- Il processo di calciopoli vanta ben
tre ricusazioni a carico della giudice Casoria e una presunta lettera di astensione dal processo che Carlo Alemi, presidente del Tribunale di Napoli, avrebbe sottoposto alla giudice per fargliela sottoscrivere. La stessa giudice Casoria accusava il procuratore capo della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore, di tenere "sotto schiaffo" Alemi. (
Link).
- Prima di uscire di scena, come aveva fatto anzitempo il collega Beatrice, Narducci invocò nella requisitoria del primo grado i commenti di alcuni tifosi laziali, come prove da aggiungere agli atti. E’ un dettaglio risibile, ma svela un altro aspetto che priva ulteriormente di autorevolezza indagini e inquirenti: l’attenzione al pubblico e una certa
referenzialità verso la stampa. - L’aspetto mediatico di calciopoli influisce e confluisce nel processo non solo per la parte attiva che vi hanno avuto le accuse in merito alla presunta capacità di Moggi di servirsi dei media per avvantaggiare la Juventus.
La sentenza del processo sportivo fu anticipata dalla GDS, la quale ebbe tra le sue fila diversi giornalisti che collaborarono direttamente alle indagini a stretto contatto con i carabinieri, dai quali ricevettero anche favori. Come fu testimoniato a Napoli.
- Siccome il
do ut des è una consuetudine vecchia come il mondo, dal teste Nucini abbiamo dovuto apprendere sotto giuramento che
i dirigenti interisti si premuravano di procurargli colloqui di lavoro in cambio di informazioni sulla presunta cupola moggiana.
- Narducci si dimise prima della sentenza per passare alla carriera politica, andando ad affiancare De Magistris come assessore a Napoli, seguito da Auricchio. Mentre il comportamento del primo non è stato gradito alla magistratura in quanto già accusatore del coordinatore del Pdl della Campania, Cosentino, il secondo è stato indagato per turbativa d’asta per 4 appalti pilotati dell’America’s Cup del 2012 e 2013.
Comunque vada, calciopoli rimane un insuccesso colossale.
In qualche caso una tragedia. La completa demolizione delle aspettative per il futuro professionale e il calvario dei processi inflitto a Moggi, Giraudo (che si ritrova ancora 12 milioni di euro sotto sequestro), De Santis, Dattilo ecc. è solo l’aspetto più noto.
A passare veramente inosservate e a cadere nel silenzio e nell’oblio sono stare le storie di
Adamo Bove e Emanuele Insinna (
Link), precipitati uno da un cavalcavia di Napoli mentre si celebrava il processo sportivo di calciopoli nel 2006, l’altro dalla finestra del suo ufficio lo scorso aprile. Entrambi lavoravano per la Telecom, anzi per la security della Telecom. Nell’ufficio del primo erano state prelevate le intercettazioni illegali di calciopoli fatte eseguire da Tavaroli. Il secondo aveva sostituito quest’tultimo a capo della sicurezza. Forse non sapremo mai cosa è accaduto davvero. Oggi l’Inter sta diventando un affare di Thohir, allontanandosi dall’orbita di Moratti e Tronchetti Provera. Il primo non ha mai deposto a Napoli, nonostante chiamato a farlo. Il secondo non dovrà rispondere per gli innumerevoli casi di spionaggio illegale che si svolgevano all’interno dell’azienda della quale era presidente.
Il 31 ottobre rappresenta un’altra crepa nel muro di gomma di calciopoli. Se il procedimento contro Narducci e Ziino sarà archiviato, saremo di fronte solo all’ultimo in ordine cronologico dei misteri italiani insoluti. Uno dei minori, ci sarà qualcuno disposto a dire. Con tanti casi più importanti finiti nel nulla.
Uno. Che però ci dirà ancora una volta che questo paese non è ancora pronto per cambiare. E
che chi ha barato con la trasgressione continua delle regole che purtroppo non sono mai, come vorrebbe la legge, uguali per tutti, è stato premiato a discapito di chi ha osato vincere sul campo, con merito. ARTICOLI CORRELATI
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