Da strateghi finanziari e di mercato si allestisce un piano. Si prendono contatti con i nemici storici di Moggi e Giraudo e si valutano i margini di manovra per un’azione congiunta. Si discute la strategia da adottare e a scanso di equivoci si stabiliscono oneri e onori. Un processo per illecito potrebbe risolvere il problema. Un’accusa del genere può dare la possibilità alla proprietà di allontanare da subito i due incomodi personaggi,

vincendo tutto quanto c’era da vincere in Italia e in Europa. Dopo la morte del compianto Umberto Agnelli, questa necessità di sbarazzarsi dei due dirigenti diventa sempre più forte. Purtroppo non ci sono margini per attuare questa volontà. Gli ultimi due anni della gestione Moggi/Giraudo sono a dire poco trionfali. A tutto questo si deve aggiungere che nemici i due dirigenti li hanno disseminati in tutta Italia e in mezza Europa. Cosa fare ?

Un sospetto, duro da digerire, può spiegare molte cose che alla luce dei fatti sono totalmente insensate. Supponiamo allora, per un momento, che Moggi e Giraudo, dopo la morte del compianto Umberto Agnelli, sono due personaggi da “tagliare“. Come la nuova proprietà, preparata dalla lunga tradizione familiare a dirigere ad alti livelli grandi aziende, anche Moggi e Giraudo, scelti dai fratelli Agnelli, hanno dimostrato grandi capacità,

VI INVITO A RISPONDERE A QUESTO SCREANZATO SUL LINK SOTTO INDICATO, INONDIAMOLO DI MAIL SE POSSIBILE ANCHE PERCHE' LEGGETE COSA HA SCRITTO: Cara Juve, non esageriamo La nuova dirigenza della Vecchia Signora paga per "consolare" Buffon per non aver vinto il Pallone d'Oro di vidicolomia Acque agitate in casa Juventus. È notizia di questi giorni che i tifosi riunitisi nell'Associazione GiulemanidallaJuve hanno fatto ricorso al Tar. Lo scopo è presto detto: chiedere l'annullamento della retrocessione della società bianconera in serie B. E, soprattutto, la riparazione dell'onta subita: lo scippo dello scudetto. "La nostra associazione - spiega il comunicato - si fa garante nei confronti di milioni di tifosi sparsi nel mondo di perseguire ogni strada giuridica confacente alla restituzione di quanto ci è stato illecitamente portato via". Se servirà, si arriverà fino alla Corte europea. E questa è una cosa. L'altra riguarda da vicino la nuova dirigenza bianconera. Non sono bastati infatti le pacche sulle spalle dei colleghi, l'attestato di stima dello stesso Cannavaro, i "sarà-per-la-prossima-volta" arrivati da più parti. Buffon l'ha presa male, il Pallone d'Oro era roba sua. Roba della Juve, insomma. Così la società ha pensato di consolarlo (interpretazione buonista) o, meglio, di ristabilire la verità (interpretazione maliziosa) acquistando una pagina per ciascuno dei tre quotidiani sportivi nazionali in cui (oltre a un intensissimo primopiano degli occhioni di Gigi Buffon) compare la scritta: LA TUA MAGLIA DICE CHI SEI. Siamo al paradosso. Cosa resta di Calciopoli? Poco o niente visto che adesso indossare la maglia bianconera (dopo tutto quello che è successo) a giudizio di qualcuno dovrebbe essere una sorta di bonus. Ma non sarà invece che il Pallone d'Oro Gigi Buffon non se lo meritava proprio perché, con la maglia della Juve, è finito in un'indagine sulle scommesse? tratto da: vidicolamia.splinder.com

dal sito indicato riporto un articolo di un fratello: Cari amici juventini, il nostro boicottaggio nei confronti dei media che hanno a più riprese gettato fango e veleno sulla nostra squadra è risultato a tutt’oggi un grandioso risultato. Vi do i dati ufficiali (riscontrateli pure) dei due media principali contro cui abbiamo fatto la guerra: 1) Gazzetta dello Sport : ha perso tantissimo in termini di vendite, circa 300.000/400.000 copie giornaliere. 2) Mediaset (Controcampo) : ha avuto una flessione di 800.000 contatti nel programma della sera, e di 1.000.000 nel programma del pomeriggio. 3) Tuttosport : ha guadagnato circa 100.000 copie giornaliere. Siamo stati davvero bravi, ma adesso non è il caso di arrendersi, ma continuare ancora più determinati senza dare retta a chi vorrebbe farci credere il contrario. Robert De Niro ci apostroferebbe così: complimenti, questi sono fatti non parole. Max