Commento alla trasmissione “Un giorno in pretura”del 22/06/2013. Parte IIParlare degli arbitri che tiravano la volata a Luciano Moggi è importante, perché attraverso la storia processuale che li ha visti protagonisti di calciopoli, si possono ricostruire le accuse e le inverosimiglianze
di una vicenda che ha spesso assunto i toni di una farsa, ma che ha avuto connotati drammatici per le persone che vi sono state coinvolte, spesso
per errori degli inquirenti e dei media, micidiali quando sono venuti a coesistere e a collaborare.
Non essendo stato truccato il campionato 2004/2005 secondo le sentenze sia sportiva che del processo ordinario,
è essenziale sapere che avendo truccato i campionati senza truccare le partite, la cupola provvide a compromettere lo svolgimento corretto delle partite senza che venisse compromesso. Spesso senza nemmeno l’aiuto degli arbitri.
La tentata frode sportiva si generava per l’accusa secondo i seguenti criteri: Le ammonizioni mirate. II. La formazione delle griglie. III. I sorteggi truccati, che servivano a condizionare le partite.
La trasmissione “Un giorno in pretura” non ha avuto il merito di farlo, ma grazie a quel senno di poi rappresentato dalla sentenza di primo grado emessa l’8 novembre 2011, avrebbe dovuto effettuare la conta degli individui corrotti che hanno trasgredito le regole per amor di carriera. Invece ci siamo visti introdurre nel mondo arbitrale pseudo-gestito da Moggi attraverso una partita che è entrata nel processo per volere dell’accusa pur essendo stata giocata nel 1999/2000 e non nel 2004/2005, che è il campionato sotto indagine. Si tratta di
Parma Juventus del 7 maggio 2000, nel corso della quale non fu, come si ripete spesso, annullato un gol a Cannavaro al 44’ del secondo tempo, perché il fischio dell’arbitro precedette la realizzazione della rete. L’arbitro era De Santis, funzionale in virtù di quella partita alla teoria della cupola moggiana. Ne parlano in un’intercettazione proposta Meani e Collina, dei quali avremmo voluto ascoltare ben altre intercettazioni. A pensarci bene, infatti,
l’arbitro italiano che ha fatto veramente carriera è colui che Auricchio riteneva il n. 1 e pertanto al di sopra di ogni sospetto. Lo stesso Collina che al telefono con Meani si scambiava fior di confidenze per poi organizzare cene con Galliani presso il ristorante dell’addetto agli arbitri del Milan, che pare fosse l’unica tra le grandi a premurarsi di avere, prudentemente escluso dalla sfera dei tesserati, un consulente investito di tale carica. Meani a sua volta, al telefono con Galliani, ci rendeva noto che i due si scambiavano telefonate reciproche. Il 19 luglio 2007 Collina è diventato designatore degli arbitri e consulente tecnico-atletico della CAN A e B. Il 3 luglio 2010 si è dimesso dall'incarico di designatore arbitrale del campionato italiano in quanto nominato designatore Uefa dal presidente della Uefa Michel Platini.
Narrano le cronache che fu l’arbitro di Perugia Juventus naufragata nel noto acquitrino insieme con il mancato tricolore bianconero dell’anno del giubileo, dilapidato dalla Juve di Ancelotti, che a un certo punto poté contare su ben 9 punti di vantaggio sulla seconda in classifica, a vantaggio della Lazio di Sven-Göran Eriksson. Fu anche il direttore di gara di Juventus Milan dell’8 maggio 2005, quando la rovesciata da cineteca di Del Piero per Trezeguet cucì temporaneamente sulle casacche bianconere lo scudetto prima che diventasse di cartone,
nonostante le tre giornate di squalifica che una prova televisiva fornita da Mediaset, che Auricchio non riusciva a collegare al Milan (e per questo faceva le indagini solo copiaincollando dalla Gazzetta dello Sport e dal Corriere dello Sport, ma non da Tuttosport che diceva essere juventino), aveva fatto affibbiare a Ibrahimovic. Nel 2006 il deferimento di Collina, firmato dal procuratore arbitrale Marcello Cardona, fu omesso nel corso delle vicende dei procedimenti sportivi.
Articoli correlati‘Un giorno in pretura’. Calciopoli reloading… Parte ISistema Moggi o caccia all’uomo? Parte II. Dal CinLacunosa la ricostruzione di Nucini. Parte IIIUn giorno in pretura. Zeman. Parte IVUn giorno in pretura con Baldini e Paparesta. Parte I - Il caso Paparesta, ovvero il caso che non c’èTribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste Franco Baldini, ex consulente sportivo (trascrizione completa)Tribunale di Napoli – Udienza del 1 ottobre 2010. Teste Franco Baldini, ex consulente sportivo (trascrizione completa)Auricchio chiama, Baldini risponde .
Parte III - Le Sim Svizzere. La prova che non c’è.
Calciopoli. Accadde nello spogliatoio del Granillo.
Calciopoli. Il potere mediatico di Moggi.
Calciopoli. Quel colpo di tosse e i sorteggi .