Se la Procura federale fosse più solerte e usasse lo stesso metro, potrebbero esserci clamorose conseguenze anche sull’Inter, fino all’annullamento del passaggio di Milito e Thiago Motta in nerazzurro. Essì, perché fu lo stesso Preziosi a dire pubblicamente che «si sarebbe incontrato a colazione con Moratti per definire il trasferimento dei due». C’è un problema, però, perché l’articolo 10 comma 1 del Codice di giustizia sportiva recita: «Ai dirigenti federali, nonché ai dirigenti, ai tesserati delle società, ai soci e non soci di cui all’art. 1, comma 5 è fatto divieto di svolgere attività comunque attinenti al trasferimento, alla cessione di contratto o al tesseramento di calciatori e tecnici, salvo che avvengano nell’interesse della propria società. È fatto altresì divieto, nello svolgimento di tali attività, di avvalersi di soggetti non autorizzati e di avere comunque contatti con tesserati inibiti o squalificati. In questi casi gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto». Conclusione facile facile: i trasferimenti di Milito e Thiago Motta non sono validi. |