Intervista esclusiva al figlio di Umberto e nipote dell'Avvocato. Ha parlato di tutto e di più: futuro bianconero, la Ferrari, il golf, lo sci. Poi stoccata su "calciopoli": «Giustizia sommaria»
TORINO, 31 dicembre - Buona fine d'anno, Andrea Agnelli. Il 2008 è stato molto importante per lei e il 2009 forse lo sarà ancora di più. «Sto seguendo con grande im¬pegno due progetti: la Lamse, una holding finanziaria, e la crescita del Royal Park golf club, che a maggio ospiterà l’O¬pen d’Italia. Personalmente, co¬me consigliere federale, avrò l’occasione di seguire da vicino l’organizzazione di questo even¬to eccezionale. La mia testa è lì».
TORINO, 31 dicembre - Buona fine d'anno, Andrea Agnelli. Il 2008 è stato molto importante per lei e il 2009 forse lo sarà ancora di più. «Sto seguendo con grande im¬pegno due progetti: la Lamse, una holding finanziaria, e la crescita del Royal Park golf club, che a maggio ospiterà l’O¬pen d’Italia. Personalmente, co¬me consigliere federale, avrò l’occasione di seguire da vicino l’organizzazione di questo even¬to eccezionale. La mia testa è lì».
E la Juventus dov’è? Lontana?
«Tutt’altro, come potrebbe? Continuo a seguirla, è ovvio, anche se in maniera diversa ri¬spetto a qualche anno fa a cau¬sa dei miei impegni professio¬nali».
Cosa rappresenta per lei?
«Passione e amore».
Il primo ricordo della Juven¬tus che le viene in mente?
«Molti anni fa, mio padre mi portò a Villar Perosa, dove era in ritiro la prima squadra. Mi chiese vicino a chi volessi seder¬mi durante il pranzo e risposi d’istinto: Paolo Rossi! Mi dia retta, non sono diverso da mi¬lioni e milioni di tifosi di calcio che popolano il nostro pianeta. Il mio trasporto emotivo è il medesimo. Ripeto, passione e amore».
Qualche giocatore che le piace¬rebbe applaudire in bianconero?
«Tanti...».
I nomi?
«Nessun nome. Anzi, faccio un’ecce¬zione per un sogno: Messi».
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