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Farsopoli di E. LOFFREDO del 07/05/2010 13:47:15
I Magnifici Sette: Primo Catalanotti.

 

Quello che è uscito in queste ultime settimane dal processo calciopoli in corso a Napoli, nonostante molti non lo vogliano ammettere, ha sconfessato un bel po' di certezze.

Oltre all'ovvio clamore per il coinvolgimento di santi e onesti uomini, una cosa sembra essere sfuggita ai più: la posizione di altri protagonisti del processo in corso a Napoli. D'altra parte non ci si può aspettare troppi approfondimenti su questi temi, i troppi forcaioli del 2006 farebbero la figura che gli compete, quella dei peracottari.

Ma torniamo agli attori del processo. Tra questi va certamente annoverato l'avvocato Bruno Catalanotti, patrocinatore del Brescia calcio. L'illustre avvocato si è distinto sin dalla prima udienza di discussione come uno dei più convinti sostenitori dell'impianto accusatorio. I suoi interventi evidenziavano una sintonia ed un apprezzamento per il lavoro dei pm davvero profondo.

Nulla di strano che una parte civile che chiede 55/56 milioni di euro a Moggi e Giraudo si schieri con Narducci e soci, sarebbe stato anomalo il contrario.

In verità l'immagine del nostro già nel corso dello svolgimento del processo ha subìto un grave colpo quando durante l'udienza de 30 ottobre scorso l'avvocato Merlone, uno dei due legali di Pairetto, ha reso pubblico un presunto tentativo di Catalanotti di “intercedere” presso l'ex designatore torinese consigliandogli una ammettere le sue colpe, perché questo sarebbe stato positivamente valutato dai giudici all'atto di emettere una più che probabile condanna.

L'episodio ad oggi resta solo “presunto” perché finché i fatti non saranno accertati, anche per Catalanotti vale la presunzione di innocenza. Certo, se fossero vere le accuse pendenti verso il legale del Brescia, dovremmo chiederci quanto effettivamente credesse nell'impianto accusatorio dei pm.

Dopo la disvelazione delle “intercettazioni dimenticate” ci sarebbe però da riconsiderare la stessa costituzione del Brescia calcio verso la presunta cupola moggiana. Pare infatti che tra le conversazioni di cui i legali di alcuni imputati (Moggi in primis) hanno chiesto la trascrizione, ve ne siano alcune che riguardano anche l'allora ds del Brescia, Governato.

L'Avvocato Catalanotti nel luglio 2009 ad una domanda di un giornalista de La Nazione che gli chiedeva come si spiegasse la strana situazione che si viveva in quei giorni, di poco antecedenti alla riammissione delle parti civili, così rispondeva: «La risposta viene da lontano. Dalle critiche di protagonismo ai pm Beatrice e Narducci. Una modalità, quella dell’attacco al pm, che ricorda molto da vicino quella che utilizzarono i nemici di Tangentopoli, nella pretesa di legalizzare l’accaduto con il ricorso all’insopportabile refrain ‘così fanno tutti’. Allora fu il mercimonio della funzione di governo, con Moggi, poi, il controllo a tavolino (meglio: al telefono) dei risultati delle partite in favore dei ‘protetti’».

Alla luce delle nuove telefonate, vorrei riecheggiare quella domanda:

L'attuale posizione processuale della sua assistita è davvero strana, visto che anche da Brescia si telefonava, che ci state a fare tra le parti civili? Li volete ancora i 55/56 milioni di euro?

Forse così non facevan tutti, ma sembra che il Brescia lo facesse, in quel caso sarebbe insopportabile.

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La trascrizione delle udienze
 
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