto che Lippi non può smentire le precedenti dichiarazioni su di un suo distacco dalla nazionale a fine mondiali 2010. La stessa Federcalcio, che in precedenza aveva sondato i pareri di Ranieri e Prandelli, ora conferma come possibile l’ipotesi di conferma Lippi (magari come supervisore delle nazionali).
Non essendo depositario della verità (e chi lo è in realtà?), questi pensieri viaggiano sul binario delle sensazioni piuttosto che su quello delle certezze. È però vero che si avverte, con queste sensazioni, un forte senso di disgusto: per come è stato calpestato un sentimento, per come i tornaconti personali possano cozzare con il rispetto, per come quella stessa storia, che ha trasformato un uomo qualunque in un protagonista assoluto, sia stata derisa.
Su Blanc non resta che tacere.

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