Che gioia non pensare allo scudetto, tranquillamente scarsi e riveriti; meglio la strenua lotta, petto a petto, per il preliminare dei falliti.

Così i prescritti sono più tranquilli, TV e giornali non dovran parlare di quella squadra che fra grandi squilli sta sempre in vetta, e gli altri giù a guardare. Or cè Allegretto, bravo e mica fesso; lui sì che è esperto in come si fallisce: Fester lo caccia, quasi retrocesso, e fuori dalle coppe poi finisce. Or Agnellino è molto più contento, che strazio essere primi ad ogni costo: si vive meglio andando, a passo lento, verso il ben più sereno quinto posto.

E che, vincendo, alfin si gonfieranno come il batrace di quella storiella che infine scoppia, e allora regneranno mentre l’Italia sarà ancor più bella: migliore senza moviolisti pazzi che in ogni gara, anche d’allenamento, vedon regali per la Juve a mazzi specie se vince, e allor si parla al vento. Ma con la Zebra nelle retrovie, tal pratica non è più necessaria; finiscan dunque le petomanìe, già si respira una diversa aria.

Vattene Antonio, qui non servi più: quei tre scudetti sono troppi invero; che cosa credi, d’esser solo tu a voler vincer contro il Mondo intero? Che è ‘sto trionfar facile, ‘sta corsa a rifilar distacchi siderali a gente seria e pur quotata in borsa, a questi dabben uomini, a ‘sti squali? Lascia qualcosa anche ai mendicanti che schiuman rabbia ad ogni tua vittoria; Milano, Roma, Napoli: son tanti che fanno i matti mentre fai la storia.

Come fa AA a non aver previsto che Allegri ci sarebbe stato sgradito, per vari motivi? Ha sempre sparato sulla Juve (anche la compagna) ed è stato esonerato per aver portato nei bassifondi il Milan, mica il Chievo. Questo fottersene di cosa pensano i tifosi (che hanno ingoiato troppi rospi) è quasi peggio del divorzio da Conte; sembra proprio una voglia di smantellare, magari in accordo con i noti maneggioni. Questo valzer di panchine innescato dalla fuga di Brandelli ci è parecchio indigesto.