L’uomo della Sentenza del 25 luglio è ancora in Figc. Fa parte della Corte di Giu stizia Federale che - un giorno, magari - do vrà esprimersi su una richiesta di revisione del processo di Calciopoli. Piero Sandulli, insigne giurista e tra i padri nobili del dirit to sportivo, lo sa che un popolo intero chie derà la restituzione di quello che proprio lui provvide, applicando il codice, a togliere: cancellare il campionato 2004-2005, conse gnare all’Inter lo scudetto del 2006. Fu lui a scrivere in sentenza e quindi a far passa re come principio al quale si sono ispirati i legislatori del nuovo codice di giustizia l’il lecito associativo, quell’illecito strutturale, quel reato associativo sportivo di cui scris se Borrelli nella sua relazione d’accusa. Non cerca giustificazioni, Sandulli, separa: codi ce di giustizia sportivo, da codice penale; reato da illecito. Prova a spiegare perché, secondo lui, potrebbe reggere anche alle in temperie di una derubricazione del reato di associazione a delinquere nel processo di Calciopoli a Napoli. Sentito, professore: mezza cupola è ca duta al processo Gea. «Attendo le motivazioni, ma è indubbio che è stato derubricato l’intero impianto d’ac cusa a Roma». E se accadesse anche a Napoli? «Una cosa è il processo penale, una la giu stizia sportiva. L’esempio resta quello di sempre: andare in giro senza cravatta non è illecito, ma nel circolo della caccia, se ac cetti la sua clausola compromissoria e il re golamento lo vieta, sei sanzionato. Punim mo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudi ni, mica illeciti classici. Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica. Il proces so penale valuta altre cose. La sentenza del Tar su Moggi ha detto che lui ha diritto di difendere i suoi interessi, ma dava ragione a noi sulla giustizia della sanzione».
L'ARTICOLO 1 - Mica facile da accettare... «Quei comportamenti stravolgevano il con cetto decoubertiniano. Eppoi io resto con vinto che quella Juventus avrebbe vinto i due titoli persi lo stesso, anche senza quei disdicevoli comportamenti». La Juve l’avete quasi azzerata, però. «Nel 2006 abbiamo garantito le regole del calcio e molto attenuato la portata della sen tenza, ulteriormente alleggerita nell’Arbi trato. Io, a distanza di due anni, rivedo la Ju ve lottare per il vertice: sono il patrimonio culturale del calcio italiano e anche più sim patici ora». Se a Napoli non arriva la condanna? «Non so se è penalmente rilevante quel ti po di frequentazione di Moggi, ma è viola zione dell’articolo 1. E l’illecito associativo che non esisteva, era una falla nel sistema giuridico, è stato da noi introdotto. Ai tifosi ripeto che per me la giustizia penale e quel la sportivo sono cose diverse». Ma chiederanno la revisione dei proces si in caso di assoluzione o pena lieve. «Vale il discorso precedente, quello della cra vatta? Quanto ai tifosi, credo che oggi pen sino che non c’è quel qualcosa sotto di cui si chiacchierava, esacerbandosi, nei bar dai tempi dei centimetri di Turone».
DOMANDE SENZA RISPOSTA - Lei si rifà ad un modello di giustizia sportiva autonoma, ma la Procura fede rale per indagare aspetta gli atti dai tri bunali: senza intercettazioni, non si fan no i processi sportivi. «Le do ragione: senza le nuove tecnologie non avremmo potuto perseguire Preziosi per la valigetta, non avremmo avuto Calcio poli. Anche se nell’80 e nell’86 squadre come Lazio e Milan finirono in B per un calcio scommesse che non produsse nessuna con danna penale». Peccato che sul suo tavolo di giudice sportivo arrivino casi spinosi solo se corroborati dalle informative della Po lizia giudiziaria o dai faldoni. «In effetti. Ma mi faccia dire una cosa. Non ho partecipato al giudizio in cui si decideva la non giudicabilità di Moggi sulla questio ne delle sim, sulle quali noi non potevamo giudicare nel 2006, visto che la Procura non aveva carte in merito, emerse nel 2007. Ep pure non capisco le polemiche (e la rabbia federale, ndr): ma mi spiegate che economi cità aveva a livello giuridico risanzionare un soggetto già squalificato per cinque an ni, dimesso e ormai impossibilitato a rien trare nell’ordinamento se poi da quasi tre anni pende su di lui una richiesta di radia zione (ormai impossibile da perseguire, ndr)? Perché chi poteva non ha dato segui to alla richiesta di radiazione?». Se non lo sa Sandulli...
|