Moggi su Libero:”Con che faccia Cobolli reclama i 'miei' due scudetti?” Ha ragione, ma Lucianone si dimise “sua sponte” da D.G. della Juve fornendo l'alibi agli Elkann. Se si fosse messo in trincea, dato che si riteneva innocente (e lo era), la Proprietà lo avrebbe esonerato comunque, dopo la farsa del processo sportivo, assumendosene però la responsabilità. Ma lo avrebbe fatto non senza qualche difficoltà (basti pensare alle dichiarazioni di Cobolli sui motivi per i quali la Società non intendeva mettere mano alla linea dura contro la Triade, citandola in giudizio per danni procurati. In fondo, diceva il Nostro, Moggi avrà pur agito in spregio all'etica professionale fottendosene del bon ton, ma non è detto che ci sia dell'altro in termini di rilevanza penale.
Con le dimissioni, dettate da un particolare e comprensibile momento di sconforto umanamente comprensibile, Moggi ha portato munizioni al nemico interno ed ora non può, obiettivamente, ergersi a unico difensore della causa juventina.
Che Cobolli rivendichi ora (con quanta convinzione non so) gli scudetti rubati e dalla Proprietà non difesi quand'era il momento, è cosa non meno irritante che ridicola, ma lo stesso Moggi s'è messo in una situazione ambigua.
Si potrebbe dire, in conclusione, che la Proprietà non s'è difesa (e sappiamo perché), ma anche Moggi, cedendo all'onda emotiva del momento e alla forsennata campagna di stampa montata contro di lui (Moggiopoli), di fatto lasciò la Juve in balìa degli eventi. |