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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Farsopoli di G. FIORITO del 21/01/2011 07:59:07
Quelle partite particolari - Parte III

 

I sorteggi truccati

I sorteggi truccati costituiscono uno dei tre diversi modi di realizzazione della frode sportiva, insieme con le ammonizioni mirate e la formazione delle griglie e uno dei capi d’imputazione dei processi di calciopoli.
Manfredi Martino è stato il segretario della CAN, sigla della Commissione Arbitrale Nazionale, dal 1999 al 2006. Tra il 9 Maggio e il 28 Giugno 2006 fu ascoltato ben otto volte dai carabinieri nell’ambito delle indagini relative a calciopoli. Il 12 Maggio riferì di aver “ricevuto disposizioni da entrambi i designatori affinché venissero predisposte le palline in un determinato modo” , cioè si truccasse il sorteggio rendendo riconoscibili le palline da estrarre dai rispettivi bussolotti, all’interno delle quali erano scritti i nomi dell’arbitro e delle squadre dell’incontro da arbitrare. Manfredi Martino non fece i nomi delle partite incriminate, salvo ricordare durante la deposizione resa al processo di Napoli un’indicazione dei designatori riguardo alla prima partita del campionato 2004/2005, come leggeremo in seguito da un articolo di Beccantini.
Quello dei sorteggi truccati è sempre stato un tema caro alla Gazzetta dello Sport, che già il 14 maggio 2006, mentre la Juventus vinceva sul campo il suo scudetto n. 29 a Bari, dava risalto all’argomento proponendolo in un riquadro in prima pagina dal titolo “Il sistema Moggi: anche i sorteggi erano truccati”. Probabilmente perché taroccare i sorteggi era fisiologico all’intero teorema elaborato dall’accusa. Nell’articolo Maurizio Galdi si autoaccusava, così come gli altri 37 giornalisti che vi avevano preso parte e i notai garanti dei sorteggi, di aver partecipato in qualità di “fessi” a quello che dava per scontato essere una pantomima eseguita ad uso e consumo della cupola moggiana. Prodemente scoperta e sventata dai carabinieri, che con “incursioni” da infiltrati avevano assistito almeno un paio di volte alla rappresentazione.
Il 15 Maggio 2006, l’USSI, Unione Stampa Sportiva Italiana, si preoccupa di emettere il seguente comunicato congiunto con la FIGC: "La FIGC e l'USSI vogliono ricordare i termini dell'accordo che negli ultimi anni ha previsto la presenza e la partecipazione dei giornalisti dell'USSI alle operazioni del sorteggio arbitrale. Ogni settimana, l'USSI ha designato - tra i suoi iscritti - un giornalista diverso che ha estratto il nome dell'arbitro per ciascuna partita di serie A e B, secondo le griglie individuate dai designatori dell'Organo tecnico (CAN), alla presenza di un notaio. Contrariamente a quanto scritto da alcuni, il sorteggio dell'arbitro era successivo all'estrazione della ‘pallina’ relativa a ogni singola partita. La sequenza temporale del sorteggio, cioè, prevedeva: preliminarmente, per ogni griglia di partite venivano letti i nomi degli arbitri selezionati dai designatori responsabili dell'Organo tecnico (CAN). A questo punto, uno dei due designatori estraeva la singola "pallina" con la partita e successivamente il giornalista designato dall'USSI estraeva la "pallina" con il nome dell'arbitro da assegnare a quella gara. Questi sono i termini dell'intesa tra FIGC e USSI. Riteniamo doveroso offrire un contributo di informazione all'Autorità giudiziaria che, a quanto riportato da alcuni giornali, sta indagando anche su questo aspetto dell'inchiesta che riguarda il mondo arbitrale".

Evidentemente c’era in ballo molto più di una magra figura, perché il sorteggio implicava sì la partecipazione diretta dei designatori, ma anche quella di un notaio a garantirne la regolarità, di fronte ad una ventina di persone, prevalentemente giornalisti, i quali assistevano all’operazione, che avveniva pubblicamente e in maniera ufficiale. Dopo che lo stesso Manfredi Martino aveva preparato i bigliettini con i nomi di arbitri e partite che, opportunamente ripiegati, inseriva nelle palline da estrarre. E siccome all’estrazione della pallina con la partita da parte del designatore seguiva l’estrazione della pallina con il nome dell’arbitro da parte del giornalista incaricato immediatamente prima dall’USSI, si capisce la preoccupazione dell’Unione Stampa di tutelare tutti i suoi appartenenti da un’accusa di corruzione. Talmente poco credibile e impossibile da attuare che lo stesso Ruperto scrisse a pag. 83 della sentenza del processo sportivo del 2006: “La Commissione ritiene di dovere sin da ora escludere che sia da attribuire rilevanza alla circostanza, sulla quale tanto si è discusso in questo procedimento e che ha formato oggetto di specifica indagine della Procura della Repubblica di Torino, relativa alla alterazione del procedimento di sorteggio arbitrale. Al riguardo, infatti, affiorano ragionevoli dubbi, in presenza dei quali non può parlarsi di prove sicuramente affidabili”.
Il 29 Luglio 2007 la Nazione pubblica una notizia risolutiva sulla questione: “Il sorteggio arbitrale non era truccato”, lo sostiene una sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Roma alla quale si era rivolto il giornalista Gianfranco Teotino, querelato dagli allora designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto. Teotino è stato condannato al pagamento di mille euro di multa più le spese processuali. I designatori si sentirono diffamati da due articoli apparsi sul settimanale Rigore e sul quotidiano La Stampa nei quali Teotino sollevava dubbi sulla designazione dell’arbitro Borriello per Roma-Juve sostenendo che il sorteggio arbitrale non era regolare. Il tribunale lo ha smentito dando ragione in primo grado e adesso anche in appello a Bergamo e Pairetto… La sentenza di ieri, come già accadde a Torino con un pronunciamento analogo del giudice Maddalena, smonta questo teorema e potrebbe essere destinata a incidere anche sul processo napoletano. Perlomeno sarebbe curioso se il sorteggio fosse regolare per i giudici romani e truccato per quelli napoletani”
Il 6 Novembre 2009 Manfredi Martino depone a Napoli. I giornali ritrovano interesse per il processo e il solito smalto. Martino tuona su calciopoli. Palline dei sorteggi riconoscibili, Mediaset.it. Sorteggi arbitrali. Ecco come funzionavano le palline, Corriere.it, Calciocaos, nuove rivelazioni. Quei sorteggi con la tosse, Gazzetta.it. Nemmeno uno che citi la sentenza del 2007 di Roma.
Vediamo come racconta la giornata Repubblica.it. “Nuove rivelazioni sullo scandalo Calciopoli, con riferimento in particolare alle stagione 2004-2005. Si tratta di dichiarazioni rese da Manfredi Martino, all'epoca dei fatti segretario della Can, la Commissione arbitrale nazionale. E sono dichiarazioni che faranno discutere e che in parte confermano i sospetti della procura di Napoli. Sott'accusa il sorteggio degli arbitri da designare per le gare di serie A: sorteggio che, secondo quanto è a oggetto del processo, potrebbe essere stato taroccato a uso e consumo di alcune squadre, su tutte - sempre secondo gli inquirenti - della Juventus. Le palline del sorteggio erano vecchie, usurate e decolorate e per questo riconoscibili. Pressato dal pm Narducci, l'ex segretario Can Martino ha, in particolare, fatto riferimento a quanto accadde per scegliere il direttore di gara di Milan-Juventus dell'8 maggio 2005, alla trentacinquesima giornata (partita vinta dai bianconeri 0-1 con gol di Trezeguet): "A mia sensazione - ha rivelato - durante il sorteggio per la scelta dell'arbitro di quella partita qualcosa non andò secondo il verso giusto perché ci fu uno strano colpo di tosse del designatore Bergamo quando il giornalista incaricato dall'Ussi scelse la pallina gialla degli arbitri". Per la cronaca il direttore di gara di quell'incontro fu Collina di Viareggio.
L'ex segretario della Can è stato ascoltato come teste nella nuova udienza di Calciopoli in corso davanti ai giudici della nona sezione penale del Tribunale di Napoli: in aula presenti anche l'ex co-designatore arbitrale (insieme a Pairetto) Paolo Bergamo e un impassibile Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus. Non si è fatta attendere la replica proprio di Bergamo, che ha reso una dichiarazione spontanea in aula: "Il designatore arbitrale Pier Luigi Pairetto era troppo lontano dal tavolo dei sorteggi per riuscire a vedere le palline che venivano pescate dal giornalista di turno". Bergamo ha poi voluto aggiungere: "Mi preme chiarire con precisione come avveniva il sorteggio. In un'aula aperta al pubblico e davanti alle telecamere della tv ci sistemavamo a un tavolo lungo quattro-cinque metri. A un'estremità c'era Pairetto e davanti a sè aveva un'urna di vetro dove venivano poste le palline con all'interno i nomi degli arbitri. Al centro del tavolo sedeva un notaio incaricato dalla Figc, e c'ero io. All'altra estremità del tavolo c'era l'altra urna con all'interno le sfere relative alle partite da abbinare. Dalla sua posizione Pairetto non poteva vedere cosa ci fosse nell'altra urna. Inoltre noi - ha concluso Bergamo - non conoscevamo il nome del giornalista che sarebbe stato designato dall'Ussi se non pochi attimi prima del sorteggio".
Il processo continuerà fino a dicembre con la sfilata dei testimoni portati dall'accusa, mentre da gennaio sarà la volta di quelli della difesa”.


Finalmente entrano in scena i notai, chiamati a testimoniare dalle difese di Bergamo e Pairetto. Sembra strano, ma nessuno aveva pensato di ascoltarli prima. Si tratta di Antonio Ioli, incaricato di presenziare ai sorteggi per la serie A e Tommaso Tavassi, per la serie B. Interrogato dall’avv. Bonatti della difesa di Pairetto e dalla Giudice Teresa Casoria, il notaio Ioli testimonia di non aver mai avuto sospetti di irregolarità nella gestione dei sorteggi e di non aver mai assistito a episodi per i quali una pallina si apriva e veniva richiusa senza che fosse rimescolata. Considerando anche che il biglietto dentro la pallina era ripiegato e quindi impossibile da leggere. Morescanti ricorda a Tavassi che le sfere erano di diverso colore, cioè di un colore per le partite e di un altro per gli arbitri. Anche Tavassi conferma di non aver mai avuto l’impressione che il designatore o il giornalista potesse venire a conoscenza del contenuto della pallina. Conferma che a volte una pallina si apriva e veniva richiusa e rimescolata o viceversa risultava difficile da aprirsi.
Inoltre: Pm Narducci: “Dunque lei non ha mai attestato nel verbale che alcune sfere nel corso delle operazioni si aprivano”. Notaio Ioli: “No!”. Pm Narducci: “Quindi lei come pubblico ufficiale non ha mai ritenuto suo dovere di segnalare alla federazione o agli organi di controllo”. Notaio Ioli: “Scusi, io faccio il notaio, se lei mi parla di contenuto dell’atto io non posso risponderle”. Pm Narducci: “Che significa?”. Notaio Ioli: “Significa: perché non me lo impugnate per querela di falso?”.
Dopo i notai depongono anche i giornalisti. Nessuno aveva mai ascoltato nemmeno Antonello Capone, giornalista della Gazzetta dello Sport e Presidente in carica dell’USSI. Capone, oltre a confermare che in caso di apertura le palline venivano richiuse e mescolate e che il bigliettino con il nome dell’arbitro era ripiegato, cosa che provocava anche un attimo di suspense quando veniva svolto, dichiara che in qualità di presidente USSI sceglieva personalmente il giornalista da inviare al sorteggio. Secondo un criterio inteso a non privilegiare né uomini o donne, né la provenienza da una regione piuttosto che da un’altra, né la televisione rispetto la carta stampata e viceversa. Chiedendo come garanzia la partecipazione di un notaio e che la decisione sul giornalista da designare fosse sempre dell’Ussi senza che la Federazione, l’A.I.A. e la C.A.N. potesse mai avere nulla a che dire sulla designazione.
Anche Simone Nozzoli e Fulvio Bianchi testimoniano di non aver mai ravvisato anomalie durante il sorteggio. Bianchi ricorda che le palline avevano segni di usura, ma che non avendo ricevuto pressioni ad effettuare una preferenza, non c’erano problemi nella scelta della pallina da estrarre. Anzi, aggiunge: “… se fosse stato così probabilmente avrei fatto lo scoop della mia vita, avrei fatto ‘mi hanno pilotato nel sorteggio’ e sarei diventato forse il giornalista più famoso…”. A. Valentini non ricorda di aver visto aprirsi le palline, piuttosto che vi fosse difficoltà a volte ad aprirle.
Fulvio Bianchi esclude qualsiasi tipo di anomalia nel sorteggio. Ragione per la quale l’estrazione da parte sua dell’arbitro Salvatore Racalbuto per la partita Roma Juventus del 05/03/2005 fu del tutto causale.

Prioreschi: Ha notato se queste palline fossero una diversa dall’altra.. ci fossero delle diversità delle cose...?
Bianchi: Non c’era nessuna diversità, almeno io le ripeto, ho preso la prima pallina che mi è venuta in mano, non c’era nessuna diversità nelle palline, non erano rigate, non erano calde, non era fredde, quindi assolutamente, prendi la prima che ti viene e la consegni al designatore. Poi fui sfortunato, nel senso ché pescai il peggior arbitro che era stato messo in griglia, che poi fu sospeso, fece un disastro in quella partita, tra lui e l’assistente, e fu sospeso 7-8 giornate dagli allora designatore perchè arbitrò male la partita; ma questo è del tutto un caso avvocato, succede anche adesso che l’arbitro...
Prioreschi: Ma io sono d’accordo con lei.

Angelo Pesciaroli, interrogato da Bonatti, dichiara: “Ai sorteggi a Roma andavo quasi sempre, anche perché erano sulla strada tra casa mia e il giornale. Si svolgevano il venerdì, ci sono andato quasi sempre per diversi anni nel corso dei quali il regolamento dei sorteggi è cambiato varie volte. Per quanto diverso come giornalista ci andavo con la speranza un giorno di poter scappare subito al giornale, ‘fermi tutti, l'apertura del giornale la voglio io . Sorteggio truccato!’ Purtroppo non mi è mai riuscito perché non ho mai avuto gli elementi per fare questo titolo. Oltretutto, aggiungo, nel periodo in cui fu aggiunto un notaio ad assistere al sorteggio, io sono un legalitario per natura e la presenza del notaio mi tranquillizzava da tutti i punti di vista”.

A smontare le accuse di Manfredi Martino ci pensa l’avvocato Morescanti durante il controinterrogatorio. Martino è costretto ad ammettere da una parte che le palline subivano continuamente ammaccature per l’effetto dei rimescolamenti e che quindi non sarebbe stato facile il riconoscimento e dall’altra che venivano spesso sostituite anche su richiesta dei designatori, per non dare luogo a “imbarazzi e sospetti”. Mentre l’avvocato Prioreschi riesce a fargli ammettere che le sue dichiarazioni avvennero dietro suggerimento degli stessi carabinieri.

Avv. Prioreschi: (legge la frase dalla deposizione) "Mi viene chiesto come poteva essere falsato il sorteggio arbitrale tanto da poter predeterminare gli abbinamenti arbitri-partite, così come emerso dagli atti della presente indagine".
Manfredi Martino: Mi viene chiesto come fosse possibile truccare il sorteggio e io rispondo con il discorso dell’ammaccatura delle palline, se non sbaglio.
Avv. Prioreschi: Quello che ha detto Lei lo so, non so cosa Le hanno detto i Carabinieri per portarla su questa strada.
Manfredi Martino: Loro sostenevano che il discorso fosse truccato.
Avv. Prioreschi: Come lo sostenevano? Che Le hanno detto?
Manfredi Martino: Mi hanno detto quello che sta scritto... Mi hanno detto: "Il sorteggio è truccato, come si può truccare?".
Avv. Prioreschi: Ecco. Ho capito. Hanno dato per scontato che… è normale che quando si sente una persona informata sui fatti, "siccome il sorteggio è truccato, adesso tu ci dici come è truccato"?
Presidente Casoria: Così sono andati i fatti.

Gli sviluppi del processo di Napoli riguardo ai sorteggi truccati provocano nuove reazioni dal mondo dell’informazione. Viene emesso un nuovo comunicato dell’USSI, nel quale il nuovo presidente, Luigi Ferrajolo, giudica inopportuna la decisione di collaborare con l’organizzazione arbitrale da parte dei giornalisti, ma che questo non significa che fossero a conoscenza di irregolarità.
Oliviero Beha pone l’accento al TG3 sulle contraddizioni tra le dichiarazioni di Manfredi Martino ai carabinieri e la sua deposizione in aula a Napoli e avventurandosi in un paragone forte con fatti di mafia avvenuti in passato nel nostro paese, ricerca oltre Moggi i pezzi delle istituzioni eventualmente coinvolti, visto che Martino aveva alluso al desiderio di Carraro di adoperarsi in favore di Fiorentina e Lazio. Beha non ha più il suo spazio al TG3, ma questa è un’altra storia. Anche Enzo Bucchioni su Il Giorno dell’8 novembre 2009 si rende conto del coinvolgimento dei giornalisti e scrive: “E non sappiamo neppure quanto equilibrio ci sia nelle dichiarazioni di Manfredi Martino al processo per Calciopoli. Secondo lui il sorteggio era truccato. Ora io vago tra il sentirmi offeso e il sentirmi indagato. E con me tutti quei venti-trenta giornalisti che a turno per un paio d’anni hanno tirato su le palline dall’urna di Coverciano. Qui non si tratta di stare con Bergamo o contro Bergamo, con Pairetto o contro Pairetto, si tratta solo di stare con la verità. Io non ho mai estratto palline calde o fredde, o palline ammaccate come dice Manfredi Martino. E come me hanno fatto tutti i rispettabilissimi colleghi. Non ho mai sentito i colpi di tosse dei designatori e se anche li avessi sentiti avrei pensato all’influenza di stagione. In questo paese senza equilibrio, ormai ognuno può dire quello che vuole impunemente. [...] In caso contrario la magistratura dovrebbe farsi dare i nomi di tutti i giornalisti e denunciarli per favoreggiamento nei confronti della «Cupola» di Moggi. Perché negli anni di Calciopoli, gli arbitri non li sorteggiavano Bergamo e Pairetto, ma i giornalisti. Per ricordarlo non serve un mago, basta un po’ di memoria.
Nemmeno Beccantini si tira indietro, il 17 Novembre 2009 su La Stampa, avendo interpellato direttamente Franco Morabito, il giornalista che estrasse Collina per Milan Juventus, la partita del presunto colpo di tosse: "Ha suscitato molto scalpore la testimonianza di Manfredi Martino, all’epoca segretario della Can (Commissione arbitrale nazionale). Ricordare solo in aula, dopo averlo dimenticato per undici interrogatori, che «in occasione della prima partita di campionato della stagione 2004-2005 mi venne chiesto da Pairetto e Bergamo di inserire un biglietto X all’interno di una determinata pallina particolarmente ammaccata» (Gazzetta dello Sport, 7 novembre), avrebbe indisposto un santo, figuriamoci il giudice Teresa Casoria. E poi il colpo di tosse con il quale uno dei designatori avrebbe suggerito o orientato il sorteggio di Milan-Juventus, lo «spareggio» dell’8 maggio 2005: beh, l’ho trovato geniale. Milan-Juventus rientrava nella griglia A, con Brescia-Inter e Parma-Roma: arbitri coinvolti, Pierluigi Collina, Gianluca Paparesta e Matteo Trefoloni. «Non ricordo nessun colpo di tosse», mi ha detto al telefono Franco Morabito, il giornalista che, quel giorno a Coverciano, abbinò manualmente il nome di Collina alla supersfida. «E non rammento nulla di irregolare». [...] Manfredi Martino, sempre per la cronaca, non si è limitato a sdottorare di urne e palline. Ha pure confessato che, appena poteva, telefonava a Leonardo Meani, il «preservativo» milanista di Adriano Galliani; i designatori, inoltre, gli avevano confessato che il presidente federale, l’imparzialissimo Franco Carraro, smaniava dalla voglia di salvare Fiorentina e Lazio...".


Nel momento della “verità”, dopo l’udienza del 1 Giugno 2010 nella quale viene smontata la teoria del sorteggio truccato, la Gazzetta dello Sport rifila a pagina 23 un articolo che si limita ad ammettere che dai designatori non ci fu nessuna pressione, a firma del solo Piccioni. L’esclusione di Galdi è significativa. Fu molto vicino ai carabinieri durante la conduzione della indagini. Fino a confondere le idee su una questione che ha lasciato perplessi in questi anni. Se cioè furono i carabinieri a influenzare la linea editoriale della Gazzetta dello Sport o se per caso sia da considerarsi legittimo il sospetto secondo il quale accadde esattamente il contrario. Ma anche questa è un’altra storia. Chiedo venia. Un altro capitolo della storia.

Quelle partite particolari - Parte I
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